Erin CunninghamMEDIORIENTE: Gli ordigni inesplosi promettono altri morti
MEDIORIENTE: Gli ordigni inesplosi promettono altri morti Erin Cunningham GAZA CITY (IPS)
GAZA CITY, 26 gennaio 2008 (IPS) - All'inizio, i 44 bambini che vivono nella casa della famiglia Zani a Beit Hanoun erano diffidenti nei confronti del missile F-16 inesploso la cui coda sporgeva minacciosamente dal loro giardino, dopo essere atterrato nella prima settimana di attacco israeliano su Gaza. Ma ormai si sono abituati alla sua presenza - giocano spensierati e accendono perfino dei falò intorno all’ordigno, ha raccontato un parente. Zani spiega che per rimuovere il missile aveva chiamato le forze di difesa civile di Gaza, che erano rimaste colpite durante l’invasione e adesso si sono installate in una sede improvvisata nell’ospedale di Al-Shifa.Ma l’amministrazione di Gaza non ha né i fondi, né gli equipaggiamenti né il know-how per disinnescare l’arma. “Non so chi altri chiamare”, ha detto Zani. “Sembra che nessuno sia in grado di aiutarci”.Nonostante l’interruzione dell’operazione Piombo fuso, durata 22 giorni, con bombardamenti aerei e una massiccia offensiva di terra, un numero imprecisato di munizioni inesplose minaccia di scatenare un’altra ondata di uccisioni e menomazioni nel territorio palestinese devastato.Quando l’esercito israeliano è ripartito, a Gaza sono rimaste sparse ovunque bombe, granate anticarro, razzi e missili, che rappresentano una “grossa minaccia” per la popolazione civile, ha dichiarato il Comitato della Croce Rossa (ICRC) la scorsa settimana. Visto che Gaza è tra le aree più densamente popolate al mondo - con 1,5 milioni di persone in un’area di appena 40 chilometri di lunghezza e 10 di ampiezza - c’è un rischio particolarmente alto che gli ordigni inesplosi continueranno ad uccidere, sostiene la ICRC.Due bambini sono rimasti uccisi martedì scorso a causa di ordigni rimasti inesplosi a Shaaf, est della città di Gaza.Venerdì scorso, la ICRC ha portato due esperti di armamenti per stabilire il numero delle munizioni inesplose e la loro collocazione.”La scuola sta per ricominciare, ma i bambini si ritroveranno per strada”, dice il portavoce dell’ICRC a Gaza Iyad Nasr. “Se gli accertamenti non partiranno subito e non riusciremo a stabilire dove si trovano le armi, la situazione potrebbe diventare tragica”
La scuola di Zahwa Rosary a Gaza City ha da poco riferito di un ordigno inesploso nel proprio campus. E altre scuole potrebbero essere minacciate da bombe in attesa di esplodere.I bambini continuano ad essere i più vulnerabili agli attacchi, spiega Nasr. Almeno un terzo delle vittime cadute in questa guerra erano bambini, riferiscono le Nazioni Unite e gli operatori sanitari di Gaza.C’è poi una granata anticarro rimasta inesplosa presso la sede dell’Agenzia ONU per i rifugiati (UNRWA) a Gaza City, e in tutta la striscia vengono riportati casi analoghi di ordigni inesplosi.La minaccia del numero imprecisato di munizioni inesplose sta intralciando i soccorsi umanitari, che sono più che necessari adesso, e ostacola anche l’avvio dei già controversi sforzi per la ricostruzione.
”L’azione umanitaria è stata sospesa”, ha detto Nasr all’IPS. ”Ai nostri operatori abbiamo impedito di avvicinarsi alle aree che sono state sede di combattimenti massicci, o di scavare tra le macerie. Quasi tutti i progetti dell’ICRC sono stati compromessi dall’invasione israeliana”.Gran parte delle strade di Gaza sono state danneggiate, e di interi isolati non sono rimasti che cumuli di macerie.Nasr spiega che potrebbe essere attivata una task force multinazionale, che comprende ICRC, la britannica Handicap International e il Fondo Onu per l’infanzia (UNICEF), per ripulire Gaza dalle munizioni pericolose
Ma Israele e Hamas “farebbero meglio ad accettare” la presenza di un team internazionale per il controllo degli armamenti, segnala Nasr, “se non vogliono continuare a veder morire la gente”. I costi per la bonifica dalle munizioni potrebbe raggiungere il miliardo di dollari, osserva Nasr. Secondo il Dipartimento della difesa USA, il costo medio per disinnescare una bomba inesplosa si aggira intorno ai mille dollari.
