Lo sterminio degli ebrei goriziani

A Trieste i fatti si svolsero come a Roma. A Gorizia lo sterminio della comunità ebraica è sempre più percepito come un danno irreparabile. Il 23 novembre, ricorderò, Gino Armani, distrutto con la sua famiglia, a ventanni, e onorerò coloro che combatterono perché si realizzasse lamicizia e la collaborazione fra tutti i popoli.Silvino Poletto Gorizia
La tarda sera di domenica 25 luglio 1943, Gino Armani, esponente della comunità ebraica di Gorizia, fu tra quelli che diffusero le notizia del voto al Gran consiglio del fascismo – che estromise Mussolini – e la nomina del maresciallo Pietro Badoglio a capo del governo, da parte di Vittorio Emanuele III. Gino Armani, il 23 novembre 1943, assieme ai suoi genitori, venne deportato dai nazisti e non fece più ritorno. Ora, dopo 65 anni, grazie al lavoro di ricerca, dovuto allo scrittore Edoardo Pittalis è apparso il libro «Il sangue di tutti - 1943/1945 in Triveneto», pubblicato dalle Edizioni biblioteca dell’immagine di Pordenone.Le condizioni dello scontro bellico, che travolge l’Italia, per Pittalis, si richiamano a «un 25 luglio che è un ricordo e una vendetta. Era stato preceduto da tempi drammatici, gli angloamericani avevano invaso la Sicilia; Roma era stata bombardata, 717 morti, e Mussolini non c’era: quel giorno era a Feltre per incontrare Hitler. Era uscito dal Vaticano Papa Pio XII e si era messo a pregare fra le macerie.«Erano caduti 40.000 soldati, 37.000 erano disperi, 232.000 prigionieri, oltre quarantamila in mano dell’armata britannica in Africa Orientale. Dalla Russia sono tornati in pochi, mancano all’appello 84.830 soldati, di 78.000 non si saprà più niente. Sono bastate 17 tradotte nell’aprile 1’43 per riportare a casa il corpo d’armata che nell’estate precedente aveva occupato 210 convogli...» (pag. 9).Il crollo dell’8 settembre 1943, è caratterizzato «da un’Italia con un milione di soldati dispersi nel territorio e male armati e ci sono già 400 mila tedeschi. Il Friuli italiano non esiste più, il dottor Friederich Rainer, governatore del Reich, assume pieni poteri nella «Zona di operazioni Litorale adriatico». Il 16 settembre viene creata anche la «Zona di operazione delle Prealpi» e Franz Hofer è il commissario dell’Alpenvorland.Anche l’Italia fa i conti con sé stessa... quella è a guerra finita: sono morti 330 mila militari, la metà rispetto alla Grande guerra, ma anche 90 mila civili e moltissimi sotto i bombardamenti. Poi il mondo della Resistenza di cui Pittalis ricostruisce il grande contributo alla vittoria...Silvino PolettoGorizia

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