OWS: solidarietà all’Egitto . Appello urgente dai manifestanti di Piazza Tahrir

1  Il 22 novembre gli occupanti di piazza Tahrir hanno diffuso un urgente appello alla solidarietà globale, chiedendo al mondo di:

- Occupare/bloccare le ambasciate egiziane in tutto il mondo. Attualmente rappresentano la giunta; rivendicatele al popolo egiziano.
- Bloccare i commercianti d’armi.  Non lasciategliele produrre o spedire.
- Bloccare la parte del vostro governo che tratta con la giunta egiziana.
Il movimento Occupiamo sta rispondendo a quell’appello. Ieri in centinaia hanno marciato sul Consolato egiziano di New York.
A New York City oggi (sabato 26 novembre) una manifestazione di solidarietà all’Egitto inizierà alle 13.00 alla Missione Egiziana (incrocio East 44th e 2nd Avenue) con una marcia alle 16.00.
E’ in corso di preparazione anche un’azione per giovedì, 1° dicembre, di fronte a una fabbrica di gas lacrimogeno a Jamestown, Pennsylvania, che ha fornito la giunta militare egiziana. I partecipanti agli accampamenti Occupiamo di tutta la regione del Nordest si riuniranno all’esterno della fabbrica di proprietà della Combined Systems International.
Come detto in un appello alla mobilitazione:
“I candelotti lacrimogeni [della CSI] hanno coperto le strade del Cairo.  La CSI e i suoi alleati nel Dipartimento di Stato USA, che devono approvare le vendite delle loro armi a governi stranieri, sono complici di crimini contro l’umanità.”  “Patrocinano il terrore contro il popolo egiziano” dice un compagno del Cairo. “…gli Stati Uniti sono in parte responsabili di questo.” Ci assicureremo che il popolo dell’Egitto senta il nostro messaggio: siamo con voi, le azioni del nostro governo non rappresentano i desideri del nostro popolo, e agiremo contro le imprese e le istituzioni che aiutano la repressione dei nostri movimenti; difenderemo la rivoluzione egiziana!
Per altre informazioni sulla mobilitazione del 1° dicembre, comprese informazioni sulla condivisione di trasporti da altre località dell’area, visitare questa pagina di evento su Facebook.
Un candelotto lacrimogeno prodotto negli Stati Uniti e usato in Egitto.
Per sottolineare la necessità critica di un’azione a sostegno dei nostri compagni egiziani (il cui coraggio di fronte all’oppressione è stato una delle ispirazioni chiave del movimento Occupiamo) ecco altro dalla loro dichiarazione:
“Il futuro della rivoluzione è in bilico; quelli di noi che sono nella piazza sono pronti a morire per la libertà e la giustizia sociale. I macellai che ci attaccano vogliono ucciderci per restare al potere.
Non si tratta di elezioni o di una costituzione; né queste né quella cambieranno l’autoritarismo e la violenza che si abbattono intorno a noi.  Né si tratta di una cosiddetta “transizione” alla democrazia che ha visto il consolidamento della giunta militare e il tradimento della rivoluzione da parte delle forze politiche. Si tratta di una rivoluzione, di una completa rivoluzione. Il popolo chiede la caduta del regime e non si fermerà per nulla di meno per ottenere la propria libertà.”
Da Z Net – Lo spirito della resistenza è vivo
traduzione di Giuseppe Volpe
© 2011 ZNET Italy – Licenza Creative Commons CC BY-NC-SA 3.0
Siamo nel bel mezzo di una battaglia decisiva di fronte a un giro di vite potenzialmente conclusivo. Nelle ultime 72 ore l'esercito ha lanciato un incessante assalto ai rivoluzionari in Piazza Tahrir e in altre piazze in tutto l'Egitto. Più di 2mila dei nostri sono stati feriti e più di 30 sono stati uccisi nella sola città del Cairo nelle ultime 48 ore (i dati si riferiscono al 21 novembre 2011 ndr).

Ma i rivoluzionari continuano ad arrivare. Centinaia di migliaia sono in piazza Tahrir e nelle altre piazze disseminate in tutto il Paese. Stiamo affrontando i loro gas, le manganellate, le fucilate e il fuoco delle mitragliatrici. L'esercito e la polizia attaccano senza sosta, ma stiamo tenendo le piazze, respingendoli indietro. I morti e i feriti sono stati portati via a piedi o su motociclette e altri prendono il loro posto.

La violenza aumenterà, ma NOI NON MOLLEREMO. La giunta militare non vuole abbandonare il potere. Noi vogliamo che la giunta se ne vada. Il futuro della rivoluzione è appeso ad un filo; quelli di noi nelle piazze sono pronti a morire per la libertà e per la giustizia sociale. I macellai che ci stanno attaccando sono pronti ad uccidere pur di rimanere al comando.

Non si tratta delle elezioni o della costituzione, nessuna delle quali cambierà l'autoritarismo e la violenza che sta abbattendo su di noi. Non si tratta neppure della cosiddetta "transizione" verso la democrazia che ha visto il consolidarsi di una giunta militare e il tradimento della rivoluzione da parte delle forze politiche. Si tratta di una rivoluzione, una rivoluzione totale. Il popolo chiede la caduta del regime, e non si fermerà prima di averla ottenuta e poter così raggiungere la sua libertà.

I governi stranieri stanno appoggiando solo a parole i "diritti umani" mentre stanno continuando a trattare con la giunta, stringendo loro le mani e legittimandoli con vuota retorica. Gli Stati Uniti stanno tuttora inviando 1,2 milioni di dollari di aiuti militari all'esercito egiziano. L'esercito e la polizia fanno affidamento su lacrimogeni, proiettili e armi provenienti dall'estero. Nessun dubbio che le scorte sono state reintegrate dagli Stati Uniti e altri governi durante gli ultimi nove mesi. Le scorte si scaricheranno nuovamente.

Noi ti chiediamo di agire: occupare/chiudere le ambasciate in tutto il mondo. Adesso rappresentano la giunta; reclamale per il popolo Egiziano. Fermate il commercio di armi. Non lasciate che esse siano costruite e spedite. Fermate la parte del vostro governo che sta trattando con la giunta militare. La rivoluzione continua perché non abbiamo altra scelta.

Per contattarci e raccontarci le vostre iniziative di solidarietà, scrivete a defendtherevolution@gmail.com con dettagli, così possiamo condividerli qui a Tahrir.
Traduzione a cura di Andrea Contratto

Commenti

Post popolari in questo blog

Hilo Glazer : Nelle Prealpi italiane, gli israeliani stanno creando una comunità di espatriati. Iniziative simili non sono così rare

giorno 79: Betlemme cancella le celebrazioni del Natale mentre Israele continua a bombardare Gaza

Né Ashkenaziti né Sefarditi: gli Ebrei italiani sono un mistero - JoiMag

I 'cimiteri dei numeri': dove finisono i "nemici" di Israele