BARUCH DAYAN HA EME Letizia Hava Lehmann
A una sorella dell'anima, a una persona che mi ha dato tanto e che mi manca . Una luce intesa di coerenza, verità e dignità. Queste le testimonianze che mi ha inviato da Israele . Sei stata, Letizia, un dono prezioso ....e tu sai, vero, quello che voglio dire e non so esprimere. Con infinita nostalgia .BARUCH DAYAN HA EME . Un forte abbraccio alla tua famiglia e ai tuoi cari. Ciao..sia lieve il tuo cammino dovunque tu sei, sorella
1 testimonianza ebraica: Notte di Natale...1943 a Firenze Nella citta' occupata dai tedeschi hanno cercato rifugio migliaia di ebrei fuggiti da tutte le parti d'Europa --nei conventi, nelle pensioni e stanze ammobiliate. Vivevamo in continua ansia d'essere scoperti, e giornalmente si sentiva di nuovi arresti. Per evitare sospetti andavamo regolarmente a Messa ogni domenica. Nella notte di Natale [1943] assistemmo alla Messa nel Duomo. In una citta' oscurata, fredda e triste ho avuta un'indimenticabile esperienza. La funzione fu un avvenimento unico e irreale, quasi mistico. Ed e' cosi' che ho potuto constatare come in condizioni tanto dolorose si possa vivere un'esperienza che rimarra' impressa per una vita intera. Buon Natale a tutti con un pensiero speciale per i fiorentini.
2 Una bambina ebrea nella Trieste fascista Essendo la mia famiglia atea, fino alla promulgazione delle leggi razziali non ero conscia del mio ebraismo.Ricordo l'entusiasmo di noi piccoli alunni delle elementari quando il "duce" visito' Trieste e tutti eravamo sulle rive a festeggiarlo.Pur essendo mio padre fervente anti-fascista non lasciava trapelare le sue idee davanti ai bambini perche' era pericoloso.A scuola ci imbottivano il cervello con slogan fascisti e l'idealizzazione di Mussolini, e si sa che a quell'eta' si fa presto ad essere influenzati.Ed e' questo entusiasmo che contribui' a rendere piu' che mai dolorosa la botta delle leggi razziali.La signora maestra mi chiamo' alla cattedra per dimostrare alla classe le caratteristiche della mia fisionomia semitica.Tutto cambio' con le leggi razziali: i compagni ed amici ci voltarono le spalle, e fui costretta a cambiare scuola, fare nuove amicizie, e soprattutto ad adattarmi alla nuova identita' di una razza inferiore.La scuola ebraica di via del Monte divenne il mio nuovo rifugio, una famiglia dalla quale sparivano giornalmente gli alunni fortunati che erano riusciti ad ottenere un certificato per l'America o la Palestina.I professori erano eccellenti, ma le classi erano ridotte al punto che i programmi di studio si adeguavano alla maggioranza. Io per esempio fui costretta a frequentare la classe scientifica per la quale non avevo alcuna vocazione. Gli esami li facemmo come esterni.Ma il tempo stringeva e facemmo ogni sforzo per ottenere al piu' presto un certificato, ancora prima della catastrofe che si prospettava.Possiedo tuttora il mio diploma di maturita' sul quale stampato in caratteri rossi: "DI RAZZA EBRAICA".Le leggi razziali mi hanno privata dell'appartenenza al mio paese.A questo si aggiunsero l'ansia e l'insicurezza che raggiunsero la crisi con l'occupazione tedesca, la fuga dalla mia casa e dalla mia citta' , ed il vagare da un posto all'altro per aver salva la vita.La mia aliah nell'allora Palestina fu motivata esclusivamente dalla delusione e ricerca di una nuova patria.Sulla nave che ci portava in Palestina occupata da profughi ebrei come me, c'era un giovane arabo di Gerusalemme, studente che la guerra aveva bloccato in Italia. Aveva piu' o meno la nostra eta' e si stava volentieri insieme. Senza alcun segno di odio ci predisse allora che giunti in Palestina ci avrebbero ammazzati tutti.
