Haaretz :IL RAGNO, LA STRADA E L’OCCUPAZIONE



nche se la farsa messa in scena dal Ministro degli Esteri Avigdor Lieberman e dal suo vice Danny Ayalon per far sì che l’ambasciatore turco si sentisse sminuito è ormai dimenticata, Route 443 è un esempio migliore del profondo divario tra l’immagine che hanno di sé gli israeliani e l’importanza che Israele e i suoi argomenti assumono agli occhi della comunità internazionale. Nessuna campagna propagandistica che faccia perno sullo slogan: “Attenti, ci stanno ammazzando” può salvare l’occupazione dall’impressione che ciò non ha nulla a che fare con la discussione sull’esistenza degli ebrei. In un modo o nell’altro, Israele non sa come difendere la sua esistenza senza lamentarsi che: “Il ragno degli insediamenti si sta rivelando gravoso, vi prego aiutateci a trattarlo in modo che si possa continuare ad impiantare colonie in ogni luogo, compreso a Gerusalemme Est.”Che cosa dice di razionale l’israeliano riguardo alla Route 443 e al blocco imposto ai palestinesi di utilizzarla per anni, nella migliore tradizione dell’apartheid? (Che è in pieno sviluppo qui ma che non ci è permesso di chiamarlo con il suo nome.) A rigor di logica noi abbiamo bisogno di questa strada in quanto riduce la distanza da Gerusalemme e attenua la congestione sull’autostrada 1. Ma dato che questa strada funzionale passa attraverso i territori occupati, e ha fatto così per 42 anni – una occupazione temporanea, naturalmente (qui, nella sceneggiatura, la Corte Suprema di Giustizia chiede di chiudere un occhio) – mette in pericolo le vite degli israeliani. Ciò è dovuto al fatto che gli abitanti dei territori occupati non gradiscono l’idea che la loro terra venga usata senza il loro permesso.
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