Zvi Schuldiner :Se la guerra finisce nell'urna, la resistibile ascesa della destra

Leggi tutto...L'aggressione contro Gaza e la fuga di consensi verso il partito razzista Israel Beitenu hanno ridotto il vantaggio di «Mr. sicurezza». L'ex delfina di Sharon ha fatto il giro di bar, ristoranti e discoteche per farsi conoscere dai giovani, ha girato il Paese in lungo e in largo senza sosta e alla fine conta di giocarsi la vittoria elettorale in un testa a testa
Strane elezioni si svolgono in Israele. La campagna elettorale è cominciata tardi, poche ore dopo l'inizio della tregua a Gaza. Ma l'apatia sembra generale e il numero di coloro che dichiarano di non aver ancora deciso per chi votare è enorme. La guerra è la chiave per prevedere i risultati delle elezioni e, salvo miracoli o eventi drammatici, la destra vincerà le elezioni di oggi.La memoria in questo paese è quasi inesistente. In realtà, si tratta forse di un fenomeno non specificamente israeliano, ma che investe tutto l'Occidente. La strategia della paura si è impadronita della scena politica nell'ultimo decennio ed è sempre facile dire che forze orribili minacciano la nostra stessa esistenza. Non c'è più storia, non ci sono più cause. C'è solo la paura. Dall'11 settembre - americano, nessuno ricorda quello cileno del 1973 - all'extracomunitario che stupra l'italiana, ai missili che cadono nel sud di Israele, tutto fa parte di un asse del male che si deve sradicare nelle sue diverse forme. Fino al 27 dicembre i missili che cadevano nel sud di Israele hanno rappresentato un potente catalizzatore per un processo già prevedibile. Oggi tutti dimenticano l'attacco israeliano del 4 novembre e le successive fasi che hanno trasformato Gaza in una grande orribile prigione. Ma politicamente i missili volevano dire che il governo israeliano è debole, non garantisce la necessaria sicurezza alla propria popolazione. Il premier Ehud Olmert è ormai disprezzato, dimissionario per corruzione e diffamato per la sconfitta subita nella seconda guerra del Libano. Il ministro della difesa Ehud Barak sembra aver fatto dimenticare i giorni gloriosi in cui era esaltato come il gran Rambo di Israele. La candidata di Kadima, la ministra degli esteri Tpizi Livni, da una parte giocava alla «donna debole», dall'altro rafforzava la sua immagine con una retorica infiammata che faceva perdere consensi a Barak e al Labour, crollato sotto il dieci per cento.L'esercito umiliato in Libano aveva bisogno di una vittoria, i ministri anche. La destra insisteva sulla debolezza del governo, Barak sognava giorni da eroe, Livni sognava di diventar generale, l'opinione pubblica sembrava stanca della situazione, i missili cadevano, il cinico calcolo di Hamas faceva avvitare la spirale, cadendo direttamente nella trappola israeliana.Che guerra pulita! Che meraviglia! L'esercito è tornato ai suoi giorni migliori. La televisione ha mostrato immagini carine: la bomba cade e riempie i teleschermi di colori. Non c'è sangue, né morti. Molti terroristi muoiono, nessun soldato rimane sul selciato. Guerra di lusso. Solo gli antisemiti, o gli ebrei che si auto-odiano o i traditori della patria protestano e dicono che i terroristi sono in realtà vigili urbani, o bambini, o vecchi, o donne o famiglie intere che cadono sotto il fuoco delle bombe giustiziere.L'elemento più drammatico di questa guerra si è visto nell'apatia generale di fronte al prezzo pagato dalla popolazione civile israeliana. La spiegazione fornita è semplice: stiamo lottando per la nostra esistenza. Fin dall'inizio, tuttavia, il progetto politico della guerra era destinato al fallimento. Era chiaro che si sarebbero potuti assassinare molti innocenti, ma era anche chiaro, doveva essere chiaro, che l'attacco militare non avrebbe fatto crollare il governo di Hamas e anzi ne avrebbe aumentato la popolarità, rafforzando i falchi e indebolendo le colombe.La destra patriottica ha appoggiato la guerra, ma si è opposta alla tregua: ora che i valorosi soldati israeliani hanno dimostrato il proprio eroismo non bisogna fermarli, bisogna lasciargli finire il «lavoro». Devono distruggere il governo di Hamas, agente dell'Iran, minaccia diretta alla nostra esistenza.E ogni missile che cade in questi giorni nel sud di Israele è un altro punto a favore degli esponenti della destra, che demagogicamente ripetono ogni giorno che non bisogna fermare l'esercito e che loro non lo fermeranno quando saranno al governo e porranno invece fine al pericolo.Nel momento in cui i venti di guerra sono così forti e l'opposizione alla guerra così debole è facile capire lo sviluppo di quell'esplosione razzista che porterà Avigdor Lieberman a una grande vittoria elettorale. L'opposizione alla guerra è stata manipolata, quasi nascosta dai mezzi di comunicazione in Israele e in molti casi sembrava che a opporsi fossero solo i cittadini arabi. Migliaia di manifestanti ebrei non sono stati nemmeno mostrati dai teleschermi, mentre gli arabi ricevevano enorme copertura. In altre parole «tutti gli ebrei buoni appoggiano la guerra, gli arabi sono una quinta colonna». E Lieberman sa come trattare coloro che non sono leali con il paese.

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