Il senso della Kabbalah per la scienzaintervista a Rav Laitman, fondatore e presidente del Bnei Baruch Kabbalah Education & Research Institute



18/01/2010



Intervista a Rav Laitman, fondatore e presidente del Bnei Baruch Kabbalah Education & Research Institute
Michael Leitman, più noto come Rav Laitman, è il fondatore e presidente del Bnei Baruch Kabbalah Education & Research Institute, un centro molto attivo di studio della Kabbalah. Ha pubblicato oltre trenta libri, tradotti in più di dodici lingue come anche centinaia di articoli di Kabbalah, e ha tenuto oltre 10mila ore di lezioni audio/video. Dottorato in filosofia e Kabbalah dall'Accademia Russa delle Scienze, e Master in Bio-Cibernetica Medica dall'Università Politecnica di Stato di San Pietroburgo, Leitman è molto noto, letto 8in particolare il suo blog) e seguito in tutto il mondo. In Italia conta molti studenti del suo approccio spirituale allo studio scientifico e a Roma, dal 22 al 24 gennaio prossimi, si terrà il Congresso mondiale della Kabbalah. Che Leitman tiene a differenziare dalla celebrità data alla stessa da adesioni di personaggi famosi, negli ultimi anni, come la cantante Madonna.
Come spiegherebbe, a una persone che ne sente parlare per la prima volta, la Kabbalah?
La Saggezza della Kabbalah insegna questo nella sua forma scientifica: è la legge generale della Natura che dirige tutto il nostro mondo; prima della nostra nascita e dopo la nostra morte, cioè tutta questa zona della realtà che è ancora a noi nascosta. Noi studiamo questa legge generale che chiamiamo Natura e man mano che ne apprendiamo lo studio, essa ci aiuta a sistemare la nostra vita nella maniera corretta, ad essere in armonia con il nostro ambiente, sapere come educare bene i nostri figli ed essere in armonia, ognuno con se stesso. L'uomo inizia a sentire che tutta la propria vita è una vita eterna. Arriva in un unico flusso perché noi siamo interconnessi l'uno all'altro come umanità siamo un'unica famiglia e l'uomo che realizza e vede le cose della Natura, proprio perché si lega alla Forza Generale, viene aiutato ad essere veramente in armonia come la parte utile e buona che è nella società umana. Insieme a questo l'uomo può rimanere un religioso, di qualsiasi religione egli sia. Abbiamo studenti in India, buddisti, cattolici, cristiani, anche in Cina, negli Stati delle regioni cristiane e cattoliche. Noi siamo un organizzazione internazionale, insomma, che include milioni di persone.

Quando è nato il Bnei Baruch Kabbalah Education & Research Institute e come lo presenterebbe al pubblico italiano?
Quando ho cominciato a studiare la Saggezza della Kabbalah prima di tutto ero uno scienziato e ho cercato la risposta alla domanda: "Qual è il senso della mia vita?". Non l'ho trovata nella scienza, nemmeno nella filosofia, io sono laureato, facevo il dottorato ma non ho trovato risposta. E ho continuato a cercare. Per caso sono arrivato alla Saggezza della Kabbalah, e quando ho cominciato ad approfondirla ho scoperto che è proprio una Saggezza antica che ci arriva dalla Babilonia, dalla culla della nostra civilizzazione ed è proprio da lì che ci arriva questo metodo che ci insegna come essere in armonia con la Natura. Questa è la Saggezza della Kabbalah! Come conoscere la Natura ed essere in armonia con essa. Studio ormai da 35 anni. Quando ho incontrato trenta anni fa il mio maestro Rabash, un grandissimo kabalista, sono stato accanto a lui gli ultimi cinque anni della sua vita. Quando è deceduto io ho così costituito un gruppo con il nome Bnei Baruch i Figli di Baruch perché lui si chiamava Baruch Ashlag. E così abbiamo iniziato e poco alla volta il gruppo si è allargato ed ora abbiamo due milioni di studenti in tutto il mondo. Studiamo tramite internet, televisione, facciamo congressi internazionali, noi siamo presenti in circa ottanta paesi.
Ne abbiamo di meno in Asia, in Indonesia e Singapore, dove ci sono persone singole che studiano con noi, ma non ancora gruppi veri e propri, abbiamo addirittura alunni in Iran. Con questo voglio dire che la Saggezza della Kabbalah è aldilà di religione, fedi e credenze, nazionalità, perciò attira tutti. L'uomo che si pone le domande: "Perché vivo?, Qual è il senso della mia vita?,Come faccio ad essere in armonia con la Natura e con la vita?" è proprio quella persona che arriva alla Saggezza della Kabbalah.
Quali sono le principali differenze tra la Kabbalah e le interpretazioni tradizionali della tradizione ebraica?
