GILBERT ACHCAR, “GLI ARABI E LA SHOAH”



Roma, 29 maggio 2010, Nena News - «La condizione prima di ogni vera comunicazione è la possibilità di comprendere l’altro, l’interlocutore; detto altrimenti, di potersi mettere intellettualmente al suo posto, nella sua pelle – cosa che presuppone d’altronde che si sia in grado di praticare l’ascesa intellettuale che consiste nell’uscire temporaneamente dalla propria pelle per la necessità della riflessione. Nulla è più nefasto per la realizzazione di questa condizione sine qua non del dialogo dell’essenzializzazione dell’altro, che postula l’immutabilità del proprio essere e del proprio pensiero. Nessun dialogo è possibile a meno di riconoscere l’esistenza e l’esperienza, nella loro doppia dimensione individuale e collettiva, che formano la coscienza, compresa la comprensione dell’altro, e non un qualunque atavismo. L’essenzializzazione dell’altro è sempre essenzializzazione di sé – più spesso caricatura dell’altro e idealizzazione di sé, raramente il contrario» (Gilbert Achcar, Les Arabes et la Shoah – La guerre israélo-arabe des récits, éditions Actes Sud-Sindbad, Parigi, 2009, pp. 408-409)Queste parole ben sintetizzano l’importanza che nei nostri tempi hanno assunto i racconti: di sé e degli altri. E di come sia dirimente il criterio con cui raccontiamo noi stessi agli altri e gli altri a noi stessi.Uno dei miti più diffusi ormai da decenni è quello che vuole i popoli dei Paesi arabi in un qualche modo antisemiti per deviazione genetica.Questo mito è in gran parte risultato della «sapiente» utilizzazione da parte della propaganda dominante di due cose: il genocidio nazista in Europa e la reazione che a questo ci fu nel Medio Oriente.inoltre, il mito si è nutrito largamente dell’amalgama arbitraria che spesso si fa mettendo in un tutto unico i «popoli arabi», negando ad essi e di essi le differenziazioni. È come se si volesse dire: «la reazione alle persecuzioni antisemite dei popoli europei», mettendo tutto sullo stesso piano, i persecutori e i perseguitati, chi accettò per rassegnazione le persecuzioni e chi invece collaborò con esse, attivamente o meno, e, infine, chi vi si oppose.Per smontare questo mito e questo appiattimento Gilbert Achcar ha lavorato a lungo a un’opera importante, Les Arabes et la Shoah – La guerre israélo-arabe des récits, éditions Actes Sud-Sindbad, Parigi, 2009 (che è stato tradotto anche negli Stati Uniti, The Arabs and the Holocaust -The Arab-Israeli War of Narratives, Metropolitan Books, New York, 2010) Non vi è argomento più «infuocato» delle reazioni arabe all’antisemitismo.Queste reazioni vengono esaminate in dettaglio, quasi puntiglioso, da parte dell’autore a partire dal XIX secolo fino ad arrivare ai nostri giorni.Leggendo quest’opera ponderosa, ma molto scorrevole, si scopre che in realtà le reazioni arabe all’antisemitismo prima e alle persecuzioni e allo sterminio degli ebrei europei successivamente sono differenti a seconda dei Paesi presi in esame (l’analisi di Achcar «si limita» a prendere in esame i Paesi dell’Oriente arabo, per una ragione fondamentale: essi sono quelli più direttamente coinvolti dalle conseguenze della creazione dello Stato di Israele, risultato diretto della Shoah) e non solo. All’interno di questi come dice lo stesso autore: «[…] Evidentemente è un lavoro gravoso […] abbozzare un quadro della reazione alla Shoah nel mondo arabo, dove la diversità dei Paesi e delle situazioni è demoltiplicata dalla differenza delle tendenze e delle sensibilità politiche, e dove il rapporto con la tragedia ebraica è infinitamente complicato dalla sua relazione con il dramma palestinese» (p. 14).Noi, che viviamo in tempi in cui l’appiattimento è la scorciatoia per sfuggire alle proprie responsabilità, non possiamo che trarre un grande vantaggio da quest’opera: quello di sfuggire alla tentazione di accettare la «caricatura dell’altro» come essenza veritiera delle loro storie, individuali e collettive.*Cinzia Nachira, docente dell’università di Lecce, da anni si occupa della regione mediorientale. Ha scritto articoli e saggi su questi temi anche tradotti all’estero, in particolare Francia e Gran Bretagna. Per la Casa Editrice Shahrazad ha pubblicato il libro “Identita’ e conflitto, il caso israeliano-palestinese”.GILBERT ACHCAR, “GLI ARABI E LA SHOAH”

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