Carlo Strenger : il mondo libero non deve usare la paura e la rabbia per combattere il terrorismo

  Sintesi personale


Il  terrorismo genera  paura , rabbia, umiliazione, desiderio di vendetta. I politici sono sotto pressione perché non basta essere efficaci nel pianificare le azioni, ma devono  canalizzare queste emozioni  travolgenti . Ho  vissuto l'11 settembre  non solo  come un attacco alla nazione  che guida il mondo libero, ma anche come un attacco contro i valori che sono sacri per me: la libertà, la vita e il diritto alla dignità.
La mia reazione, come quella di molti occidentali, tra cui George W. Bush, è stata  emotiva . Nei 10 anni successivi ho avuto il privilegio di lavorare con analisti del  terrorismo globale , come Scott Atran e Marc Sageman. Ecco le conclusioni.
Una guerra generale contro il terrorismo ha lo stesso  senso di una guerra globale  contro la  malattia:   è irrazionale  ed è  una non-strategia. Ogni malattia deve essere  combattuta  nella sua specificità  e così ogni forma di terrorismo. Ci sono movimenti di liberazione nazionale, come l'Eta, che non negano la legittimità dello Stato dal quale vogliono separarsi, altri come   Hamas  che non solo vogliono l'autodeterminazione politica per un popolo, ma vogliono distruggere lo Stato  che stanno combattendo (in questo caso, Israele). Tuttavia sono a loro volta diversi da   Al-Qaeda, un'organizzazione  che non ha obiettivi  politici  ben definiti, non rappresenta alcun particolare gruppo etnico,ma è caratterizzato da una certa interpretazione  religiosa e  da una demonizzazione dell'Occidente  . Il suo obiettivo è quello di destabilizzare un ordine mondiale ritenuto globalmente ingiusto   e diabolico.Il comune denominatore di questi movimenti e organizzazioni  è unico : non cercare di sconfiggere i loro nemici o avversari militarmente, in quanto non hanno i mezzi per farlo. Le loro azioni distruttive  puntano a generare terrore.Da qui la conseguente  conclusione: il terrorismo    può essere combattuto  con successo utilizzando  strategie calcolate e pragmatiche.Per esempio  se affermiamo :  "Nessuna  trattativa è possibile con i terroristi", l'  accordo di pace in Irlanda del Nord non sarebbe mai stato possibile . Insieme a Lord John Alderdice ho analizzato le numerose analogie esistenti tra l'irlanda del Nord   e Hamas.. Conseguentemente il rapporto con l'organizzazione islamista richiede l'analisi degli obiettivi di Hamas , le sue opzioni strategiche e  i suoi interessi a lungo termine. Questo potrebbe non essere facile, soprattutto quando ci sono molti cittadini israeliani che hanno perso i propri cari negli attacchi terroristici. Marc Sageman, un ex-agente della CIA,  ha sottolineato   che è sbagliato considerare   Al-Qaeda come un sistema integrato, un' organizzazione gerarchica, con una chiara linea di comando.Pertanto la recente dichiarazione di Leon Panetta, secondo cui la sconfitta di Al-Qaeda è a portata di mano ,deve essere considerata con qualche dubbio . Egli ragiona in termini militari ,ll  problema è un altro, come dimostra Sageman:  Al-Qaeda è uno stato d'animo. Da qui l'idea di sconfiggerlo  solo con mezzi militari è impossibile .Al-Qaeda   può metastizzarsi, come il cancro,  in modo imprevisto.  Se non capiamo le dinamiche che generano  queste metastasi è utopistico pensare di vincere . Quindi  sarebbe auspicabili utilizzare  mezzi di comunicazione sofisticati e  strategie adeguate  per influenzare i gruppi di minoranza islamica,  terreno di reclutamento principale per la  jihad islamica globale. A questo punto l'obiezione è  usuale : "Voi liberali siete  senza speranza, voi  dite che dovremmo capire terroristi. Essi devono essere arrestati o uccisi! ".  Si tratta di un profondo malinteso. Come ogni giocatore di scacchi o poker sa, è necessario comprendere l' avversario per chiudere positivamente la partita.  In realtà dovremo imparare a convivere con il terrorismo senza farci condizionare   o danneggiare la democrazia liberale. Philip Bobbitt ha sostenuto che nelle  nuove realtà globali   il terrorismo non sparirà  . il  suo obiettivo è quello di destabilizzare il mondo libero non di vincere . Non dobbiamo più pensare alla battaglia contro il terrorismo come qualcosa che finisce con una bandiera piantata  e una dichiarazione di sconfitta . Dobbiamo imparare a convivere con esso  e dobbiamo fare in modo che la democrazia liberale non sia minata   in modo irreparabile nel tentativo di schiacciarlo. Dobbiamo con tutti i mezzi evitare ciò a cui aspira:  annebbiare  le nostre menti con la paura e la rabbia.In caso contrario collaboreremo con i terroristi  nel  raggiungimento delle  loro finalità.Carlo Strenger / The Free World must not use fear and rage to fight terrorism

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