Israele e Arabia incontro a Mosca Il Cremlino mediatore occulto Al centro dei colloqui le rivolte arabe, la Libia e la Palestina.

   Le rivolte arabe al centro di colloqui segreti a Mosca. Mentre i riflettori erano puntati su Bruxelles e Parigi, il Cremlino ha riunito il premier israeliano Netanyahu, il leader Abu Mazen e il ministro degli Esteri saudita Saud Al Faisal e il capo dell'intelligence di Riad, Muqrin bin Abdul Aziz. La visita ufficiale del primo ministro israeliano e quella di Abu Mazen dovevano puntare a riaprire i negoziati tra Israele e palestinesi. L'aggravarsi della situazione in Nord Africa e in Medio Oriente ha imposto un'altra agenda. Il regista di tutto è stato Valdimir Putin che ha favorito l'incontro tra israeliani e sauditi. Non è la prima volta che questi ultimi si incontrano in gran segreto. Muqrin aveva avuto colloqui anche con Olmert. Al centro degli incontri moscoviti c'era tutta la situazione mediorientale. Sia Israele che l'Arabia Saudita non vedono di buon occhio i cambi di potere nei Paesi della regione. A Riad sono particolarmente in allarme per l'evolvere della situazione in Bahrain e nello Yemen. Tel Aviv teme un cambio repentino a Damasco che potrebbe avere un effetto domino sul Libano e sulla Giordania. Con il rischio di un'ascesa dei gruppi legati all'Iran. E proprio l'eventaulità di una maggiore influenza di Teheran nella Mezzaluna fertile preoccupa la dinastia saudita. Inoltre l'offensiva di Hamas e la protesta in Siria potrebbero scatenare un vortice che potrebbe coinvolgere il Libano e aprire uno scenario di guerra globale. Arabia Saudita e Israele si trovano così dalla stessa parte, due Paesi fortemente legati a gli Stati Uniti di cui però criticano le scelte fatte sinora. L'appoggio di Washington alle rivolte arabe e la decisione di bombardare la Libia, senza sentire gli alleati nella regione, ha indebolito Tel Aviv e Riad. Non è poi gradito da israeliani e sauditi l'interventismo di Francia e Inghilterra, i Paesi europei colpevoli di molti errori storici ai tempi dei loro protettorati nella regione nel secolo scorso. Il governo russo ha approfittato di questi malumori per inserirsi e aprire una nuova via diplomatica. Dai tempi dell'Unione sovietica, Mosca ha guardato con interesse ai Paesi arabi e aprire un canale preferenziale con Israele le consentirebbe di entrare nel Mediterraneo dalla porta principale. Oltretutto la Russia è coinvolta nel programma nucleare di Teheran: argomento che mette agitazione sia Tel Aviv sia Riad. Così Netanyahu e il ministro degli Esteri saudita hanno chiesto rassicurazioni sull'impegno di Mosca a fermare le aspirazioni atomiche degli ayatollah. Mosca, senza clamori, si infila così nel gioco diplomatico in Medio Oriente e apre la strada a una mediazione per risolvere la crisi libica. Sebbene, infatti, abbia richiamato a Mosca l'ambasciatore a Tripoli, mantiene aperti i canali diplomatici. E Medvedev, titolare della politica estera di Mosca, è in contatto con Erdogan e Berlusconi. La Russia ha ribadito che non parteciperà alla no fly zone, ma si è detto disposto a «compiere sforzi» per «ricomporre il conflitto» in corso. E l'Europa resta divisa.Israele E Arabia Incontro A Mosca Il Cremlino Mediatore Occulto

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