Palestina: storie che meriterebbero di essere raccontate Video

Quando si parla di Palestina la memoria si muove automaticamente verso le immagini della West Bank occupata e della martoriata Striscia di Gaza, ormai sempre più relegate a ultima notizia, per poi tornare in auge ed essere strumentalizzate quando l’eclatante può muovere i consumatori. Gerusalemme non merita neanche questo: semplicemente non esiste.

di Simone Ogno
La “Città Santa” è da decenni la meta agognata dell’occupazione israeliana, tanto da considerarla “unificata” dopo il 1967, come se la popolazione palestinese non esistesse, come se la spartizione sancita dagli accordi fosse un 'fastidio' passeggero.
Ci sono poi i continui sgomberi forzati delle famiglie palestinesi dalle loro abitazioni. Di questo si occupa “Home Front – Portraits from Sheikh Jarrah”. 
Lanciato il 12 ottobre, Home Front è il terzo prodotto della JustVision, progetto visivo sorto nel 2003 e volto a dare risalto alla società civile palestinese e a quegli israeliani che si oppongono all’occupazione tramite un approccio nonviolento.
Home Front segue il grande successo riscosso da Budrus ed Encounter Point, apportando alcune novità rispetto alla recente tradizione della JustVision.
Il docufilm si presenta infatti suddiviso in quattro filmati che dipingono - come da titolo - altrettanti ritratti di attivisti che ogni settimana partecipano alle manifestazioni pacifiche contro l’espropriazione delle case palestinesi nel quartiere di Sheikh Jarrah. 
I primi due video sono strettamente connessi tra loro, trattando dello sgombero forzato di una famiglia costretta a trasferirsi nell’adiacente abitazione, e a condividere il giardino con una famiglia di coloni trasferitisi abusivamente in quella stessa casa.
Il giovane Mohammed el Kurd racconta dello sgombero e del rapporto instauratosi con un’attivista israeliano che quotidianamente monitorava la situazione, evitando che la sua famiglia venisse perseguitata dai vicini.
Il secondo video è infatti dedicato a Terry Benninga, madre di quello stesso attivista arrestato durante una manifestazione pacifica.
La quotidiana paura di essere cacciati dalla propria abitazione è narrata anche dall’orgogliosa voce di Amal Qassem, unica donna presente nel comitato composto dagli abitanti di Sheikh Jarrah e volto ad opporsi agli sgomberi.
Capace grazie alla sua tenacia di coinvolgere numerose altre donne del quartiere, Amal ha creato un’apposita associazione che ora è in prima linea nel rivendicare i diritti dei palestinesi.
In ultimo, la testimonianza di Gil Gutglick: un ex-militare dell’esercito israeliano che afferma di “essere un uomo completamente diverso al passato”.
Il suo 'cambiamento' è maturato durante la Seconda Intifada, in particolare nel corso dell’operazione “Defensive Shield”, che seguì l’attacco kamikaze a Netanya, in Israele.
Di stanza a Jenin, Gil ha testimoniato la distruzione del campo profughi ad opera dei suoi compagni, e ora è in prima linea alle manifestazioni contro l'occupazione, e per questo motivo ha affrontato anche un periodo di prigione. 
Home Front mostra ancora una volta una realtà che non viene raccontata, quella della joint-strugglenonviolenta tra palestinesi e israeliani, che le autorità temono e non riescono a fronteggiare, e che vorrebbero dividere con il muro e le colonie.
La silenziosa “battaglia” di Gerusalemme è questa: sulla mappa un aculeo che penetra nel territorio della Cisgiordania per iniettare ulteriore segregazione e odio, calpestando quotidianamente la vita e i diritti dei palestinesi. Palestina: storie che meriterebbero di essere raccontate
28 novembre 2011

Commenti

Post popolari in questo blog

Hilo Glazer : Nelle Prealpi italiane, gli israeliani stanno creando una comunità di espatriati. Iniziative simili non sono così rare

giorno 79: Betlemme cancella le celebrazioni del Natale mentre Israele continua a bombardare Gaza

Né Ashkenaziti né Sefarditi: gli Ebrei italiani sono un mistero - JoiMag

I 'cimiteri dei numeri': dove finisono i "nemici" di Israele