ISRAELE, UNA LEGGE PER ZITTIRE IL MUEZZIN


      Gerusalemme, 24 maggio 2011, Nena News – Un membro della Knesset, Anastassia Michaeli, del partito ultranazionalista Yisrael Beitenu, ha proposto un disegno di legge per bandire l’uso del sistema pubblico di indirizzo nelle moschee (gli altoparlanti) utilizzato per la chiamata alla preghiera.
Michaeli propone una legge per vietare l’uso dei sistemi acustici di chiamata alla preghiera (da parte del muezzin) e chiede al Ministero dell’Ambiente di combattere questo tipo di “inquinamento acustico”.DI CONNIE HACKBARTH*  Nella sua proposta di legge, la parlamentare dell’ultradestra scrive che “centinaia di migliaia di cittadini di Israele, nelle aree della Galilea, del Negev, di Gerusalemme, di Haifa e di altre zone centrali, soffrono quotidianamente e regolarmente di un fastidio ambientale – ovvero il rumore dovuto alla chiamata del muezzin dai sistemi pubblici delle moschee”. Il disegno di legge, che è un emendamento alla normativa per la prevenzione dei pericoli alla sicurezza, specifica che le moschee dovranno essere obbligate a non utilizzare tali sistemi e che le punizioni previste per chi violerà la legge dovranno consistere nel pagamento di un’ingente multa e nell’arresto.Le dichiarazioni della Michaeli, convertita all’ebraismo quando si è trasferita in Israele da Leningrado nel 1971, sono riportate nel sito di informazione ebraico nrg: “I residenti vicino alle moschee sono soliti svegliarsi con la chiamata del muezzin e descrivono la loro vita come un incubo, con bambini terrorizzati, studenti che fanno brutti sogni e adulti che soffrono di insonnia”.
La Michaeli ha redatto la sua proposta di legge seguendo l’appello del sindaco di Nazareth Ilit, Shimon Gafssou, e del vicesindaco di Afula, Dr. Boris Yudis. I due hanno inviato un appello congiunto al Ministero dell’Ambiente chiedendogli di rafforzare le leggi per limitare i rumori, incluse le aree vicino alle moschee. Sindaco e vicesindaco inoltre hanno annunciato di voler arruolare nella loro battaglia anche membri della Knesset e la Michaeli è subito saltata sul carrozzone.
Il deputato arabo Raleb Majadele del partito laburista ha inviato una lettera al presidente Reuven Rivlin, chiedendo di stracciare la proposta di legge perché razzista: “E’ un’iniziativa pericolosa e antidemocratica che nuoce all’appartenenza religiosa, pietra angolare della dichiarazione di indipendenza dello Stato di Israele”. Majalene ha poi aggiunto che “per 63 anni i residenti di Israele, ebrei e arabi, hanno vissuto in pace e dignità con la chiamata del muezzin dalle moschee, fino a quando non sono arrivati i membri di Yisrael Beitenu ad avviare una catena di leggi razziste, la più recente delle quali responsabile di provocare gravi implicazioni nella società israeliana”. Majadele ha inoltre contattato Michaeli annunciandole che presenterà immediatamente una petizione all’Alta Corte se porterà avanti la sua proposta di legge.
“Noi sosteniamo la libertà di religione – ha replicato Michaeli nel sito di Yisrael Beitenu – ma accanto al diritto esiste anche l’obbligo di tenere in considerazione l’ambiente. Quando famiglie, anziani, bambini e lavoratori sono costretti a svegliarsi alle prime ore dell’alba per la chiamata del muezzin, si va contro la legge”. La parlamentare ha poi aggiunto che si unirà “all’appello delle autorità (vigilanza, ispettori del Ministero dell’Ambiente, polizia e tribunali se necessario) per agire al fine di limitare il livello di rumore proveniente dalle moschee, così che non possano più disturbare i residenti e nuocere alla loro qualità della vita”.

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