Yossi Sarid :Che altro vuoi da Mohammed?

Chiamiamolo Mohammed. (Dopo tutto, tutti qui si chiamano "Mohammed", anche il poeta Mahmoud Darwish.). Ho conosciuto il ragazzo da quando è nato, suo padre è un mio amico. Mi piacciono tutti i membri della sua famiglia, non solo in virtù di un ben noto, inveterato amore per il mondo arabo, io li amo per come sono. Essi sono il mio genere di persona: persone impegnate che si chiedono cosa possono fare per il paese. Essi chiedono, e danno risposte. Questo Mohammed, che ha finito 12 anni di scuola, ha deciso di aderire al servizio nazionale. Questa non è una decisione facile per un giovane arabo. Non è un segreto che la maggior parte dei cittadini arabi si oppone a tale servizio, come fanno i loro rappresentanti alla Knesset. E non pensare per un secondo che il percorso di adesione al servizio sia ben asfaltato, senza buche. Per aggirare gli ostacoli, si devono sfruttare le proprie conoscenze, perché la teoria prevalente è che Mohammed non contribuisce al paese, anzi, lo Stato, per bontà di cuore, accetta di ricevere il suo contributo. Non so se voleva essere un poliziotto quando era piccolo, ma cinque anni fa è stato colto da questa ambizione. Mohammed si è arruolato volontario ed ha indossato la divisa blu per due anni, rifiutandosi di toglierla persino quando tornava a casa nel suo villaggio. Le forze di polizia di nostra Maestà erano contente del nostro ragazzo, e quando ebbe finito, Mohammed ricevette l’attestato del risultato conseguito con eccellenza. Che altro avrebbe potuto chiedere lo stato a Maometto? Ingenuamente, dedusse che, se non nel servizio nazionale, nella polizia avrebbe potuto entrare come membro regolare. Seppe dai mezzi di informazione che il Ministero della Difesa aveva in progetto l’assunzione di circa 1.000 cittadini arabi nella polizia. Ma notizie di questo genere e la realtà possono essere due cose diverse. Il lavoro nella polizia non era possibile per Mohammed. Il messaggio era che lui con i suoi amici avrebbe dovuto andare da qualche altra parte. Continuò a cercare. La Knesset emise un annuncio: era alla ricerca di candidati per il servizio di guardia. È un'idea, pensò, ma si è scoperto che, per gli arabi, la sicurezza parlamentare e il lavoro come guardia di sicurezza sono off limits, la Knesset ne ha già abbastanza dei parlamentari arabo israeliani. Se non alla Knesset, allora forse alla Corte Suprema, che discute di tanto in tanto del suo bisogno di personale. Per Mohammed, invece, delusione segue a delusione. Ancora una volta si scopre che gli arabi possono entrare alla Corte solo se sono sotto processo, ma non hanno possibilità di andarci a lavorare. Qualcuno avvertì il presidente e il portavoce della Knesset di queste iniquità, ma si scopre che nulla può essere più facile che incolpare qualcun altro. Mohammed, il poliziotto disoccupato, come poliziotto stipendiato o come guardia è una minaccia per la sicurezza. 
L'amara esperienza di questo giovane non scoraggia suo fratello minore, che potremmo chiamare di nuovo Mohammed. Nonostante quello che è successo a suo fratello, Mohammed II, ha deciso di seguire lo stesso percorso, che lo ha portato esattamente nello stesso posto - ad un insultante logoramento e a un’inanità imposta. Dico ad entrambi che in questo storia dovrebbero benedire tutti - quindi, dal momento che i fratelli maledicono tutti nel loro cuore, potrebbero cercare un modo per perdonarli. Ma loro, i Mohammed, conservano la loro fede semplice: alla fine tutto si risolverà per il meglio, dicono. Fintanto che succede, tutti dovrebbero vedere se stessi come se fossero Mohammed, un cittadino israeliano che cerca di contribuire allo stato, ma viene rifiutato. La sua lealtà non può fare nulla per accrescere la sua cittadinanza, tutti dovrebbero opporsi al servizio nazionale così com'è oggi, pieno di disprezzo e spregevole. Dovremmo cogliere l'occasione e chiedere a beduini e drusi: il vostro destino è migliorato quando siete tornati a casa dopo aver terminato il vostro periodo nell'esercito? E, naturalmente, alcuni di questi potenziali intervistati non sono mai tornati a casa. 

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