GUSH SHALOM SCRIVE ALL'AGREXCO


Già da molti anni la vostra azienda ha l'abitudine di commercializzare a livello internazionale i prodotti provenienti dagli insediamenti nei territori occupati. Come siete senza dubbio a conoscenza - anche se non vi siete scomodati nel farlo sapere al pubblico israeliano - questa pratica sta suscitando una forte opposizione in tutto il mondo, particolarmente in Europa, nella forma di manifestazioni, petizioni di protesta e così via.In particolare, due grandi catene di supermercati in Italia, la COOP e Nordiconad, hanno annunciato ad associazioni attive nel loro paese che non sono più disponibili a commercializzare prodotti provenienti dagli insediamenti nei Territori Occupati, che sono distribuiti in Europa dall'Agrexco. Il sig. Maurizio Zucchi, il direttore della Qualità, scrive che la vostra azienda non è disposta ad indicare sulla confezione l'origine dei propri prodotti in vendità e quindi visibile ai clienti del supermercato, rendendo così impossibile per i consumatori italiani di verificare se i prodotti offerti provengono dal territorio internazionalmente riconosciuto di Israele o dagli insediamenti nei territori occupati - una questione molto importante per molte persone, in Italia e nel mondo.Questi sviluppi in Italia dovrebbero essere considerati da voi come un allarme rosso lampeggiante. È ora che vi rendiate conto che l'agricoltura negli insediamenti nei territori occupati - in particolare, gli insediamenti agricoli stabiliti nella Valle del Giordano come parte del defunto 'Piano Allon' - è diventata una macina al collo per l'agricoltura israeliana. Se si mantiene la politica di mescolare i prodotti israeliani con i prodotti degli insediamenti, anche se l'opposizione a livello mondiale agli insediamenti è nettamente in crescita, si mettono a rischio tutte le esportazioni agricole di Israele.Adam Keller, portavoce di Gush Shalom tel. 054-2340749Gush Shalom scrive all'Agrexco

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