Conferenza sul Medio Oriente in Svizzera, presente anche Hamas


Un responsabile di Hamas ha ammesso che alcuni esponenti del movimento hanno preso parte alla conferenza sul processo di pace in Medio Oriente “Breaking the Deadlock”, tenuta a Caux, in Svizzera, dal 31 luglio al 4 agosto scorsi.All’incontro, organizzato sotto l’egida della svizzeraInitiatives of Change e della fondazione britannica Next Century, hanno preso parte anche dei responsabili israeliani, decine di diplomatici e politici europei e il segretario generale della fondazione, William Morris.L’Autorità palestinese (Anp) era rappresentata da quattro esponenti: Abdallah Abdallah, presidente della commissione politica del consiglio esecutivo, Ziyad Abu Ziyad, ex ministro palestinese per le questioni di Gerusalemme, Mai Assaraf, consigliera di Yasser Arafat, e un responsabile delle comunicazioni della tv palestinese che ha chiesto di mantenere l’anonimato.Per la parte israeliana c’erano l’ex ministro dei trasporti, Ephraim Sneh, e l’ex negoziatore del vertice Camp David 2, Jilead Sher.Hamas ha inviato invece cinque esponenti (uno proveniente dal Libano, due dalla Svezia, uno dall’America e uno dalla Gran Bretagna), che hanno sostituito i quattro provenienti da Gaza (Ahmad Yusuf, consigliere del Ministero degli Esteri, e Gazi Hamad, responsabile dei valichi nel governo di Gaza) e dalla Cisgiordania, i quali non hanno potuto prendere parte agli incontri a causa di problemi con il visto.Una fonte palestinese che ha preso parte all’incontro ha dichiarato che il dibattito verteva sulla via migliore da intraprendere per portare avanti il processo di pace.La fonte ha rivelato che gli esponenti inviati hanno specificato che non rappresentavano direttamente Hamas, ma che riportavano la posizione del movimento che vuole la pace nella regione e spera in un sostegno degli europei.Nella conferenza Svizzera i rappresentanti del movimento islamico hanno sottolineando l’importanza della creazione di rapporti con l’Europa, l’impossibilità di avere rapporti diretti con Israele, la questione della soluzione dei due Stati, la creazione di uno stato Palestinese secondo i confini del ‘67 e una tregua a lungo termine.Più in generale, le raccomandazioni che sono state presentate nel corso dell’incontro sono state: la conferma dell’importanza dell’iniziativa araba per la pace come base per qualsiasi movimento a sostegno del processo di pace tra i palestinesi e la necessità della partecipazione di tutte le parti palestinesi al processo di pace, senza alcuna eccezione.Il workshop ha invitato anche alla formazione di tre commissioni che si muoveranno su tre livelli diversi per coordinare l’iniziativa di pace araba: la prima sarà una commissione israelo-palestinese, la seconda regionale araba islamica e la terza internazionale. Delle commissioni dovranno anche far parte personalità straniere (si è fatto il nome dell’ex presidente americano Jimmy Carter per quanto riguarda la commissione internazionale).Si è anche discussa la possibilità di far cooperare insieme le tre commissioni al fine di farle agire come un organismo di lavoro unico, dopo aver completato la formazione dei tre gruppi – internazionale, locale e regionale - per spingere le parti a portare avanti le trattative e a porre fine al conflitto arabo-israeliano.La delegazione di Hamas, infine, si è rifiutata di unirsi alla dichiarazione della delegazione dell’Anp, che ha sostenuto di rappresentare tutto il popolo palestinese, sottolineando che la delegazione dell’Autorità rappresentava solo sé stessa e che quindi non poteva parlare a nome di Hamas nel corso della conferenza.

2 1Il Wall Street Journal, per la penna di Charles Levinson, dà notizia di un incontro tra due nomi importanti della politica internazionale degli USA versione Obama e due tra i leader di spicco di Hamas. Rob Malley e Thomas Pickering, da una parte, e Mahmoud az-Zahhar e Osama Hamdan, dall'altra. Un incontro tenutosi a Zurigo. Parecchi mesi fa, si era parlato di un incontro di Zahhar con diplomatici europei in Svizzera. E la notizia del WSJ conferma come da mesi ci siano dei movimenti della diplomazia (europea e americana) verso Hamas, attraverso uomini che conoscono bene la questione israelo-palestinese. Come soprattutto Rob Malley, una delle teste pensanti dell'International Crisis Group, think tank di base a Bruxelles, dalle cui stanze sono usciti - per esempio - i migliori e più dettagliati rapporti sulla politica palestinese degli anni più recenti, quelli a cavallo della transizione politica post-Arafat e post-Yassin.
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