OFFENSIVA ISRAELIANA (5): PARROCO DI GAZA, “SIAMO STANCHI”

“È da sabato che ricevo telefonate e visite di musulmani che mi chiedono di pregare per Gaza, di organizzare preghiere nella comunità cristiana perché questo inferno finisca. Siamo stanchi. Stanchi di questa follia che ci bombardano tutto intorno. Stanchi perché da giorni non riusciamo a dormire. Stanchi di non avere elettricità, acqua e cibo. Stanchi perchè crediamo che questa guerra durerà per molti altri giorni e che ci saranno altre vittime tra gli innocenti”: con voce pacata padre Manuel Musallam, sacerdote della parrocchia della Santa Famiglia, l’unica chiesa cristiana di Gaza, ribadisce alla MISNA che l’attacco lanciato sabato mattina dall’esercito israeliano contro la Striscia di Gaza altro non è altro che “un crimine di guerra”. “Non riesco proprio a capire cosa sperano di ottenere con questo attacco. Questo è solo un modo di uccidere la pace. Questo attacco non rispetta l’umanità delle persone. La gente è chiusa in casa terrorizzata. I bambini piangono incessantemente da sabato, terrorizzati dalle esplosioni. Gli abitanti di Gaza non dormono da giorni nei loro letti. Per evitare di essere colpiti dai detriti, dai vetri delle finestre o dal crollo delle parti delle proprie abitazioni più esposte, dormono per terra nei corridoi o negli angoli più riparati delle proprie case. Azioni come quelle in corso non fanno che umiliare persone già lungamente provate e imporre un senso di dominio che noi, come Chiesa, come cristiani non possiamo accettare. Non possiamo accettare questo modo di fare” dice ancora padre Musallam alla MISNA. Il sacerdote ribadisce poi l’alto numero di civili uccisi dai bombardamenti e non vuol sentir parlare di operazioni militari “mirate” o “chirurgiche”, termine tanto caro ai mezzi di comunicazione occidentali, italiani in testa. “Ho appena attaccato il telefono con Betlahaya. Un’ora fa un missile ha centrato una casa, pare di miliziani. Nella casa non c’era nessuno, ma sette persone che stavano camminando per strada davanti all’abitazione sono morte. In una città come Gaza, il posto con la maggior densità di popolazione dell’intero pianeta, non si può pensare di bombardare bersagli precisi senza provocare conseguenze tutt’intorno” sottolinea il religioso, il quale riporta anche alcune stime raccolte in queste ore da lui e dai suoi collaboratori secondo le quali il 10% dei feriti dalle operazioni militari israeliane sarebbe composto da bambini con meno di 10 anni d’età, e un altro sette otto per cento da donne. “Ieri non abbiamo neanche potuto celebrare la messa perché un missile ha centrato una stazione di polizia proprio a fianco dell’edificio sacro. Quindi restiamo chiusi in casa a pregare. Non ci resta che pregare, anche per i nostri fratelli musulmani. In attesa che qualcuno si decida a intervenire” conclude padre Musallam. [MZ]Guerra di Gaza : testimonianze cristiane, laiche,palestinesi, ebraiche,israeliane

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