Moises Naim :gli errori di Israele e Bush

- «Il Medio Oriente ci ha abituati a settimane tragiche, ma questa è diversa, è differente, perché ci sono stati cambi di rotta fondamentali che segneranno gli anni a venire, non solo in Palestina». Moises Naim, direttore del bimestrale Foreign Policy e amante delle dinamiche globali, legge quanto è accaduto a Gaza in una sequenza più ampia, capace di terremotare ulteriormente equilibri già precari.«In Iraq si è visto chiaramente che gli obiettivi che si era dato il governo non vengono raggiunti, il Pentagono ha ammesso che la violenza è aumentata e a Washington è stato licenziato il generale Pace, l´ultimo degli uomini del gruppo di Rumsfeld che ha voluto la guerra. A Beirut c´è stato l´omicidio di Eido, si torna a pensare che dietro ci sia la Siria e non ci sono più le condizioni per governare. Su Foreign Policy abbiamo un indice della governabilità, che segnala gli Stati che stanno per fallire. Il Paese che nell´ultimo anno ha avuto la caduta più grande è proprio il Libano. L´Iran è stato accusato dagli americani di essere coinvolto nel rifornimento di armi della guerriglia irachena. E poi c´è stata la guerra civile a Gaza. Mi sembra davvero una settimana gravida di conseguenze».Cosa succederà nella Striscia di Gaza?«Si è sempre parlato di due Stati, ma nessuno avrebbe immaginato che li avremmo chiamati, come si fa in queste ore, "Hamastan", lo Stato islamico di Gaza, e "Fathestina", la Palestina di Fatah in Cisgiordania. Il primo sarà una specie di prigione governata da Hamas dove sarà quasi impossibile governare, nell´altro invece Abu Mazen avrà il sostegno economico e militare di Israele e degli Stati Uniti. Tra i due ci sono anche differenze sostanziali di ricchezza, occupazione, densità di popolazione, tutte in favore della Cisgiordania».Cosa si aspetta da Hamas?«Quando ha vinto le elezioni c´era la speranza che un movimento di terrorismo e guerriglia venisse inevitabilmente trasformato ed educato dalla necessità di governare. Invece non è successo. Ora hanno il controllo di tutto e dovranno decidere se scegliere l´escalation contro Israele o cercare di governare il loro territorio».Sono passati esattamente cinque anni dal discorso di Bush nel giardino delle rose alla Casa Bianca in cui disegnava il nuovo Medio Oriente pacificato.«E´ vero che quella politica è fallita, ma sostenere che Gaza è solo un altro disastro di Bush è un po´ troppo facile e comodo intellettualmente».Perché?«Perché nel vuoto americano di politica in Medio Oriente non si possono non vedere il terribile silenzio e la mancanza di presenza dei Paesi Arabi. E dov´è l´Europa in tutto questo? Comunque le colpe di Bush non sono di oggi ma di sei anni fa».Prima dell´11 settembre?«Proprio così: Bush fin dal primo giorno sottolineò che voleva distinguersi dall´impegno di Clinton nel cercare un accordo tra Israele e Palestina, spiegarono che non erano disposti a consumarsi per il Medio Oriente. Oggi la Casa Bianca raccoglie i frutti di quella posizione sbagliata di sei anni fa, di quell´assenza di politica e di impegno».

Da repubblica del 16-06-2007

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