3 I Giusti di Assisi e Firenze nel 1941 :testimonianze da Israele Ricordo in modo speciale il tipografo sulla strada principale della citta' il cui figlio ho visitato per esprimergli la mia gratitudine. Il padre era gia' morto. Una persona eroica che si e' messa in pericolo per fare carte false agli ebrei. Anche i frati furono meravigliosi, ed io ci penso spesso quando si dice che la chiesa non ha aiutato. Senza il consenso del Papa non avrebbero potuto farlo."e carte false le hanno fatte anche a me ed alla mia famiglia e a moltissimi ebrei profughi....all'anagrafe di Firenze [Ci siamo presentati come profughi dalla zona occupata dagli alleati nel sud, accusando la perdita dei documenti. Gli impiegati ci fornirono immediatamente carte false, pur sapendo benissimo la verita'.Questo lo hanno pure fatto con profughi che non sapevano una parola d'italiano. Io stessa ho fatto l'interprete per alcuni di loro.Storia bellissima vero? ed e' per questo che amo i fiorentini [e gli italiani in genere]
1 testimonianza ebraica: Notte di Natale...1943 a Firenze Nella citta' occupata dai tedeschi hanno cercato rifugio migliaia di ebrei fuggiti da tutte le parti d'Europa --nei conventi, nelle pensioni e stanze ammobiliate. Vivevamo in continua ansia d'essere scoperti, e giornalmente si sentiva di nuovi arresti. Per evitare sospetti andavamo regolarmente a Messa ogni domenica. Nella notte di Natale [1943] assistemmo alla Messa nel Duomo. In una citta' oscurata, fredda e triste ho avuta un'indimenticabile esperienza. La funzione fu un avvenimento unico e irreale, quasi mistico. Ed e' cosi' che ho potuto constatare come in condizioni tanto dolorose si possa vivere un'esperienza che rimarra' impressa per una vita intera. Buon Natale a tutti con un pensiero speciale per i fiorentini.
2 Una bambina ebrea nella Trieste fascista Essendo la mia famiglia atea, fino alla promulgazione delle leggi razziali non ero conscia del mio ebraismo.Ricordo l'entusiasmo di noi piccoli alunni delle elementari quando il "duce" visito' Trieste e tutti eravamo sulle rive a festeggiarlo.Pur essendo mio padre fervente anti-fascista non lasciava trapelare le sue idee davanti ai bambini perche' era pericoloso.A scuola ci imbottivano il cervello con slogan fascisti e l'idealizzazione di Mussolini, e si sa che a quell'eta' si fa presto ad essere influenzati.Ed e' questo entusiasmo che contribui' a rendere piu' che mai dolorosa la botta delle leggi razziali.La signora maestra mi chiamo' alla cattedra per dimostrare alla classe le caratteristiche della mia fisionomia semitica.Tutto cambio' con le leggi razziali: i compagni ed amici ci voltarono le spalle, e fui costretta a cambiare scuola, fare nuove amicizie, e soprattutto ad adattarmi alla nuova identita' di una razza inferiore.La scuola ebraica di via del Monte divenne il mio nuovo rifugio, una famiglia dalla quale sparivano giornalmente gli alunni fortunati che erano riusciti ad ottenere un certificato per l'America o la Palestina.I professori erano eccellenti, ma le classi erano ridotte al punto che i programmi di studio si adeguavano alla maggioranza. Io per esempio fui costretta a frequentare la classe scientifica per la quale non avevo alcuna vocazione. Gli esami li facemmo come esterni.Ma il tempo stringeva e facemmo ogni sforzo per ottenere al piu' presto un certificato, ancora prima della catastrofe che si prospettava.Possiedo tuttora il mio diploma di maturita' sul quale stampato in caratteri rossi: "DI RAZZA EBRAICA".Le leggi razziali mi hanno privata dell'appartenenza al mio paese.A questo si aggiunsero l'ansia e l'insicurezza che raggiunsero la crisi con l'occupazione tedesca, la fuga dalla mia casa e dalla mia citta' , ed il vagare da un posto all'altro per aver salva la vita.La mia aliah nell'allora Palestina fu motivata esclusivamente dalla delusione e ricerca di una nuova patria.Sulla nave che ci portava in Palestina occupata da profughi ebrei come me, c'era un giovane arabo di Gerusalemme, studente che la guerra aveva bloccato in Italia. Aveva piu' o meno la nostra eta' e si stava volentieri insieme. Senza alcun segno di odio ci predisse allora che giunti in Palestina ci avrebbero ammazzati tutti.