Prima di tutto anche l'ebraismo, come qualsiasi altra religione, ha segni esterni, ovvero ci sono delle azioni che l'uomo deve compiere nel corso della sua vita. Deve credere in una specie di Forza Superiore, chiamata anche Dio, che lo obbliga a compiere delle azioni in un certo modo, nella speranza di ricevere, in vita, o dopo la morte, una certa ricompensa, giardino dell'Eden, ecc. Così è nell'Islam, nell'Ebraismo, nel Cristianesimo e su questo si basano tutte le credenze. C'è il mondo dell'aldilà e là io riceverò ricompense per tutta la fatica e i sacrifici fatti in questo mondo. Per questo mi faccio carico di certe limitazioni nella vita terrena. La Saggezza della Kabbalah dice di NO. Noi non apparteniamo a tutte queste cose e dobbiamo conoscere la Natura, cioè la continuazione della scienza che si prende cura solo della legge generale della Natura. Qual è questa Natura? Cosa vuole da noi? Come noi agiamo nei confronti di tutto questo universo? Pertanto noi in questo scopriamo definitivamente una buona risposta per il nostro sviluppo terreno.
Rav Laitman, lei è ritenuto il maggiore Kabbalista. Come è iniziato il suo percorso di studio?
Come dicevo, io ero uno scienziato, giovane, avevo circa 28 anni quando iniziai a chiedermi: "Cosa si fa dopo?", perché ho visto che dopo l'Università, durante il lavoro di ricerca che ho fatto, comunque io non trovavo me stesso e allora ho cominciato a cercare e sono arrivato a certi risultati, ma questi risultati non davano una risposta alla domanda: "Perché io vivo?", "a che serve la mia stessa vita?", "la mia professione, la biocibernetica, attraverso la quale ho studiato il funzionamento delle cellule, dei corpi viventi, ha tanti miracoli interiori, un ordine, causa ed effetto, una logica immensa in tutto il suo funzionamento, però, perché vive? Perché esiste? A cosa servono questa logica e tutte queste leggi e sistemi che ci sono nel corpo? Questo non lo sappiamo e questa cosa mi incuriosisce molto perché nella Natura noi studiamo che ci sono leggi, leggi, leggi, una catena... e dopo? Tutto finisce. Come se ci fosse un ordine per tutto e una necessità per tutte le leggi, poi... tutto finisce con la nostra morte!. E questo mi incuriosiva molto, perché in questo sicuramente c'è la domanda e deve esserci anche la risposta, la soluzione. Nella Natura questa cosa c'è, è occultata a noi, però noi dobbiamo e possiamo scoprirla. Esiste nella Natura e la Natura non è una cosa che non si può rivelare, e allora io ho iniziato la ricerca; Con quali mezzi io potevo per l'appunto rivelarla?. La perdita della vita...in che forma forse si continua... Allo stesso modo che si nasce qui, in una forma, provenienti da una forma che non conosciamo.... E così sono arrivato alla Saggezza della Kabbalah, e anche nella Saggezza della Kabbalah io sono rimasto come un ricercatore; perciò si chiama "la Saggezza della Kabbalah", non è una fede, non è una religione, pertanto c'è una collisione tra la Kabbalah e la religione. L'ebraismo stesso, la religione ebraica, non sopporta la Saggezza della Kabbalah, perché la Saggezza della Kabbalah, appartiene a tutta l'umanità, perché arriva da Babilonia, e la Saggezza della Kabbalah, parla di una scienza, di una ricerca scientifica sulla natura e l'ebraismo, la religione ebraica, come ogni fede, ogni religione, dice che noi dobbiamo credere, e accettare questo come gli altri ci raccontano nei libri.
Negli anni scorsi alcuni personaggi molto famosi si sono avvicinati alla Kabbalah. Ritiene che questo sia stato un vantaggio o uno svantaggio, limitando un campo serio di studi a un approccio un po' mondano?
Vede io dico che la Saggezza della Kabbalah è una scienza e io non vedo una cosa non scientifica, non seria, ma dato che è una scienza che riguarda una parte occultata relativamente a noi, allora ci sono tante domande nelle quali nessuno trova risposta e perciò la si fa appartenere alla mistica.
Tutte queste celebrità, questi attori, vogliono pubblicità e vogliono dimostrarsi persone spirituali, arrivano alla Kabbalah e fanno finta di occuparsene e così le persone che vogliono guadagnarci un po', svendono tante scemenze: acqua santa, fili rossi, tante qualità prodigiose per il successo in questa vita e questo si chiama per loro Kabbalah, eppure nella Saggezza della Kabbalah stessa, non c'è niente che riguarda questi mezzi per ricercare e studiare la natura la ci sono i mezzi interiori, altri mezzi che l'uomo deve sviluppare per essere sensibile alla natura e allora è da questo che un individuo può svilupparsi. Noi non abbiamo nessun legame con Madonna. Io sono laureato, ho un dottorato, mia figlia ha ricevuto un dottorato in Kabbalah ho tanti alunni in tutto il mondo che insegnano Kabbalah in 1800 facoltà universitarie in tutto il mondo, che studiano la filosofia e tutto questo è molto lontano da tutto ciò che fanno queste celebrità.
In molti hanno scritto del centro di Tel Aviv. Ritiene che, fino a oggi, la stampa ha trattato con serietà i vostri studi?
