B. Michael racconta la storia del malato di Gaza in attesa del permesso di raggiungere un ospedale israeliano

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Ho raccontato, più di una volta, la storia di malati la cui richiesta di lasciare i territori palestinesi per ricevere un trattamento medico salvavita era stata rifiutata dallo Shin Bet. Malgrado la gravità della malattia, e benché fossero assolutamente indifesi, erano stati definiti “rischi per la sicurezza”: le richieste erano state respinte.
Tuttavia, alla fine dei conti, alcuni riescono in conclusione ad avere approvata la richiesta. Ecco una di queste storie.
L'anno scorso, a Muhammad Abu-Amro, di 58 anni, era stato trovato un cancro all'intestino; la detestabile malattia si era diffusa ad altre parti del corpo. Gli ospedali di Gaza non sono in grado di trattare casi così gravi di cancro: mancano degli apparecchi e della specializzazione necessaria. Muhammad, di conseguenza, era stato indirizzato urgentemente dai medici all'ospedale Ichilov di Tel Aviv, che ha le attrezzature, le capacità e le conoscenze necessarie. Questo nel marzo 2008.
Muhammad aveva presentato, come d'uso e come necessario, una richiesta alle autorità competenti per poter arrivare a Tel Aviv e ricevere il trattamento in grado, forse, di salvargli la vita – certamente, di prolungarla e renderla migliore.
La richiesta è stata rifiutata. Per motivi di sicurezza, naturalmente. Lo Shin Bet ha deciso che Muhammad, l'uomo e il cancro, costituivano un rischio per la sicurezza dello Stato di Israele. La famiglia ha ripresentato assai di frequente la richiesta – che, con la medesima frequenza, è stata respinta.
Intanto, il tempo ed il cancro hanno compiuto il loro lavoro. Tuttavia, benché la malattia peggiorasse, pare che non si riducesse il “rischio securitario” inerente a Muhammad. La richiesta continuava ad essere respinta. Dei parlamentari hanno compiuto seri tentativi, fonti internazionali hanno esercitato pressione, il gruppo dei Medici per i Diritti Umani ha supplicato... ma nulla è servito.
E così, sono passati sette mesi. Il cancro ha continuato a corrodere Mohammed, le cui condizioni continuavano a peggiorare. Tuttavia, lo Shin Bet insisteva: non gli permetteremo di entrare. L'uomo appena capace di stare in piedi era ancora un “rischio per la sicurezza”.
Sembrava che tutte le speranze fossero perdute, ma poi è arrivato il grande giorno: il 13 ottobre 2008. Rappresentanti dell'esercito hanno annunciato, tramite il gruppo dei Medici per i Diritti Umani, che la richiesta di Muhammad era stata approvata. Ha il permesso di uscire dalla prigione di Gaza, di arrivare all'ospedale Ichilov, e di ricevere il trattamento necessario. Chi ci avrebbe mai creduto? Sette mesi di pressione e di attesa hanno finalmente dato frutto, e grandi sono stati i festeggiamenti.
Solo un piccolo dettaglio li ha smorzati: otto giorni prima, il 5 ottobre 2008, Muhammad Abu-Amro era passato a miglior vita. Spirato. Morto.
Ed ecco che l'efficienza burocratica dà il meglio di sé: è appena passata una settimana da quando Muhammad Abu-Amro ha smesso di costituire un “rischio per la sicurezza”, ed ha già ricevuto il permesso dello Shin Bet di vedere un medico. Non è entusiasmante?
Questa è anche una lezione importante per tutti i malati della Striscia di Gaza, che cercano di lasciarla per ottenere un trattamento medico: volete che le richieste siano considerate in modo rapido ed efficiente? Siate per cortesia così gentili da morire in fretta. Questo renderà veramente più semplice approvarle.
Traduzione di Paola Canarutto

2 lo Shin Bet sta rifiutando a un un uomo di 21-, ammalato gravemente di cancro , di farsi curare in Israele,nonostante il parere favorevole dell'Esecito. .

A Mahmoud Abu Taha è stato diagnosticato un cancro nel mese di agosto del 2007. Il trattamento ricevuto a Gaza non ha dato esito positivo e ha perso un terzo del suo peso corporeo. In più, non sta assumendo tutte le vitamine di cui ha bisogno a causa della scarsità di farmaci negli ospedali di Gaza. Ricevuta l'autorizzazione dell'IDF il padre con il figlio ammalato ha guidato un ambulanza fino a Erez. Qui hanno atteso per due ore ,poi è stato comunicato loro il divieto di accedere in Israele . Non solo ma il padre è stato arrestato per sospetta partecipazione ad attività di terrorismo. La versione ufficiale è questa : "Abu Taha è arrivato all'incrocio di Erez proprio nel momento che si temeva un attacco da parte dei terroristi"
Haaretz

aggiornamento: è morto
3 Shin Bet "se vuoi un dottore, dicci chi sono i terroristi : lo afferma un rapporto che sarà pubblicato oggi



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