Ariela Fajrajzen :Shana Tovà? Speriamo

    Buongiorno Mondo, stasera al tramontare del sole entriamo nel 5772 anno dell’esistenza del popolo ebraico. Così dicono, perchè io, nella mia infinita ignoranza, credo che un popolo sia come l’uomo, arrivato a un dato punto realtà e irrealtà si confondono un po’. Comunqua sia, questo dato, più che altro fa sorridere e basta. Io, personalmente, accolgo il nuovo anno con enorme tristezza e pessimismo, sento una grandissima instabilità, una specie di nuvola minacciosa che mi accompagna dappertutto come quella che accompagnava Sor Pampurio (si chiamava così?). Che non ci siano equivoci: sono convinta che Israele abbia diritto e debba esistere prima di tutto per gli ebrei, questo, se non altro perchè abbiano dove andare quando sono presi a calci nel sedere nei loro paesi d’origine. E, presto o tardi, questo momento è arrivato o arriverà in ogni parte del mondo. Una volta sul mio blog uno di sinistra con cui avevo accesissime discussioni mi ha consigliato di chiedere a me stessa come mai siamo il popolo più detestato del mondo. Prima di tutto mi sono chiesta se è vero e sono arrivata alla conclusione che è abbastanza vero, poi mi sono chiesta se questa mia conclusione è fondata o dettata dal senso di persecuzione intrinseco nella mentalità di ogni buon ebreo della diaspora di una certa età. A questo dilemma non ho trovato risposta, sono però arrivata alla decisione di smettere (per quanto possibile) con arzigogolamenti del genere perchè comunque non portano da nessuna parte. Però...da tutto questo pensare è nato un dubbio: ma chi cavolo è il “popolo ebraico”? Sono gli israeliani? Sono gli ebrei sparsi nel mondo? Anche quelli del genere di quel deputato o senatore americano (scusate ma non ricordo il nome) che nei giorni della riunione dell’ONU in cui Abu Mazen esponeva la loro volontà di diventare uno stato legittimo (ma chi? I palestinesi dei territori occupati in Cisgiordania o anche quelli di Gaza? O continuiamo il giochetto “noi facciamo la pace con voi e non è colpa nostra se loro continuano a inviare missili e a tentare attentati di tutti i generi”), ebbene questo deputato o senatore ebreo ha raccolto 30 o 50 firme di altri irresponsabili su una petizione-condizione o non so come definirla, che dice che se l’ONU dichiara la creazione della Palestina come nazione, Israele annette automaticamente tutti i territori occupati in Cisgiordania. Ma come si permette? E come si permette, qui su FB, Sinistra per Israele senza se e senza ma di inneggiare alla Grande Israele mentre, magari quello che scrive non permette ai propri figli di varcare i limiti del ghetto? Ma questa gente sa che cosa vuol dire? Ma che diritto hanno queste persone per prendere posizione attiva e combattiva sapendo che loro non pagheranno il prezzo che è altissimo. Mi riferisco al fatto pratico che più territori occupiamo e più i periodi che i nostri uomini devono dare annualmente all’esercito come riservisti sono numerosi. E pensate a cosa vuol dire per un uomo lasciare studi, lavoro, moglie, figli, diverse volte all’anno per andare a fare il soldato che domina una popolazione che lo odia? Ieri ho letto il diario di un riservista politicamente molto neutrale, non lo pubblico neanche in italiano tanto ho moralmente vergogna di quello che devono fare a causa di questa assurda situazione da conquistadores nel terzo millennio. Ho una nipote che fino all’età di sette anni, tutte le volte che suo padre andava a fare il riservista, dalla paura che gli succedesse qualcosa, faceva la pipì a letto tutte le notti. Immagino che paure interne vivesse se non riusciva a controllarsi in quei periodi di tempo. E da qui la più grave domanda che mi chiedo: ma noi ebrei siamo davvero un popolo? Sinceramente non mi sento legata a quella parte dei coloni che sono razzisti e violenti. Non mi sento neanche legata a quella parte che ha scelto di non venire a vivere in Israele e inneggia e preme nella direzione di continuare l’occupazione, di dominare un altro popolo, di ritornare alla grande Israele di cui nessuno ha bisogno, solo perchè migliaia di anni fa ci vivevano le tribù ebraiche. Allora preferisco che Berlusconi lasci in pace le ragazzine e riconquisti una buona parte del territorio come i suoi antenati hanno fatto duemila anni fa. No, con dolore ammetto che non mi sento parte di questi ebreuzzi fascistucci razzisti e megalomani. Nei giorni dell’ONU alla nostra tv hanno intervistato due coloni idealisti veri, uno era un rabbino, l’altro una personalità, l’ho già visto in tv nei momenti di crisi, tutti e due hanno dichiarato che loro non si muovono e come in Israele ci sono cittadini arabi che si definiscono palestinesi e vivono, si sviluppano, osservano le leggi, così loro hanno intenzione di vivere nello stato palestinese se sarà creato. Un rappresentante palestinese di Ramallah ha risposto che se osserveranno le leggi ufficiali, sarà possibile. Li ho ammirati, questa è la gente che stimo e con cui sento affinità nonostante le divergenze d’idee.


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