Warschawski :aspettando la prossima guerra
Ci sono forti dubbi, comunque, che questa razionalità possa convincere il gabinetto israeliano e il suo primo ministro, Ehud Olmert, a causa, innanzi tutto, delle forti pressioni di Washington e delle forze militari israeliane, e secondariamente della totale mancanza di coraggio e capacità di leadership di Olmert. Se è intenzionato a rispondere all’appello di Assad, Olmert deve convincere l’opinione pubblica israeliana e l’elite dirigente che il ritiro dalle alture del Golan è necessario.
La dimensione grottesca della relazioni Israelo-siriane è che Olmert e molti altri politici israeliani sanno che per gli interessi strategici israeliani la pace con la Siria è molto più importante che l’annessione delle alture del Golan. Durante il Summit di Ginevra tra Hafez el Assad(2) e Ehud Barak, ospitato da Bill Clinton nel 1999, sono stati siglati accordi di sicurezza e un importante accordo sulle risorse idriche, chiaramente a beneficio di Israele. L’unico prezzo che lo Stato di Israele doveva pagare per questi benefici era il totale ritorno ai confini stabiliti internazionalmente.
Per il governo siriano non è cambiato niente da allora e un accordo di pace può essere ancora raggiunto in poche settimane sulla base del lavoro fatto durante il Summit di Ginevra. Olmert lo sa, ma al contrario della sua controparte siriana, non è un leader pronto ad una decisione storica, ma un politicante che segue la soluzione economicamente più conveniente, riempiendosi la bocca di vuote formule che possano attirare più consenso possibile tra l’elettorato israeliano.
Questa mancanza di coraggio politico può portare Israele, molto prima di quanto non si aspetti, ad una sanguinosa e costosa guerra, una guerra che può diventare il corrispettivo israelo-siriano del sanguinoso punto morto a cui sono arrivati gli Stati Uniti in Iraq.E’ patetico sentire i guerrafondai israeliani incitati dai loro complici americani premere per una azione militare contro la Siria, anche perché questo accade a causa del fatto che Washington sta cercando una via di fuga dal pantano della guerra in Iraq. Ancora una volta Israele deve pagare il prezzo del suo totale allineamento con la politica di guerra globale degli USA e della sua disponibilità ad essere in primo piano nella crociata neo-cons contro il mondo mussulmano. Aspettando la prossima guerra
Al contrario però degli USA e della Gran Bretagna, Israele vive nel cuore del mondo mussulmano, e non c’è quindi da stupirsi che sempre più israeliani parlino dell’eventuale uso di armamenti nucleari: Masnada(3) , ancora una volta, diventa il simbolo della esistenza israeliana.
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