3 I Giusti di Assisi e Firenze nel 1941 :testimonianze da Israele Ricordo in modo speciale il tipografo sulla strada principale della citta' il cui figlio ho visitato per esprimergli la mia gratitudine. Il padre era gia' morto. Una persona eroica che si e' messa in pericolo per fare carte false agli ebrei. Anche i frati furono meravigliosi, ed io ci penso spesso quando si dice che la chiesa non ha aiutato. Senza il consenso del Papa non avrebbero potuto farlo."e carte false le hanno fatte anche a me ed alla mia famiglia e a moltissimi ebrei profughi....all'anagrafe di Firenze [Ci siamo presentati come profughi dalla zona occupata dagli alleati nel sud, accusando la perdita dei documenti. Gli impiegati ci fornirono immediatamente carte false, pur sapendo benissimo la verita'.Questo lo hanno pure fatto con profughi che non sapevano una parola d'italiano. Io stessa ho fatto l'interprete per alcuni di loro.Storia bellissima vero? ed e' per questo che amo i fiorentini [e gli italiani in genere]
4 Sderot: la normalità spezzata dai razzi, cittadina di frontiera a pochi chilometri dalla striscia di Gaza, abitata da una maggioranza di oriundi dal Nord-Africa, in Israele dagli anni 50-60 del secolo scorso. Si tratta di gente semplice che non ha i mezzi per trasferirsi altrovedove la vita sarebbe più' sopportabile. Anche quei cittadini che hanno finora la casa intatta sono impossibilitati di venderla per sistemarsi in zona meno pericolosa.Sderot e' oggi una città'fantasma, con le strade vuote ed i negozi che si chiudono e falliscono. La maggioranza delle case non hanno rifugi o difesa contro i kassam e gli abitanti possono solo sperare nella fortuna.Ibambiniche da 7 anni vivono in un'atmosfera di ansia stanno tappati in casa, frequentano le scuole saltuariamente, e non conoscono la spensieratezza della gioventù'.Negli ultimi tempi alcuni magnati pietosi organizzano di tanto in tanto qualche giorno di vacanza per questa gente che ne ha estremo bisogno. La rabbia degli abitanti di Sderot si rivolge contro il governo dal quale esigono interventi adeguati per interrompere il lancio dei kassam . E' una popolazionedebole quella di Sderot, non come quella dei kibbutzim che nella stessa regione del Negev sono vittime essi pure.Giorni fa' e' stata colpita la scuola media regionale dei kibbutzimche, intraprendendo le riparazioni e le opera di difesa senza rivolgersi al governo, sono meglio attrezzati.Mentre i kibbutzim restano fedeli alle loro ideologie, i cittadini di Sderot alimentano la rabbia e la sensazione di alienazione.Chi potrebbe accusarli? Vivono un infernoche sembra non aver via di uscita
PS Hava , avevo promesso di inviarti questa favola. scritta da me . Non ho fatto in tempo. Scusami.. Tu sei un stata per me un frammento di Luce,uno scrigno prezioso, una presenza costante. Te la mando ora creatura dell'Infinito
Il mondo non conosceva ancora l’umanità. Il sole irraggiava il sorriso intenso del cielo. Le fate vivevano nelle corolle attendendo le voci del primo uomoUna di esse, levando gli occhi all’incanto di un giorno terso, desiderò regalare alla terra un fiore di petali azzurri. Aspettò la notte e invocò la luna"Come posso raggiungerti e recare quaggiù una scheggia del cielo?La luna rispose con saggezza"L’amore richiede forza e fierezza. Medita. Puoi salire sin da me grazie al filo sottile di un mio raggio d’argento, ma incontrerai l’oscuro timore e la solitudineLa fata lesse nel suo cuore e accettòIl filo era leggero e resistente, le tenebre sempre più impenetrabili. La piccola fata si sentì fragile ed indugiò. Immaginò le risate allegre dei bambini e, donando a sè il silenzio, si slanciò nell’Universo. Qui ella colse il celeste più vivo ed il suo animo gioì. Sulla terra era nato un tenue fiore bianco, simile ad una minuscola campana. Ad esso fu offerto quel nuovo coloreGiunse finalmente l’uomo. Le fate si ritrassero e il loro sguardo rifulgeva tutte le volte che un fanciullo esclamava: "Com’è bello! Fa vivere in noi il cielo".Il loro sorriso illuminava la creazione
PS Hava , avevo promesso di inviarti questa favola. scritta da me . Non ho fatto in tempo. Scusami.. Tu sei un stata per me un frammento di Luce,uno scrigno prezioso, una presenza costante. Te la mando ora creatura dell'Infinito
Il mondo non conosceva ancora l’umanità. Il sole irraggiava il sorriso intenso del cielo. Le fate vivevano nelle corolle attendendo le voci del primo uomoUna di esse, levando gli occhi all’incanto di un giorno terso, desiderò regalare alla terra un fiore di petali azzurri. Aspettò la notte e invocò la luna"Come posso raggiungerti e recare quaggiù una scheggia del cielo?La luna rispose con saggezza"L’amore richiede forza e fierezza. Medita. Puoi salire sin da me grazie al filo sottile di un mio raggio d’argento, ma incontrerai l’oscuro timore e la solitudineLa fata lesse nel suo cuore e accettòIl filo era leggero e resistente, le tenebre sempre più impenetrabili. La piccola fata si sentì fragile ed indugiò. Immaginò le risate allegre dei bambini e, donando a sè il silenzio, si slanciò nell’Universo. Qui ella colse il celeste più vivo ed il suo animo gioì. Sulla terra era nato un tenue fiore bianco, simile ad una minuscola campana. Ad esso fu offerto quel nuovo coloreGiunse finalmente l’uomo. Le fate si ritrassero e il loro sguardo rifulgeva tutte le volte che un fanciullo esclamava: "Com’è bello! Fa vivere in noi il cielo".Il loro sorriso illuminava la creazione
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