Io credo che il rapporto tra Kabbalah e media cambierà da solo. Noi non dobbiamo preoccuparci di questo e neppure preoccuparci di nessun altro fenomeno di questo mondo perché questa cosa è passeggera ma noi dobbiamo dimostrare alle persone qual è la saggezza vera della Kabbalah. Il nostro centro, Bnei Baruch appunto, non è quello a cui lei fa riferimento, di Tel Aviv. Io vedo che le persone serie arrivano da noi, mentre quelle che cercano qualche mistica strana, arrivano dall'altra parte, bene, che ci vadano pure. Noi non abbiamo bisogno di loro ma di persone che abbiano veramente la domanda: "Cosa faccio della mia vita?, Perché vivo?, Cosa succede in questo mondo?" e così via , cioè le domande che sono importanti. Non credo che Madonna si ponga queste domande, lei si trova in questi ultimi studi, quelli del fili rossi intendo, e ciò dimostra che le sue domande interiori non sono serie davvero. Non è certo una gara, se vogliono che giochino pure con questo. Vogliono guadagnare un po' di soldi, come sempre, da tutta questa faccenda, allora che lo facciano. Noi siamo un'organizzazione senza scopo di lucro, non prendiamo soldi, tutto lo studio da noi è gratuito e tutti i materiali sono scaricabili dal nostro sito, abbiamo siti in tutte le lingue, oltre 32 lingue diverse. Ci sovvenzioniamo autonomamente con internet, traduzioni, libri e così via.
Quali attività si svolgono nel centro?
Prima di tutto lezioni di Kabbalah, tutti i giorni e anche più volte al giorno, tradotte, dall'ebraico, in almeno sei lingue principali: inglese, francese, tedesco, spagnolo, italiano, russo, in simultanea e dal vivo e visibili sul canale web. Poi si lavora ai libri: scriverli, stamparli, tradurli. Ancora, si lavora al sito web, in tutte le lingue e poi alla nostra TV: programmi, interviste, ospiti, lezioni per bambini. Si trasmette in tutto il mondo. Dove ci sono persone, lì dovremo arrivare e dare la possibilità di studiare, in modo gratuito, e ricevere tutte le informazioni della Kabbalah. I nostri canali televisivi, satellitari, come canale 66, appunto,è visibile in ebraico e russo.
Come sono i vostri rapporti con le autorità ebraiche tradizionali, quali ad esempio il Rabbinato di Gerusalemme?
Come ho già detto la Saggezza della Kabbalah non è una religione, perciò non abbiamo rapporti e non abbiamo nessun problema con loro.
Per quale motivo per il congresso mondiale avete scelto proprio l'Italia?
Non è il primo congresso mondiale, abbiamo già organizzato altri congressi. Sono almeno dodici o tredici anni, ormai, che organizziamo gradi congressi, ogni anno, in Europa, Nord America, Russia e Israele. Solo nell'ultimo anno abbiamo avuto almeno quattro congressi mondiali, in febbraio a Tel Aviv, in maggio in Nord America, poi uno in Argentina ad agosto ed infine uno in Turchia, ad Antalya, in ottobre. Ora lo faremo in Italia e poi ancora a febbraio in Israele.
Quanti, nel nostro Paese, studiano la Kabbalah?
In Italia abbiamo quasi ottocento alunni. Io li stimo molto, mi sono molto cari, li sento molto vicini e spero che tante altre persone vogliano conoscere e sapere della Saggezza della Kabbalah che come ho già detto ci arriva direttamente dall'antica Babilonia dove vivevamo come un unico popolo ed eravamo una piccola civiltà. La saggezza della Kabbalah si rivela oggi per l'appunto per riconnetterci e per rispondere a questa domanda sulla odierna globalizzazione, perché ci sentiamo, da un lato legati, e dall'altro, invece, così divisi? Questa Saggezza ci deve portare la soluzione rispetto alla società umana ed io spero molto che la Sua rivelazione, come è appunto il titolo del mio primo libro tradotto in italiano La Cabbalà Rivelata, Apogeo edizioni, porterà un buon sviluppo ed una bella aggiunta di desiderio all'Italia.
Quale tipo di società si aspetta che emerga per il futuro? Crede che gli uomini siano pronti a riscoprire una spiritualità profonda in una società così materialista, senza perdersi nel fanatismo?
No, no, il fanatismo non centra. Nella Saggezza della Kabbalah non esiste, perché questo studio non esige niente dall'uomo. Egli non deve compiere azioni esterne, non deve limitare la sua vita, non deve fare niente insomma, semplicemente egli ha davanti a se i libri, poi video, la radio, l'internet, tutti i nostri mezzi di comunicazione e i canali e tutto è gratuito per lui e perciò veramente non credo che abbiamo spazio per il fanatismo e infatti nella nostra scuola possiamo verificare che questo non succede. Chi studia e vuole conoscere e sapere di più, oltre la sua vita, i suoi sensi e del mondo, questi va avanti e questa cosa aggiunge molto alla sua vita egli sa allora meglio come costruire la propria famiglia nel migliore dei modi, dare una buona educazione ai suoi figli e legarsi di più a loro, come essere in completezza con tutto il mondo ed in armonia con tutta la Natura.
Christian Elia

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