amira Hass:Mani sporche di sangue

"Sha-looom", ha esordito la giovane voce al telefono. Ho capito subito che era l'assistente di qualche giornalista israeliano che voleva informazioni sui prigionieri palestinesi.


Ogni volta che il governo israeliano decide di rilasciarne qualcuno, i mezzi d'informazione cominciano ad agitarsi come popcorn in una pentola calda. E usano termini come "assassini" e "mani sporche di sangue".

La donna al telefono lavorava per un programma informativo di una tv israeliana. "Stanno per essere rilasciati due assassini", mi ha comunicato. I due fanno parte dei duecento detenuti che il nostro primo ministro ha deciso di liberare come gesto di buona volontà verso il debole presidente palestinese Abu Mazen.

"Ho saputo che lei ha scritto qualcosa su uno di loro". Sì, Said al Attabe, di Nablus, 57 anni, in carcere da 31. Pianificò due operazioni contro civili israeliani quando militava nel Fronte democratico per la liberazione della Palestina. Un cittadino israeliano fu ucciso, e la giovane assistente voleva sapere se era un uomo o una donna.

Le ho detto che non lo sapevo. Eravamo nella seconda metà degli anni settanta: erano passati meno di dieci anni dall'inizio dell'occupazione militare nella Striscia di Gaza e in Cisgiordania, e meno di trenta dallo smembramento della Palestina. I complici di Attabe, tra cui la persona che lanciò la bomba a mano, furono liberati nel 1985 in uno scambio di prigionieri. Attabe fu escluso dalla lista all'ultimo momento
Diciotto anni fa si schierò a favore dei negoziati di pace con Israele. Da allora sono stati rilasciati migliaia di prigionieri palestinesi, compresi molti che avevano ucciso sospetti collaborazionisti palestinesi, Questi non sono inclusi tra quelli con "le mani sporche di sangue", cioè "inadatti al rilascio".

Ma la mia interlocutrice non era interessata. Continuava a ripetere il termine "assassino". L'ho interrotta: "Ma lei sa quanti uomini che lavorano per la sua emittente hanno le mani sporche di sangue?". Era così sbigottita che non ha avuto la forza di rispondere. Spero che abbia capito cosa volevo dire: soldati e generali israeliani, per non parlare dei nostri primi ministri e ministri della difesa, hanno le mani molto più sporche di sangue di Said al Attabe e di altri ergastolani palestinesi.

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