J. Rosenberg :Imminente attacco all’Iran: ennesimo falso allarme o inferno alle porte?


  Un navigato funzionario della CIA che ha trascorso 21 anni in Medio Oriente prevede che Israele bombarderà l’Iran forse in autunno, trascinando gli Stati Uniti in un’altra grande guerra e mettendo in pericolo il personale militare e civile (e altri interessi) degli USA in tutto il Medio Oriente e oltre.All’inizio della scorsa settimana, Robert Baer ha fatto la sua comparsa al provocatorio show radiofonico “Background Briefing” della KPFK di Los Angeles, condotto da Ian Masters. E’ lì che ha predetto che il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu probabilmente innescherà una guerra con l’Iran in un futuro molto prossimo.
Robert Baer ha avuto una carriera leggendaria, compreso un periodo in Iraq negli anni ‘90 durante il quale ha organizzato l’opposizione a Saddam Hussein. (E’ stato richiamato dopo essere stato accusato di aver cercato di organizzare l’assassinio di Saddam). Al momento del suo pensionamento, ha ricevuto una decorazione di alto livello per servizio meritorio.
Baer non è un qualunque agente della CIA. George Clooney ha vinto un Oscar per aver interpretato un personaggio basato su Baer nel film “Syriana” (Baer ha anche scritto il libro). 
Lui ovviamente non farà i nomi di molte delle sue fonti in Israele, negli Stati Uniti e altrove, ma i pochi che ha nominato sono tutte figure della sicurezza israeliana che hanno pubblicamente messo in guardia che Netanyahu e il ministro della Difesa Ehud Barak sono ostinatamente decisi a scatenare una guerra.
La maggior parte degli ex capi del Mossad diffida di Netanyahu
Baer è stato particolarmente colpito dall’allarme senza precedenti lanciato dall’ex capo del Mossad Meir Dagan riguardo ai piani di Netanyahu. Dagan ha lasciato l’agenzia di intelligence israeliana nel settembre 2010. Due mesi fa, ha predetto che Israele avrebbe attaccato, ma ha detto che farlo sarebbe “la cosa più stupida” che si possa immaginare. Secondo  il quotidiano Haaretz:
“Alla domanda su cosa sarebbe successo in seguito a un attacco israeliano, Dagan ha detto che ‘sarà seguito da una guerra con l’Iran. Questo è il genere di cose che sappiamo come iniziano, ma non come andranno a finire’.
“Gli iraniani hanno la capacità di lanciare razzi contro Israele per mesi, e Hezbollah potrebbe lanciare decine di migliaia di razzi Grad e centinaia di missili a lungo raggio, ha detto Dagan”.
Secondo Ben Caspit, del quotidiano israeliano Maariv , lo sfogo di Dagan nei confronti della leadership politica di Israele è significativo non solo perché i capi del Mossad, in carica o in pensione, tradizionalmente hanno mantenuto la bocca cucita, ma anche perché Dagan è molto conservatore in materia di sicurezza.
Caspit scrive che Dagan è “una delle persone più militanti di destra mai nate qui [in Israele]. … Quando quest’uomo dice che la dirigenza non ha una visione ed è irresponsabile, dovremmo smettere di dormire sonni tranquilli”.
Dagan descrive l’attuale governo israeliano come “pericoloso e irresponsabile”, e considera il fatto di parlare apertamente contro Netanyahu come un suo dovere patriottico.
La sua avversione per Netanyahu non è un caso raro nell’establishment della sicurezza israeliana. Stando a ‘Think Progress’, che cita il giornale ‘Forward’, 12 dei 18 ex-capi viventi delle due agenzie di sicurezza israeliane (il Mossad e lo Shin Bet), “si stanno opponendo attivamente alle posizioni di Netanyahu, o si sono espressi contro di esse”. Dei rimanenti sei, due sono attualmente ministri nel governo Netanyahu, lasciando un totale di 4 su 18 che sostengono il primo ministro in maniera indipendente.
In breve, mentre il Congresso americano ha concesso ‘doverosamente’ a Netanyahu  ben 29 standing ovation, gli israeliani, che conoscono meglio di altri sia Netanyahu che la situazione strategica di Israele, pensano che egli sia un pericoloso disastro.
Ma secondo Baer, ​​non abbiamo ancora visto nulla.
Vi è la “quasi certezza” che Netanyahu  stia “pianificando un attacco [contro l'Iran] … e potrebbe essere nel mese di settembre, prima del voto [all’ONU] su uno Stato palestinese. Ed egli spera anche di coinvolgere gli Stati Uniti nel conflitto”, ha spiegato Baer.
