Amira Hass :PERICOLO: LOTTA POPOLARE


C’è un documento riservato, sul quale non ci sono state fughe di notizie, o forse che non è nemmeno stato scritto, ma tutte le forze agiscono secondo la sua ispirazione, lo Shin Bet, le forze di difesa israeliane, la polizia di frontiera, la polizia ed i giudici civili e militari. Hanno trovato il vero nemico che rifiuta di andarsene: la lotta popolare contro l’occupazione.In questi ultimi mesi, gli sforzi per sopprimerla sono aumentati. L’obiettivo: i Palestinesi e gli Ebrei israeliani che non vogliono rinunciare al diritto di resistere al dominio della separazione demografica e della supremazia ebraica. I mezzi: disperdere le manifestazioni con pallottole vere, raid dell’esercito e arresti di massa a tarda notte. Dall’inizio dell’anno, 29 Palestinesi sono stati feriti da tiratori isolati dell’IDF mentre manifestavano contro il muro di separazione. I tiratori hanno usato pallottole ad espansione, contrariamente ad un ordine esplicito del 2001, dell’aiutante generale dell’esercito, di non usare tali munizioni per disperdere le manifestazioni. Dopo che dei soldati hanno ucciso A'kel Srour in giugno i tiri sono cessati, ma sono ripresi a novembre.Da giugno, decine di manifestanti sono stati arrestati nel corso di una serie di raid militari notturni. La maggior parte sono di Na'alin e Bil'in, dove le terre sono state rubate dal muro, ed alcuni della regione di Nablus, che è devastata dalle azioni dei coloni. Giudici militari hanno inflitto brevi pene detentive per incitazione, lancio di pietre e minacce alla sicurezza. Un militante sindacale di Nablus è stato messo in detenzione amministrativa - imprigionamento senza giudizio - mentre un altro militante è ancora sempre sotto interrogatorio.Ora, da alcune settimane, la polizia ha negato l’autorizzazione di manifestazioni contro la colonia a Sheikh Jarrah, un abominio autorizzato dai tribunali. Negli ultimi due venerdì la polizia ha arrestato più di 20 manifestanti in 24 ore. 10 sono stati rinchiusi mezz’ora in una cella piena di vomito e diarrea nel Russian Compound a Gerusalemme.

Israele ha anche arrestato recentemente due militanti di primo piano dell’organizzazione palestinese “Fermate il muro” che è impegnata nella ricerca e in un’attività internazionale che invita al boicottaggio di Israele e delle imprese che fanno profitti con l’occupazione. Mohammad Othman è stato arrestato tre mesi fa. Dopo due mesi di interrogatori senza ottenere alcuna informazione, è stato messo in detenzione amministrativa. Il coordinatore dell’organizzazione, Jamal Juma’a, un residente di Gerusalemme di 47 anni, è stato arrestato il 15 dicembre. La sua detenzione due giorni fa è stata prolungata di altri quattro giorni, e non dei 14 giorni richiesti dal procuratore. Lo scopo dell’oppressione coordinata: sfiancare i militanti e scoraggiare gli altri dall’unirsi alla lotta popolare, che ha dimostrato la propria efficacia in altri luoghi e altri tempi. Quel che c’è di pericoloso in una lotta popolare è che è impossibile definirla terroristica e quindi utilizzare la definizione come scusa per rafforzare il regime dei privilegi, come Israele ha fatto negli ultimi 20 anni. La lotta popolare, anche limitata, mostra che i Palestinesi hanno tratto degli insegnamenti dai propri errori passati e dall’utilizzo delle armi e offre delle alternative che anche le autorità superiori dell’ANP sono obbligate a sostenere - almeno al livello delle dichiarazioni ufficiali. Yuval Diskin e Amos Yadlin, capi rispettivamente dello Shin Bet e dell’informazione militare, hanno già esposto le loro lamentele. Durante un incontro di informazione d’ufficio hanno detto: “I Palestinesi vogliono continuare e costruire uno stato dal basso verso l’alto... e imporre ad Israele un accordo che arrivi dall’alto... La sicurezza tranquilla (della situazione) in Cisgiordania e il fatto che l’ANP agisce efficacemente contro il terrorismo ha fatto sì che la comunità internazionale si sia rivolta ad Israele e reclami dei progressi”.La brutale repressione della prima Intifada, e la repressione con pallottole vere delle prime manifestazioni non armate della seconda Intifada hanno dimostrato ai Palestinesi che gli Israeliani non vogliono intendere ragione. La repressione aveva lasciato un vuoto che è stato occupato da quelli che santificano l’uso delle armi. E’ questo che lo stato maggiore della sicurezza e i suoi superiori politici stanno provando a realizzare anche oggi, per sbarazzarci del peso di una sollevazione popolare?

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