AMIRA HASS: strade vietate.ordinaria follia


Di nuovo a Hizma, il villaggio isolato e circondato dal muro alla periferia di Gerusalemme. Un solo articolo non basta per descriverne i drammi.

Tre settimane fa ho visto una giovane donna, un ragazzo e un bambino camminare sulla collina, vicino al muro ancora incompleto. Ho pensato che vivessero nell'enclave. "No", mi ha spiegato Hanna, la giovane donna, "viviamo laggiù".

Ho pensato che si riferisse ad alcune case palestinesi lungo la via principale, che nel corso degli anni sono state circondate dalle strade e dai nuovi quartieri della colonia in espansione. Sapevo che gli abitanti di quelle case sono residenti di Gerusalemme: le autorità israeliane non sono riuscite a convincerli a vendere le
loro terre. Ma la mia ipotesi era sbagliata.

La donna e la sua famiglia sono residenti in Cisgiordania, proprio nel villaggio di Hizma. Ho avuto però la sorpresa di scoprire che la loro casa si trova in una nuova enclave, nascosta in una piccola valle 50 metri oltre il posto di frontiera, al di là del muro. In pratica, vivono in quello che gli israeliani considerano territorio di Gerusalemme, e dove gli abitanti della Cisgiordania possono entrare solo con dei permessi speciali.

Un comandante dell'esercito ha dato ordine che i nomi di Hanna e dei suoi familiari fossero registrati al posto di frontiera, ma ogni tanto qualche soldato si rifiuta di farli passare quando tornano a casa. Non potendo permettersi un'auto, sono costretti a percorrere a piedi la strada sulla collina – lunga un chilometro – che porta al villaggio.

Nei giorni di pioggia come in quelli di sole, trasportando cibo, elettrodomestici e bombole del gas. Più di una volta, qualche familiare è stato arrestato per aver fatto appena cinquanta metri di strada. È successo alla madre di Hanna mentre andava a trovare i parenti che vivono lì vicino, a trecento metri di distanza. Ma anche al padre, che aveva raccolto alcuni vecchi vestiti nei cassonetti dell'immondizia della colonia per venderli a Hizma.
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