Moni Ovadia "Felicità per me è lottare"


“Papà cos'è la felicità?”. Chiedevano le figlie a Karl Marx e lui rispondeva: “Felicità per me è lottare”. Con questo aneddoto Moni Ovadia, poliedrico artista col merito di aver portato nel nostro Paese la cultura klezmer, invita gli italiani a reagire allo squallore del panorama politico italiano. Regista, attore, cantante e scrittore di fama internazionale, Ovadia è stato intervistato da Peacereporter per fornire un'analisi della situazione politica italiana.

Cosa pensa del clima politico italiano?

E' catastrofico, difficile immaginare qualcosa di peggio. La democrazia italiana è bloccata, c'è un'eccessiva concentrazione di potere nelle mani di una sola persona. Non è possibile che il presidente del Consiglio possieda anche tre reti televisive. Finché questo sistema non cambia e l'influenza di questo personaggio non viene limitata, il Paese è sotto scacco. Non ha importanza che si chiami Berlusconi, potrebbe anche avere un altro nome, ma il problema rimarrebbe. L'esecutivo è appiattito sul premier e le voci discordanti non vengono tollerate. Il caso di Gianfranco Fini è emblematico.

Lei parla della destra, ma l'opposizione che ruolo ha in tutto questo?

L'opposizione è debole, non ha un programma. Balbetta, invece di parlare. La sinistra non è più capace di far sognare, ha esaurito le scorte. La destra a suo modo riesce ancora a proporre dei sogni, tossici, televisivi, che per me sono degli incubi, ma che piacciono alla gente.

E' la politica che avvelena l'Italia?

I politici hanno delle grandi responsabilità. I meccanismi mafiosi continuano a funzionare inesorabilmente. Gli arresti dell'ultimo periodo sono dimostrativi e riguardano personaggi che erano già stati tagliati fuori dal mondo della criminalità organizzata. La corruzione non era così diffusa nemmeno ai tempi di Mani Pulite e i continui tagli alla cultura, alla scienza e alle nuove tecnologie non fanno che aumentare il deficit italiano rispetto alle altre nazioni. Non investire nella ricerca significa ipotecare il futuro. Provo una pena infinita per i giovani, subiscono la bancarotta fraudolenta e fradicia della nostra generazione. Bisogna reagire, lottare, ma non una volta ogni tanto. Sempre. Fermiamo il dilagare della volgarità e dell'ignoranza crassa, pensiamo ad altro.

I politici hanno delle grandi responsabilità. I meccanismi mafiosi continuano a funzionare inesorabilmente. Gli arresti dell'ultimo periodo sono dimostrativi e riguardano personaggi che erano già stati tagliati fuori dal mondo della criminalità organizzata. La corruzione non era così diffusa nemmeno ai tempi di Mani Pulite e i continui tagli alla cultura, alla scienza e alle nuove tecnologie non fanno che aumentare il deficit italiano rispetto alle altre nazioni. Non investire nella ricerca significa ipotecare il futuro. Provo una pena infinita per i giovani, subiscono la bancarotta fraudolenta e fradicia della nostra generazione. Bisogna reagire, lottare, ma non una volta ogni tanto. Sempre. Fermiamo il dilagare della volgarità e dell'ignoranza crassa, pensiamo ad altro.

Ha tracciato un panorama desolante della situazione politica italiana. C'è una via d'uscita?

Bisogna mettere in pratica grandi progetti in ogni ambito. Le soluzioni sono Amnesty International, Terra Madre, Emergency. Queste organizzazioni hanno dimostrato che portando avanti grandi battaglie civili, i politici sono costretti a prenderne atto. Non bisogna mai stancarsi di lottare. Quando Martin Luther King pronunciò il suo famoso discorso “I have a dream”, nessuno pensava che il sogno si sarebbe realizzato Oggi il presidente degli Stati Uniti è Barack Obama. I cambiamenti partono sempre dal basso, non dall'alto.

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