Libano, cosa ha davvero rivelato Wikileaks

Sfogliando la stampa internazionale sembrerebbe che l'uragano Wikileaks si sia abbattuto anche sul Libano, facendo rivelazioni inattese e svelando i misteri del Paese dei cedri. Ma leggendo i documenti svelati dal sito di Julien Assange riguardanti il Libano sorge quasi immediatamente spontanea la domanda: dov'è la novità?Ha fatto molto scalpore il fatto che la Corea del Nord venda armi ad Iran e Siria e che questi ultimi le girino ad Hamas ed Hezbollah. Storia vecchia che lascia da parte un piccolo ma non irrilevante particolare. Nel 2009 anche la Cina sembra abbia venduto armi ai movimenti di resistenza palestinesi, e nello specifico proprio ad Hamas, ma nessuno lo ha gridato così ad alta voce. Apparentemente dunque nessuna novità che le armi dei guerriglieri palestinesi e libanesi provengano dall'estremo oriente passando attraverso Damasco e Teheran. Non è certo la prima volta che Israele e gli Stati Uniti se ne lamentano con Bashar al-Assad.Si è poi dibattuto sulla quantità di missili realmente in possesso di Hezbollah. Cinquantamila secondo le rivelazioni di Wikileaks. Certo la cifra è notevole, anche se la reale dimensione degli arsenali di Hezbollah non poteva essere molto lontana da quella cifra. Movimento jihadista combattente, per sua stessa definizione, il Partito di Dio è operativo militarmente sul campo dal 1982. Da 28 anni è in guerra aperta con Israele, ha fronteggiato le invasioni del 1993, 1996 ed ultima la guerra dei 33 giorni del 2006. Dal 1985 fino al 2000 ha portato oltre 6mila attacchi diretti contro l'esercito israeliano di stanza nel sud del Libano e dagli anni novanta ha anche iniziato a lanciare razzi Katyusha sulle città del nord di Israele.Il dato nuovo sta invece nella portata balistica che i nuovi missili forniti da Damasco dovrebbero avere: un massimo di circa 700 chilometri. Già 200 chilometri basterebbero per raggiungere il territorio israeliano: con 500 in più il raggio d'azione diventerebbe molto più elevato aumentando in maniera direttamente proporzionale i rischi per la sicurezza di Tel Aviv.Non coglie nemmeno di sorpresa il fatto che il Partito di Dio possegga una propria rete di telecomunicazioni interna al Libano e che la tecnologia venga fornita dall'Iran.  Da tempo in Libano è in corso una vera e propria guerra delle telecomunicazioni in cui il Mossad ha infiltrato propri agenti. E se Israele controlla più o meno indirettamente una compagnia telefonica, o almeno alcuni suoi elementi chiave, non deve stupire il fatto che, per non essere intercettati, gli uomini di Hezbollah abbiano creato una propria rete di comunicazione impermeabile alle possibili intercettazioni israeliane.Il vero dato che invece scaturisce dalle rivelazioni diWikileaks è un altro. E' un dato politico, che fa certamente meno notizia dei 50mila missili in possesso di Hezbollah, o della fantomatica rete di telecomunicazioni segreta costruita da Teheran. Ossia il fatto che il ministro della Difesa libanese Elias Murr avrebbe comunicato, nel marzo 2008, alcuni suggerimenti ad Israele su come liberarsi di Hezbollah. Il dato è sorprendente considerando che Elias Murr ha spesse volte assunto posizioni vicine ad Hezbollah. E oltre che sorprendente, la rivelazione rischia di essere una vera e propria mina vagante per la stabilità libanese.Nonostante le smentite, i cablogrammi statunitensi parlano chiaro. Murr descrisse nel 2008 un Hezbollah spaventato, in difficoltà, che non avrebbe retto ad un altro attacco israeliano. Qualora Tel Aviv avesse deciso per un imminente intervento militare egli avrebbe dato istruzioni all'esercito libanese di mantenersi estraneo al conflitto rimanendo chiuso nelle caserme. Murr si lascia andare anche a pesanti considerazioni sul conto dell'ex-generale Micheal Auon, attuale alleato di Hezbollah, definendolo ormai vicino alla pazzia. Murr infine avvertiva Israele sulle conseguenze della guerra del 2006, affermando come inizialmente la popolazione cristiana, se non tutta almeno quella vicina alla sua persona, fosse favorevole all'intervento contro Hezbollah. Tuttavia anche questa parte di cristiani dovette ricredersi in seguito agli indiscriminati bombardamenti delle aree cristiane. Murr infine, riprendendo un esempio storico non certamente gratificante, come Israele debba rafforzare i suoi rapporti con la comunità cristiana.Più dei missili di Hezbollah sono queste le dichiarazioni che potrebbero mettere in crisi la stabilità interna del paese, soprattutto in attesa della sentenza del Tribunale speciale dell'Onu che sta indagando sulla morte del premier Rafiq Hariri. Anche perché le rivelazioni non sembrano essere finite qui.* per Osservatorio Iraq
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