Israele :Notte di paura all'aeroporto Ben Gurion per due studenti di musica francesi
Due studenti di musica presso l'Université
Paris 8 alla fine del liceo ,nel 2013, hanno deciso di trascorrere un anno in Palestina per frequentato corsi di musica (violino e flauto) presso il
Conservatorio Nazionale Edward Said a Ramallah e collaborare per creare una scuola di musica a Gerico.Durante le vacanze di Pasqua decidono di ritornare per vedere di nuovo i loro amici
Domenica 19 aprile arrivano alle 02:30 all'aeroporto Ben Gurion di Tel Aviv. Alla dogana dichiarano lo scopo della visita; ma quando l'ufficiale ode la parola «Ramallah» li manda in una piccola stanza di attesa insieme ad altre persone . Prima viene interrogata Philomène . La guardia di sicurezza si arrabbia perchè non crede che ragazzi di 20 anni possano recarsi in Palestina per studiare musica. Poi interroga Bastien e la reazione è la stessa. Chiede di consegnare le schede SIM con i numeri telefonici dei contatti palestinesi e la macchina fotografica.
Due ore più tardi lo stesso ufficiale li accusa di aver preso parte alle manifestazioni. Inutile risultano le smentite .
Ormai sono le 8:00 e i ragazzi cominciano a star male. L'attesa diventa insopportabile, inumana per loro .
L'ufficiale finalmente torna a parlare con Bastien. Si rifiuta di credergli quando nega di avere partecipato a manifestazioni; chiede perché sia così nervoso, perché trema dimostrando, in tal modo , che sta mentendo? Perchè non dichiara d essere andato a Bil'in? . Alle 09:00 un ufficiale di immigrazione israeliana dichiara che sono pericolosi e che verranno condotti in un centro di detenzione. Da quel momento sono trattati come terroristi. All' ufficio immigrazione prendono le loro impronte digitali e scattano una foto. Controllano tutto quanto è nelle valigie. L'umiliazione è totale
Al centro di detenzione finalmente possono telefonare ai parenti, otto ore dopo il loro arrivo e in una cella potranno aspettare il volo di rientro . Il luogo è sporco e pieno di pulci
Alle 03:00 finalmente possono lasciare la prigione e tornare con un furgone blindato all'aeroporto
Ogni anno, all'aeroporto Ben Gurion, numerosi visitatori sono trattati allo stesso modo. I loro diritti umani più elementari sono calpestati: violazione dell'intimità, tortura psicologica, disumanizzazione, razzismo, furto, trauma. Pochi di loro presentano un vero e proprio pericolo per Israele. Allo stato attuale, non si fa nulla su questo. Quello che succede in quel confine è sconosciuto a tutti. I nostri Stati hanno il potere di fermare questi abusi. Abbiamo l'obbligo di informare per questo quante più persone possibile.
Domenica 19 aprile arrivano alle 02:30 all'aeroporto Ben Gurion di Tel Aviv. Alla dogana dichiarano lo scopo della visita; ma quando l'ufficiale ode la parola «Ramallah» li manda in una piccola stanza di attesa insieme ad altre persone . Prima viene interrogata Philomène . La guardia di sicurezza si arrabbia perchè non crede che ragazzi di 20 anni possano recarsi in Palestina per studiare musica. Poi interroga Bastien e la reazione è la stessa. Chiede di consegnare le schede SIM con i numeri telefonici dei contatti palestinesi e la macchina fotografica.
Due ore più tardi lo stesso ufficiale li accusa di aver preso parte alle manifestazioni. Inutile risultano le smentite .
Ormai sono le 8:00 e i ragazzi cominciano a star male. L'attesa diventa insopportabile, inumana per loro .
L'ufficiale finalmente torna a parlare con Bastien. Si rifiuta di credergli quando nega di avere partecipato a manifestazioni; chiede perché sia così nervoso, perché trema dimostrando, in tal modo , che sta mentendo? Perchè non dichiara d essere andato a Bil'in? . Alle 09:00 un ufficiale di immigrazione israeliana dichiara che sono pericolosi e che verranno condotti in un centro di detenzione. Da quel momento sono trattati come terroristi. All' ufficio immigrazione prendono le loro impronte digitali e scattano una foto. Controllano tutto quanto è nelle valigie. L'umiliazione è totale
Al centro di detenzione finalmente possono telefonare ai parenti, otto ore dopo il loro arrivo e in una cella potranno aspettare il volo di rientro . Il luogo è sporco e pieno di pulci
Alle 03:00 finalmente possono lasciare la prigione e tornare con un furgone blindato all'aeroporto
Ogni anno, all'aeroporto Ben Gurion, numerosi visitatori sono trattati allo stesso modo. I loro diritti umani più elementari sono calpestati: violazione dell'intimità, tortura psicologica, disumanizzazione, razzismo, furto, trauma. Pochi di loro presentano un vero e proprio pericolo per Israele. Allo stato attuale, non si fa nulla su questo. Quello che succede in quel confine è sconosciuto a tutti. I nostri Stati hanno il potere di fermare questi abusi. Abbiamo l'obbligo di informare per questo quante più persone possibile.
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