Continuità della politica israeliana verso i palestinesi

Amira HASS:............

Un primo ministro indagato per i reati di abuso d'ufficio e corruzione, che avrebbe commesso quando era ministro dell'industria. Un ministro delle finanze sotto inchiesta per l'origine assai dubbia di alcuni milioni di dollari guadagnati quando rivestiva importanti incarichi finanziari.

Un ministro della giustizia condannato per violenza carnale. Alti ufficiali delle autorità fiscali indagati per corruzione, nell'ambito di un'inchiesta che ha coinvolto anche uno stretto collaboratore del premier. E, come se non bastasse, le inchieste – civili e militari – sulle gravi inefficienze e gli scandali che hanno accompagnato la guerra della scorsa estate in Libano.

"Il governo israeliano cadrà presto?", mi chiedono i palestinesi, in attesa di un deus ex machina che arrivi a risolvere i loro problemi. "Non importa", rispondo. "Che il governo cada o resti al suo posto, la politica israeliana verso la Palestina non è decisa dalle singole persone".

C'è un filo rosso che lega governi, laburisti o del Likud, primi ministri e scandali e che garantisce la continuità politica. Solo la repressione militare assume di volta in volta forme diverse e diventa sempre più efficiente.

Colonizzazione, frammentazione territoriale e sociale, pieno controllo dell'anagrafe palestinese (che regola la vita familiare), segregazione delle comunità in aree isolate e lontane tra loro, strade separate per ebrei e palestinesi. E ancora, un doppio regime di forniture idriche – illimitate per gli ebrei, razionate per i palestinesi – e una giustizia a doppio binario: leggi civili per gli israeliani e militari per i palestinesi. Questo sistema è stato costruito da zero ed è stato perfezionato negli anni, a partire dal 1967.

I primi ministri si alternano al potere, come i partiti politici. Ma gli uni e gli altri sono sempre riusciti – e riescono ancora oggi – a rendere inefficaci le risoluzioni internazionali che propongono una soluzione al conflitto basata sul ritiro degli israeliani e sulla creazione di un vero stato palestinese.

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