Iran-Usa, Pentagono ridimensiona crisi Hormuz

WASHINGTON - Non rappresentavano un pericolo i piccoli oggetti lanciati in mare domenica scorsa dalle vedette iraniane che sono state protagoniste di momenti di tensione con navi da guerra americane nello Stretto di Hormuz. Lo hanno detto fonti della Quinta Flotta americana al Washington Post. Le ricostruzioni sull’accaduto continuano ad accumularsi, con nuovi dettagli. Il Pentagono ieri ha reso noto che l’episodio non è stato il primo del genere. Altri due incontri ravvicinati analoghi erano avvenuti a dicembre e in un caso era stato anche esploso un colpo di avvertimento. Il capo degli Stati Maggiori del Pentagono, ammiraglio Michael Mullen, ha sostenuto che quello che è avvenuto domenica nello Stretto è stato l’incidente “più provocatorio e drammatico” di questi ultimi tempi tra americani e iraniani e fa parte di “una nuova impostazione strategica” degli iraniani, legata al concetto di guerra asimmetrica.Il ministero della Difesa americano ripete di essere preoccupato dal ricorso a piccole imbarcazioni che possono minacciare le grandi navi da guerra e che l’attenzione in questo senso è cresciuta dopo l’attacco del 2000 al cacciatorpediniere ‘Cole’ in Yemen da parte di Al Qaida (17 marinai americani furono uccisi). Per questo, secondo Mullen, quello dell’Iran è un tentativo deliberato di provocare, con un metodo che Teheran sa essere motivo di preoccupazione per gli americani. Ma un’ammissione di una portavoce militare, il comandante di Marina Lydia Robertson, della Quinta Flotta di stanza nel Golfo, sembra ridimensionare la portata del pericolo percepito dagli Usa. Quando i comandanti delle navi da guerra coinvolte nell’ incidente di domenica hanno visto gli iraniani gettare in mare piccoli oggetti bianchi delle dimensioni di scatole, hanno in un primo momento temuto fossero congegni esplosivi. Ma gli oggetti, secondo la Robertson, si sono rivelati innocui galleggianti. Un alto ufficiale americano, il vice ammiraglio Kevin Cosgriff, ha inoltre sottolineato che le navi Usa e le vedette iraniane si trovano spesso faccia a faccia e confronti del genere non sono novità. A conferma, sono arrivate dal Pentagono ieri rivelazioni su alcuni precedenti. In un caso, il 19 dicembre scorso la nave da guerra anfibia ‘USS Whidbey Island’ ha esploso anche un colpo di avvertimento contro una vedetta iraniana che si era avvicinata troppo.Per rispondere alle accuse iraniane di avere gonfiato l’incidente, il Pentagono ha anche reso pubblico tutto il filmato - circa 30 minuti di materiale integrale - sull’ultimo incidente. Come si vede dalle immagini non montate, membri dell’ equipaggio di una delle navi da guerra Usa, la Hopper, seguono i movimenti delle vedette che girano attorno alle tre navi Usa, diventando a mano a mano più nervosi quando i guardiani della rivoluzione (pasdaran) si avvicinano troppo. Restano però interrogativi aperti sulle minacce verbali che sono state raccolte dai militari americani su un canale radio durante la vicenda. Una voce di cui non è stata chiarita l’ origine minacciava di far “esplodere” un bersaglio non meglio precisato. Indagini sono in corso negli Stati Uniti per ricavare ulteriori informazioni sulla voce. Esperti di farsi e studiosi iraniani negli Usa, interpellati dai media, sostengono che l’accento non possa essere di provenienza iraniana. Secondo Karim Sadjadpour, uno studioso di origini iraniane al centro studi Carnegie Endowment for International Peace, l’accento “suonava pachistano, del sud dell’Asia, o di un americano che cercava di apparire iraniano, ma certamente non era iraniano”.


2WASHINGTON - Il messaggio radio che minacciava di far saltare le unità navali statunitensi allequali il 6 gennaio si sono avvicinate imbarcazioni iranianenello stretto di Hormuz potrebbe essere opera di un burlonelocale che si diverte a disturbare le comunicazioni tra le navied è conosciuto nell'ambiente con il nome di 'Filipino Monkey'(scimmia filippina). Lo scrive il giornali Navy Times Continua qui
2Iran-Usa: incidente Hormuz; oggetti in acqua non pericolosi

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