L’asfissiante burocrazia che accumula difficoltà su difficoltà ad una manciata di sopravvissuti dell’Olocausto, che, secondo una legge del 2007, hanno diritto ad una indennità, è sprofondata ad un livello di insensibilità da rasentare la perfidia. Da un rapporto di Orly Vilnai apparso su Haaretz di ieri risulta che lo stato faccia pressione sui sopravvissuti che hanno il diritto di beneficiare dell'indennità perché firmino un modulo che dia al Tesoro il diritto irrevocabile di accedere ai loro conti bancari, perfino di ritirare fondi. Se non firmano non riceveranno alcuna indennità.
Questo è un vergognoso sfruttare una piccola parte della popolazione che per 60 anni è vissuta con poco, senza domandare nulla per sé e alla fine è caduta in povertà.
Sembra che l’attuale governo cerchi di portare a termine ciò che aveva iniziato Ehud Olmert, che, per nulla entusiasta della nuova legge, aveva tentato di ignorare le gravissime ristrettezze nelle quali versavano i sopravvissuti, evitando di applicarla. Il governo di Benjamin Netanyahu sta dimostrando inoltre di non sapere come distinguere il grano dalla pula, il ricco dal povero, coloro che lo stato ha il dovere di controllare da coloro che lo stato ha l’obbligo di proteggere – o peggio ancora, di non avere alcun interesse a farlo.
Non stiamo parlando di un gruppo di persone consistente o di una spesa che rappresenti un carico gravoso per l’erario pubblico. Il numero di coloro che hanno diritto all’indennità, secondo la nuova legge, si aggira al massimo sulle 8.000 unità; sono persone che non sono in grado di essere autosufficienti e che non ricevono alcuna altra indennità.a maggior parte di questi non ricevono affatto l'indennità di cui sopra (perché non sono state individuate, oppure l'hanno rifiutata), così solo circa 3.000 anziani, ammalati e disabili, percepiscono un’indennità di 1000 NIS al mese [meno di 200 €. NdT]. È fuori questione che lo stato possa accedere ai loro conti bancari e non è ragionevole che li debba molestare con dichiarazioni scritte ufficiali, invece di impiegare l’assistenza di centinaia di volontari, di operatori sociali e di famigliari dei sopravvissuti, idonei a stabilire un rapporto con loro.
È incomprensibile che un governo che distribuisce centinaia di milioni di shekel del denaro pubblico per assicurare la stabilità della coalizione e garantire la sua attività di governo autorizzi che si oltraggi questa categoria di cittadini. E non proprio di cittadini qualsiasi, ma di coloro che sono di fatto le ultime candele rimaste della memoria della peggior sciagura mai capitata al popolo ebraico.
Il minimo che possa fare per loro il governo è di rendere loro possibile trascorrere una vita dignitosa e tranquilla con l’ausilio della magra indennità loro dovuta dall’amministrazione pubblica.
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