Jerusalem post: Larry DerfnerUna questione tabù per gli israeliani



la domanda che dobbiamo porci è questa: Se qualcuno ci avesse trattato come stiamo trattando la gente di Gaza, che cosa avremmo fatto noi?
Non vogliamo arrivare a porci questa domanda, non è vero? E siccome non vogliamo, ci facciamo un obbligo di non vedere, non sentire e non pensare a come, in effetti, stiamo trattando le persone a Gaza.
Tutte queste personalità scioccate, tutte queste notizie, questi dati, questi numeri – migliaia di cose distrutte qua e decine di migliaia là. Macerie, liquami, malnutrizione, bambini che piangono, crisi umanitarie – come si può tenere il conto? A chi importa? Si sono imposti da soli queste sciagure. Dov’è che andiamo a pranzo?
Non è che non possiamo immaginare la vita a Gaza. E’ che siamo determinati a non cercare di immaginare. Se lo facessimo, potremmo non fermarci qui. A quel punto potremmo tentare di immaginare come sarebbe se il nostro paese fosse nelle condizioni in cui abbiamo lasciato Gaza. E prima o poi potremmo tentare di immaginare che cosa faremmo se vivessimo qui come loro vivono laggiù.
O neanche cosa faremmo, ma semplicemente cosa penseremmo – a proposito del popolo e del paese che ci ha fatto ciò, e che non ci permette neanche di cominciare a riprenderci dopo che la guerra è finita. Che ha bloccato i nostri confini e consente solo l’ingresso di approvvigionamenti sufficienti a tenerci a un livello di sussistenza, ed a evitare la fame e le epidemie di massa.
he cosa dovremmo pensare, cosa faremmo, se qualcuno, qualche paese, ci avesse fatto questo?
Un sacco di gente qui, ne sono sicuro, risponderebbe con rabbia: allora perché gli abitanti di Gaza non cercano di raggiungere la pace?
Ma è così che noi avremmo reagito? È questo che gli israeliani avrebbero fatto se un esercito straniero avesse fatto a questo paese ciò che le Forze di Difesa Israeliane hanno fatto a loro un anno fa? Se un altro paese avesse inviato F-16, elicotteri Apache, aerei senza pilota, armi al fosforo bianco, e battaglioni di carri armati in Israele, se una qualunque nazione avesse bombardato e ucciso qui come noi abbiamo bombardato e ucciso a Gaza, e poi ci avesse schiacciato la faccia nella polvere di questa distruzione, noi vorremmo fare la pace con loro?
Dimentichiamo il “noi”; Qualcuno conosce anche un solo israeliano che vorrebbe fare la pace?Sono sicuro che a questo punto un sacco di persone obietterebbero: e che dire di Sderot? Non è vero che i terroristi di Gaza bombardano e uccidono a Sderot? Capovolgiamo la domanda: cosa avrebbero fatto gli abitanti di Gaza se un altro paese avesse fatto a loro quello che loro hanno fatto alla gente di Sderot?
Giusto. Sì, anch’essi avrebbero reagito. Non sono certamente dei pacifisti. In realtà, i loro leader eletti sono dei fanatici che odiano gli ebrei e sono votati alla distruzione di Israele. E’ molto importante ricordarlo, e lo facciamo. Ma ciò che non vogliamo ricordare, ciò che al 100% facciamo in modo di dimenticare, è che noi facciamo ogni sorta di cose odiose a Gaza che loro non fanno a noi, e che le cose vanno in questo modo fin dal 1967.
Oltre a bloccare il flusso delle merci verso Gaza via terra, abbiamo sigillato il loro intero litorale. Non consentiamo alle navi di navigare da e verso Gaza. Qualcuno forse impedisce alle navi di andare e venire dai porti israeliani di Eilat, Ashdod e Haifa? Che cosa farebbe Israele se qualcuno cercasse di fare una cosa del genere? (Pensate a quello che Israele fece due settimane dopo che l’Egitto aveva bloccato il porto di Eilat, nel maggio 1967.)
Abbiamo interdetto anche lo spazio aereo di Gaza, impedendo agli aerei di atterrare o di decollare dalla Striscia. Per caso qualcuno impedisce agli aerei di atterrare e di decollare da Israele? Non ci batteremmo se qualcuno facesse una cosa del genere?
Per 37 anni, tra il 1967 e il 2005, i nostri soldati e i nostri coloni sono stati i dominatori della Striscia di Gaza. Se soldati e coloni stranieri avessero cercato di entrare e prendere il controllo di Israele, cosa avremmo fatto?
E per quanto riguarda gli anni di attacchi con i razzi contro la gente di Sderot, non ho mai vissuto un simile calvario, ma immagino che sia un inferno. Tuttavia, non ho mai neanche vissuto il calvario che ha vissuto, e che sta ancora vivendo, la gente di Gaza, ma so – come sa ognuno al mondo, tranne gli israeliani – che la vita a Gaza è incomparabilmente peggiore di quanto sia mai stata la vita a Sderot.
Durante la campagna per le presidenziali del 2008 negli Stati Uniti, Barack Obama visitando Sderot disse: “Se dei missili cadessero laddove dormono le mie due figlie, farei di tutto per impedirlo”.
Aveva perfettamente ragione. Mi chiedo, però, che tipo di reazione avrebbe avuto se avesse visitato anche il campo palestinese di Jabalya, quell’estate. Mi chiedo come reagirebbe se visitasse Jabalya ora.
E noi come reagiremmo? Se noi israeliani potessimo andare a Gaza e vedere di persona quello che abbiamo fatto a quel posto e alla sua gente, saremmo capaci di un sentimento di empatia? Se pensassimo che i nostri bambini potrebbero vivere in un paese proprio come la Gaza postbellica, ci permetteremmo di pensare a cosa potremmo fare?
on possiamo andare a Gaza, ma dobbiamo iniziare a usare la nostra immaginazione. Dobbiamo avere il coraggio di metterci al posto di quelle persone. E dobbiamo smettere di fare a loro ciò che non permetteremmo mai che qualcuno faccia a noi. Altrimenti, noi israeliani non abbiamo una coscienza, e a poco a poco diventeremo capaci di tutto.
Larry Derfner è un giornalista israeliano che si occupa di questioni interne e mediorientali; scrive abitualmente sul Jerusalem

2 La POLITICA della crudeltà articolo
Commento: quando si esalta la politica della crudeltà e poi ci si meraviglia della reazione prodotta dall'umiliazione, dall'oppressione e si considera l'altro simile a una "bestia" da domare, priva di umnaità e di dignità, di che cosa ci si meraviglia? SI vuole la violenza per perpetuare uno statu quo dominato dal cinismo e dagli affari, si vuole la violenza per perpetuare la demonizzazione e il terrorismo. Vile il mondo che accetta in silenzio questo, pur sapendo tutto ciò e lascia latrare i mastini del falso antisemitismo: i primi ad essere antisemiti

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