Lettera aperta del Freedom Theatre all’apparato della sicurezza di Israele


Questa è un lettera aperta dei rappresentanti dei volontari internazioni e dei membri dello staff, degli amici, dei sostenitori e della fondazione del Freedom Theatre di Jenin all’apparato della sicurezza israeliano, inclusi lo Shabak, l’IDF e la polizia.Dopo l’attacco all’ufficio e al centro multimediale del Freedom Theatre, durante il quale avete arrestato il nostro vice regista Adnan Naghnaghiye e il presidente del consiglio del teatro, Bilal Saadi; dopo aver negato a Adnan e Bilal per due settimane di incontrare un avvocato, trattandoli in maniera disumana e negando loro i basilari diritti umani; dopo l’arresto del nostro studente di recitazione Rami Hwayel, noi vi informiamo che:

Stiamo incoraggiando tutti gli sforzi volti ad individuare il responsabile del brutale omicidio di Juliano Mer-Khamis e siamo profondamente sconcertati dal fatto che l’omicida non sia stato ancora trovato. Tuttavia, rigettiamo i metodi disumani che state utilizzando per portare avanti l’inchiesta sull’omicidio. Il Freedom Theatre è stato seriamente danneggiato dalle vostre azioni, che incutono paura e provocano traumi non solo tra i nostri studenti e impiegati, ma anche all’interno della società che stiamo tentando di aiutare.

Agendo nel modo in cui agite voi, state dimostrando ancora una volta ai residenti del campo profughi di Jenin e al mondo intero che i soli metodi che conoscete sono la violenza, il terrore e la paura. Noi del Freedom Theatre non abbiamo nulla a che fare con l’omicidio di Juliano Mer Khamis.

Lo abbiamo dimostrato chiaramente e vi ricordiamo di nuovo che ogni membro del teatro ha rilasciato la propria deposizione alla polizia palestinese quando è stato richiesto e siamo pronti a farlo di nuovo.

Non importa quanti danni causiate a noi o al teatro, noi continueremo la nostra lotta per la liberazione individuale e collettiva. Ci siamo uniti alla lotta per la liberazione dei nostri compagni nel campo profughi di Jenin, usando la cultura e la nonviolenza al fine di scrollarsi di dosso non solo l’occupazione sotto la quale è costretto a vivere il popolopalestinese, ma anche ogni altra forma di oppressione che ci troviamo di fronte.

Chiediamo che i nostri amici e colleghi, soggetti a gravi abusi e violazioni dei propri diritti, vengano trattati con assoluto rispetto secondo quanto stabilito dalle convenzioni internazionali, possano vedere subito i loro avvocati e siano prontamente rilasciati.

Lo staff internazionale, gli amici e i sostenitori del Freedom Theatre, rappresentati da:
Jacob Gough, manager generale del Freedom Theatre;
Micaela Miranda, direttore pedagogico  del Freedom Theatre;
Jonatan Stanczak, cofondatore del Freedom Theatre;
Udi Aloni, regista cinematografico e teatrale del Freedom Theatre;
Drod Feiler, cofondatore e membro del consiglio della Fondazione Freedom Theatre;
Jan Tiselius e Britt-Louise Tillbom, presidenti degli Amici del Freedom Theatre (Svezia);
Constancia Dinky Romilly, presidente degli Amici del Freedom Theatre (Stati Uniti);
Zahia Oumakhlouf e Marie-Josè El-Haimer, copresidenti degli Amici del Freedom Theatre (Francia)

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MARTEDÌ 23 AGOSTO 2011


Nuova operazione dell’esercito israeliano contro il Freedom Theatre


Dopo le due aggressioni perpetrate dall’esercito israeliano nel corso dell’ultimo mese, conclusesi con l’arresto di tre dei suoi membri, questa notte intorno alle 2 del mattino i soldati hanno circondato il Freedom Theatre di Jenin e la casa della famiglia Naghnaghiya.Jacob Gough, manager generale del teatro, aveva lasciato l’ufficio alle 1.45: “Stavo rientrando a casa quando ho ricevuto una telefonata da persone che vivono vicino al teatro, mi hanno detto che l’esercito lo aveva circondato”. Jacob è allora tornato indietro e, mentre entrava con la macchina nel cortile, è stato avvicinato da soldati armati che lo hanno costretto ad andarsene, minacciando violenza se non lo avesse fatto. Dopo un secondo tentativo di avvicinarsi al teatro, gli hanno puntato contro una pistola, obbligandolo a spogliarsi prima di essere arrestato. “Mi hanno detto che mi avrebbero picchiato se avessi detto una parola o se mi fossi mosso”.  Nel frattempo, l’esercito entrava nella casa di Mohammed Naghnaghiya, guardia del teatro e fratello di Adnan Naghnaghiya. I soldati hanno picchiato Mohammed prima di ammanettarlo. Poi hanno vandalizzato i tre piani dell’abitazione. Mentre lasciava la zona, l’esercito ha aperto il fuoco per disperdere la folla di giovani accorsa sul posto.

Tali eventi arrivano dopo l’udienza presso la corte militare tenutasi ieri nella prigione di Jalame, fuori Jenin. Durante l’udienza è stato stabilito che i tre membri del Freedom Theatre arrestati nelle ultime settimane non hanno nulla a che fare con l’omicidio del direttore del teatro, Juliano Mer Khamis, e che devono essere rilasciati entro una settimana“Questo comportamento, le sistematiche vessazioni da parte dell’esercito israeliano contro il Freedom Theatre, è scandaloso – ha detto Jonatan Stanczak, cofondatore del teatro di Jenin – Ciò dimostra che o l’esercito e gli apparati di sicurezza israeliani non sono in grado di condurre le indagini o hanno un’unica intenzione: danneggiare il teatro. Sembra che dopo l’omicidio di Juliano, il Freedom Theatre non sia più esentato dal genere di oppressione a cui l’intera società palestinese è soggetta”.

3Gli «amici del Teatro della libertà» denunciano il gravissimo attacco israeliano al «Freedom Theater» .

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