Uri Avnery : Abu Mazen «il pollo spennacchiato» che ha stupito il mondo

Fonte: Uri Avnery - il manifesto

ABU MAZEN Il presidente palestinese ha parlato da statista all'Assemblea generaleTerritori Festa in Cisgiordania, ma non a Gaza dove Hamas ha vietato ogni manifestazionepubblica. Una risposta dal Palazzo di vetro dovrebbe arrivare entro quindici giorni.Schierandosi con Israele, Obama ha perso ogni credito presso l'opinione pubblica araba Undiscorso davvero splendido: linguaggio espressivo ed elegante, argomenti chiari e convincenti,eloquio ineccepibile. Un lavoro d'artista. L'arte dell'ipocrisia. Quasi ogni affermazione nelpassaggio sulla questione israelo-palestinese era infatti una bugia. Una menzogna spudorata.Abbiamo ascoltato il meglio e il peggio di Obama. Una persona morale avrebbe sentitol'impulso di vomitare ma dal momento che lui è un pragmatico, sapeva che doveva farlo, sevuole essere rieletto. In sostanza ha svenduto gli interessi nazionali fondamentali degli Statiuniti in cambio dell'opportunità di ottenere un secondo mandato.Non molto bello, ma è la politica no?Potrebbe apparire superfluo - quasi un insulto al lettore -evidenziare uno per uno i dettagli menzogneri del suo edificio retorico. Obama ha trattato ledue parti in causa come se avessero la stessa forza: gli israeliani e i palestinesi, i palestinesi egli israeliani. Ma tra i due sono gli israeliani - soltanto loro - che soffrono e hanno sofferto. Lapersecuzione. L'esilio. L'Olocausto. Un bimbo israeliano minacciato dai razzi. Circondatodall'odio dei bambini arabi. Che storia triste.Niente occupazione militare, nessun insediamento, niente frontiere del 1967, nessuna Naqba,nessun bambino palestinese ucciso né spaventato. Ha fatto sua la linea della propagandadell'estrema destra: stessa terminologia, stessa narrazione storica, stessa argomentazione. Lastessa musica.I palestinesi, sicuramente, dovrebbero avere un loro stato. Certo, certo. Ma non devonoinsistere. Non devono mettere in imbarazzo gli Stati uniti. Non devono rivolgersi alle Nazioniunite. Devono sedersi assieme agli israeliani, da persone di buonsenso, e risolvere ilproblema. La pecora ragionevole deve sedersi insieme al lupo ragionevole e decidere cosamangiare a cena.Obama invece è stato ricompensato subito dopo, nel giro di un'ora.Netanyahu si è seduto assieme a lui davanti alle telecamere e gli ha rivolto una serie d'attestatid'amore e gratitudine che potrebbero essere utilizzati per diverse campagne elettorali.L'eroe tragico di questa vicenda è Mahmoud Abbas. Un eroe tragico, ma comunque un eroe. Inmolti saranno sorpresi dall'improvviso emergere di Abbas come giocatore audace per unaposta così alta, pronto a battersi con il gigante statunitense. Se Ariel Sharon si svegliasse perun attimo dal coma, sverrebbe per lo stupore. Era lui che aveva definito Mahmoud Abbas «unpollo spennacchiato».Ma negli ultimi giorni Abbas è stato al centro dell'attenzione globale. I leader mondiali si sonoconsultati su come trattare con lui, i diplomatici erano ansiosi di convincerlo di questa o quellalinea di condotta, i commentatori si chiedevano quale sarebbe stata la sua prossima mossa. Ilsuo discorso davanti all'Assemblea generale è stato trattato come un evento importante. Nonmale per un pollo, anche per uno con un set completo di piume.Abbas sembrava appartenere alla prima categoria. Ma ora, improvvisamente, si è dimostratodella seconda. Il mondo lo sta trattando con rinnovato rispetto. Prossimo alla fine della suacarriera, lui ha fatto la sua grande scommessa. Ma è stata una scommessa saggia?Coraggiosa sì. Audace sì. Ma saggia? La mia risposta è: sì.Abbas ha messo apertamente sul tavolo internazionale la richiesta di libertà per la Palestina.Per oltre una settimana la Palestina è stata al centro dell'attenzione mondiale. Molti statistisono stati costretti a occuparsi della Palestina. Per un movimento nazionale, ciò rappresentaun fatto di enorme importanza. I cinici potrebbero chiedere: «E cosa hanno ottenuto?». Ma icinici sono sciocchi. Per un movimento di liberazione il fatto stesso che il mondo prestaattenzione alla sua causa, che i media si interessano al problema e che la gente di coscienzain giro per il pianeta si sveglia, rappresenta un risultato. Tutto ciò rafforza il morale all'interno eporta la lotta un passo avanti verso il raggiungimento dell'obiettivo.L'oppressione evita la luce. L'occupazione, le colonie, la pulizia etnica, prosperano nell'ombra.Sono gli oppressi che hanno bisogno della luce del giorno. E la mossa di Abbas l'ha fornita,almeno per il momento. Lo spettacolo penoso di Barack Obama ha fornito un chiodo per labara dello status dell'America come superpotenza. Le primavere arabe rappresentavano pergli Usa l'ultima possibilità di recuperare la loro posizione in Medioriente. E dopo qualcheesitazione, Obama l'aveva capito. Aveva invitato Mubarak ad andarsene, aiutato i libici contro illoro tiranno, fatto un po' di rumore contro Bashar al-Assad. Sa che deve riguadagnare ilrispetto delle masse arabe se vuole recuperare lo status nella regione e per estensione nelmondo intero.Ora l'ha bruciato, forse per sempre. Nessun arabo lo perdonerà per la pugnalata alle spalle cheha dato agli indifesi palestinesi. Tutto il credito che gli Stati uniti avevano provatoguadagnare negli ultimi mesi nel mondo arabo e islamico è andato in fumo in un soffio. Tuttoper la rielezione.Ma è stato un crimine anche contro Israele. Israele ha bisogno della pace, di vivere accanto alpopolo palestinese, all'interno del mondo arabo. Israele non può affidarsi per sempre alsostegno incondizionato degli Stati uniti in declino.Obama sa bene tutto ciò. A differenza di Netanyahu conosce ciò che è bene per Israele.Eppure ha consegnato le chiavi della macchina al guidatore ubriaco. Lo Stato di Palestinanascerà. Questa settimana è già apparso evidente che ciò è inevitabile. Obama saràdimenticato, come Netanyahu, Lieberman e tutto il branco. Mahmoud Abbas - Abu Mazen,come lo chiamano i palestinesi - verrà invece ricordato. Il «pollo spennato» sta volando in cielo.




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