Nel novembre 2006 è entrato in vigore un nuovo protocollo allegato alla Convenzione del 1980 sul divieto di talune armi classiche, che obbliga gli stati in guerra ad eseguire o a pagare per la rimozione degli ordigni inesplosi nel periodo post-bellico.Il Protocollo relativo ai residuati bellici esplosivi è stato approvato quasi immediatamente dopo l’invasione israeliana del 2006 in Libano, dove, secondo il Centro di coordinamento delle Nazioni Unite per lo sminamento, le Forze di difesa israeliane (IDF) avrebbero lasciato fino a un milione di munizioni e bombe cluster inesplose.Attualmente, segnala Nasr, non abbiamo prove concrete che Israele abbia utilizzato le bombe a grappolo - che al momento nell’impatto rilasciano centinaia di piccole sottomunizioni mortali - nel recente bombardamento di Gaza.Ma è ancora alto il rischio di rimanere feriti gravemente e anche uccisi, spiega. “È assai preoccupante quando granate e munizioni pesanti vengono utilizzate su un’area così densamente popolata in un periodo di tempo tanto breve”, ha aggiunto.E la popolazione è preoccupata, a ragione. Vuol dire semplicemente che la guerra non è ancora finita”. (FINE/2009) Ecco La Gaza Che Non Abbiamo Visto. Il Cadavere Carbonizzato Di Un Bimbo
La scuola di Zahwa Rosary a Gaza City ha da poco riferito di un ordigno inesploso nel proprio campus. E altre scuole potrebbero essere minacciate da bombe in attesa di esplodere.I bambini continuano ad essere i più vulnerabili agli attacchi, spiega Nasr. Almeno un terzo delle vittime cadute in questa guerra erano bambini, riferiscono le Nazioni Unite e gli operatori sanitari di Gaza.C’è poi una granata anticarro rimasta inesplosa presso la sede dell’Agenzia ONU per i rifugiati (UNRWA) a Gaza City, e in tutta la striscia vengono riportati casi analoghi di ordigni inesplosi.La minaccia del numero imprecisato di munizioni inesplose sta intralciando i soccorsi umanitari, che sono più che necessari adesso, e ostacola anche l’avvio dei già controversi sforzi per la ricostruzione.
”L’azione umanitaria è stata sospesa”, ha detto Nasr all’IPS. ”Ai nostri operatori abbiamo impedito di avvicinarsi alle aree che sono state sede di combattimenti massicci, o di scavare tra le macerie. Quasi tutti i progetti dell’ICRC sono stati compromessi dall’invasione israeliana”.Gran parte delle strade di Gaza sono state danneggiate, e di interi isolati non sono rimasti che cumuli di macerie.Nasr spiega che potrebbe essere attivata una task force multinazionale, che comprende ICRC, la britannica Handicap International e il Fondo Onu per l’infanzia (UNICEF), per ripulire Gaza dalle munizioni pericolose
Ma Israele e Hamas “farebbero meglio ad accettare” la presenza di un team internazionale per il controllo degli armamenti, segnala Nasr, “se non vogliono continuare a veder morire la gente”. I costi per la bonifica dalle munizioni potrebbe raggiungere il miliardo di dollari, osserva Nasr. Secondo il Dipartimento della difesa USA, il costo medio per disinnescare una bomba inesplosa si aggira intorno ai mille dollari.
Nel novembre 2006 è entrato in vigore un nuovo protocollo allegato alla Convenzione del 1980 sul divieto di talune armi classiche, che obbliga gli stati in guerra ad eseguire o a pagare per la rimozione degli ordigni inesplosi nel periodo post-bellico.Il Protocollo relativo ai residuati bellici esplosivi è stato approvato quasi immediatamente dopo l’invasione israeliana del 2006 in Libano, dove, secondo il Centro di coordinamento delle Nazioni Unite per lo sminamento, le Forze di difesa israeliane (IDF) avrebbero lasciato fino a un milione di munizioni e bombe cluster inesplose.Attualmente, segnala Nasr, non abbiamo prove concrete che Israele abbia utilizzato le bombe a grappolo - che al momento nell’impatto rilasciano centinaia di piccole sottomunizioni mortali - nel recente bombardamento di Gaza.Ma è ancora alto il rischio di rimanere feriti gravemente e anche uccisi, spiega. “È assai preoccupante quando granate e munizioni pesanti vengono utilizzate su un’area così densamente popolata in un periodo di tempo tanto breve”, ha aggiunto.E la popolazione è preoccupata, a ragione. Vuol dire semplicemente che la guerra non è ancora finita”. (FINE/2009) Ecco La Gaza Che Non Abbiamo Visto. Il Cadavere Carbonizzato Di Un Bimbo
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