Moni Ovadia : Il virtuoso della politica

  Il  fallimento delle politiche liberiste degli ultimi anni, la devastante crisi che hanno provocato e che colpisce selvaggiamente i più deboli, non hanno neppure scalfito la fede cieca dei sacerdoti del nostro «turbo capitalismo finanziario».

La loro vocazione è quella di smantellare ogni diritto sociale e in particolare quelli del lavoro. Basta con le trattative fra le parti con il presupposto della pari dignità! Si inauguri la stagione dei diktat imposti sui lavoratori con la minaccia dell’immediato licenziamento!
La caricatura di 007 che ci governa vuole completare la demolizione dello Stato sociale imponendo la licenza di licenziare e interpreta noiosamente la sua parte da protagonista bollito e imbalsamato puntellato dal coro dei suoi cortigiani che gongola recitando a pappagallo: «È l’Europa che ce lo chiede!».

Quale Europa? Quella a guida franco-tedesca, ovvero decisa da due leader di destra che alle prossime imminenti elezioni con molta probabilità non verranno rieletti. E il governo italiano non è parte dell’Europa? Non ha voce in capitolo? Evidentemente no non avendo nessuna credibilità.
Allora può solo ubbidire interpretando al peggio le sollecitazioni di chi conta e nell’arte di non governare e simultaneamente partorire il peggio del peggio non esiste al mondo un virtuoso più grande di Silvio Berlusconi.

Il cavaliere è riuscito a farci massacrare dalla crisi negandola, ha azzerato la crescita incrementando il divario sociale, ha trasformato più di metà del Parlamento in una corte dei miracoli, e, “last but not least”, ha ridicolizzato un intero Paese in ogni angolo del globo.


Il virtuoso della politica

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