Lamis Andoni : da Balfour a Obama



From Balfour to Obama - Al Jazeera English

 2 novembre 1917, Lord Arthur Balfour, l’allora ministro degli esteri britannico, promise di creare una patria per gli ebrei in Palestina. Il documento, conosciuto come la dichiarazione Balfour, ha gettato le basi per la creazione dello stato di Israele nel 1948.La Palestina era ancora sotto il dominio ottomano quando fu scritto il documento, ma la Gran Bretagna ed i suoi alleati erano molto vicini alla vittoria sul sofferente impero ottomano. Quando, solo un mese dopo, la Gran Bretagna prese il controllo della Palestina, il documento assunse improvvisamente un significato di maggiore portata. La dichiarazione Balfour fu presentata come se fosse equivalente a un atto di proprietà che dava legittimità ai piani del movimento sionista internazionale.Balfour era perfettamente cosciente della presenza di una popolazione indigena araba, ma in un’epoca che era ancora precedente al diritto internazionale, alla Carta delle Nazioni Unite e alla quarta Conferenza di Ginevra, un impero potente non si faceva scrupoli nel garantire un atto di proprietà per territori su cui non poteva vantare alcuna rivendicazione legittima. 
La dichiarazione Balfour includeva però una clausola secondo cui “non doveva essere fatto nulla che avrebbe potuto pregiudicare i diritti civili e religiosi delle comunità non ebree esistenti in Palestina” – una condizione di cui i fondatori e i governanti di Israele non tennero conto. Ma ci si sarebbe potuto aspettare qualcosa di più, dal momento che la dichiarazione stessa ha sottratto alla comunità araba in Palestina il proprio diritto alla terra ed all’autodeterminazione.Gli arabi palestinesi erano però l’ultima preoccupazione di Balfour, e di molti altri politici britannici. Egli, infatti, era principalmente occupato a risolvere quello che era un ‘problema dell’Europa’, senza preoccuparsi dei diritti della popolazione locale. Egli intendeva inoltre puntellare l’impero britannico ormai in declino.Balfour vedeva la creazione di una patria per gli ebrei in Palestina come la migliore soluzione a quello che era comunemente definito ‘il problema degli ebrei’ in Europa – una soluzione che rifletteva e rappresentava la fondamentale convinzione antisemita che gli ebrei fossero un corpo estraneo che causava problemi all’Europa cristiana.
Balfour era un noto antisemita, il quale, da primo ministro, aveva sostenuto e incoraggiato l’Aliens Act del 1905, con il quale si voleva mettere un freno all’immigrazione verso la Gran Bretagna – principalmente ebraica – proveniente dall’Est europeo.Nel corso degli anni, egli si convinse sempre più che il Sionismo – il movimento che sosteneva la creazione di una madrepatria per gli ebrei in Palestina – offriva una soluzione conveniente al ‘problema ebraico’. Come altri antisemiti, egli non credeva che gli ebrei appartenessero all’Europa e sentiva che essi rappresentavano una razza e una religione separata che non poteva vivere in armonia all’interno dei paesi di residenza
Egli espresse chiaramente questi sentimenti in un’introduzione che scrisse per un libro intitolato ‘Storia del Sionismo’, di Nahum Sokolow. Facendo appello agli europei affinché sostenessero il Sionismo, Balfour scrisse: “Per quanto ho avuto modo di leggere, il suo significato sta, tra le altre cose, nel serio tentativo di mitigare le interminabili sofferenze per la civiltà occidentale, causate dalla presenza al suo interno di un corpo che è stato a lungo percepito come estraneo e addirittura ostile, ma che tale civiltà è stata ugualmente incapace sia di incorporare che di espellere. Di sicuro, anche solamente per questa ragione, dovrebbe ricevere il nostro sostegno”.Mentre molti ebrei aspiravano all’assimilazione, il movimento sionista creato da Theodore Herzl voleva creare un’entità separata per gli ebrei. Herzl non vedeva il problema ebraico come una questione di segregazione o di discriminazione che poteva essere risolta attraverso una lotta per i diritti universali; egli aspirava ad una soluzione più radicale: portare via gli ebrei dall’Europa.

L’opposizione ebraica

Eppure non tutti gli ebrei erano convinti che questa fosse la risposta al problema. Vi era infatti una notevole resistenza al Sionismo da parte di molti ebrei europei, compresi quelli britannici. Alla testa di tali critiche vi era il politico britannico Edwin Montagu, il quale sosteneva con forza che la dichiarazione avrebbe potuto causare reazioni violente contro quegli ebrei che avrebbero scelto di rimanere in Europa. “Desidero dichiarare ufficialmente che a mio avviso la politica del governo di sua maestà è antisemita e rappresenterà un motivo di aggregazione per gli antisemiti in ogni paese del mondo”, scrisse in un memorandum ufficiale.

Gli storici ritengono che le critiche di Montagu spinsero il governo britannico ad apportare importanti modifiche e aggiunte alla bozza originale della dichiarazione: la promessa di Balfour di aiutare a rendere la Palestina “una patria ebraica” venne trasformata in un sostegno “alla creazione in Palestina di una patria nazionale per il popolo ebraico”.
La bozza finale stabiliva, inoltre, che non sarebbe stato preso alcun provvedimento che potesse pregiudicare i diritti o lo status politico degli ebrei in qualsiasi altro paese – tentativo, questo, di dissipare i timori che la creazione di una madrepatria per gli ebrei avrebbe messo in pericolo coloro che rimanevano in Europa confermando la percezione che essi rappresentavano un gruppo “estraneo”.

In questo modo si trovò una formula capace di soddisfare sia gli antisemiti sia quegli ebrei che preferivano l’assimilazione nel loro paese di residenza.
Eppure in tutto questo dramma, i Palestinesi non furono né consultati né seriamente considerati. Succedeva allora ciò che succede ancora oggi, con la differenza che il potere imperiale britannico è stato oggi sostituito da quello americano.
Lord Balfour era un vero rappresentante dei valori imperiali di quel tempo – egli era un politico antisemita che ha cercato di risolvere ciò che era allora percepito come ‘il problema europeo’, gettando le basi per la creazione di una entità filo-occidentale nel mondo arabo. La sua dichiarazione era l’incarnazione dell’imperialismo e dell’antisemitismo, le cui ripercussioni si avvertono ancora oggi a migliaia di chilometri dal luogo in cui tale breve dichiarazione venne formulata.
Lamis Andoni è un’analista e commentatrice di questioni palestinesi e mediorientali; si occupa da 20 anni dell’OLP, ed ha intervistato tutti i principali leader del movimento

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