L’aviazione israeliana attaccherebbe “Natanz e altri impianti nucleari per ridimensionare le loro capacità. Gli iraniani colpiranno di rimando, dove potranno: Bassora, Baghdad”, ha detto Baer; e anche in Afghanistan. A quel punto gli Stati Uniti entrerebbero nel conflitto con attacchi contro obiettivi iraniani. “Le nostre forze speciali stanno già studiando obiettivi iraniani in Iraq e oltre il confine [in Iran] che potremmo colpire. Ciò a cui ci troveremmo di fronte è un’escalation, piuttosto che una vera e propria guerra pianificata. E’ uno scenario da incubo. Non abbiamo abbastanza truppe in Medio Oriente per combattere una guerra del genere”. Baer ha aggiunto: “Penso che ci stiamo affacciando sull’abisso”.
Un’altra guerra americana?
Masters ha chiesto a Baer perché l’esercito americano non si sta mobilitando per impedire che questa guerra accada. Baer ha risposto che l’esercito si oppone, così come l’ex Segretario alla Difesa Robert Gates, che ha usato la sua influenza per contrastare un attacco israeliano durante le amministrazioni Bush e Obama. Ma egli ora se n’è andato, e “c’è uno stato di allerta all’interno del Pentagono” per prepararsi alla guerra.
Va notato che il regime iraniano è perfettamente in grado di innescare una guerra con gli Stati Uniti attraverso una combinazione di colossale stupidità e puro odio. Infatti, come ha spiegato Baer, ​​la Guardia Rivoluzionaria iraniana gradirebbe una guerra. I suoi membri sono “paranoici”. Essi sono “preoccupati … di quello che sta succedendo nel loro paese economicamente, in termini di embargo sul petrolio e delle altre sanzioni”. E sono preoccupati per una popolazione che disprezza sempre più il regime.
“Hanno bisogno di un nemico esterno. Siccome stiamo per lasciare l’Iraq, il nemico è Israele. Ma per rendere credibile questa minaccia, essi vorrebbero un attacco ai loro impianti nucleari; a loro piacerebbe andare in guerra in Bahrain , in Arabia Saudita e in Iraq, e colpirci dove potranno. La loro difesa è asimmetrica. Siamo in grado di eliminare tutte le loro unità corazzate. Ma fa poca differenza per loro, e lo stesso per i loro siti missilistici terra-aria. Farebbe poca differenza, perché farebbero ricorso al terrorismo. Sarebbero in grado di infliggere gravi danni alla nostra flotta nel Golfo”.
Dato tutto ciò, è possibile che gli Stati Uniti permettano a Israele di attaccare, quando il presidente sa che sarebbe costretto a unirsi alla guerra a fianco di Israele?
“Il presidente è in corsa per la rielezione il prossimo anno”, ha sottolineato Baer, e Israele è “veramente fuori controllo”.
“Che succede quando vedi 100 F-16 avvicinarsi all’Iraq, e c’è un appello alla Casa Bianca [da parte di Netanyahu] che dice ‘Stiamo andando, siamo in guerra con l’Iran’? Cosa può fare il presidente degli Stati Uniti? Egli ha scarsa influenza su Bibi Netanyahu. … Noi non possiamo fermarlo. E lui lo sa”.
E’ uno scenario abbastanza spaventoso, reso infinitamente più terrificante dal fatto che responsabili israeliani di alto livello (che hanno ascoltato il pensiero di Netanyahu dalla sua stessa bocca) vedono anch’essi il futuro allo stesso modo. Quegli israeliani meritano un sacco di credito per aver suonato il campanello d’allarme abbastanza forte da permetterci di sentirlo e fare qualcosa – anche se è impossibile sapere se le persone che contano stanno prestando attenzioneIn realtà, solo una persona conta: il presidente degli Stati Uniti. Se Israele bombardasse l’Iran domani, il Congresso americano dimenticherebbe tutte le proprie divergenze di parte e correrebbe (non soltanto camminerebbe) alla Camera dei Rappresentanti e al Senato per approvare l’attacco e chiedere un sostegno senza riserve a Israele. Questo è ciò che il Congresso fa sempre, e farà sempre fino a quando la lobby [filo-israeliana] (e i donatori che essa dirige) saranno i principali protagonisti nel definire le nostre politiche in Medio Oriente.
E chissà cosa farebbe Obama? Fino ad oggi, egli non si è esattamente distinto, quando si tratta di opporsi a Netanyahu.
Ma un attacco israeliano contro l’Iran sarebbe diverso. Metterebbe in pericolo un numero enorme di americani (nella regione e anche qui in patria). Ucciderebbe qualsiasi ripresa economica portando i prezzi del petrolio alle stelle. E ci inghiottirebbe in un’altra guerra in Medio Oriente. E metterebbe in pericolo l’esistenza dello Stato di Israele.
Questa è una cosa su cui il presidente deve concentrarsi, invece di essere costretto a mercanteggiare con gente come il deputato Eric Cantor e il senatore Mitch McConnell. E’ così incredibile che questi due individui, e i loro alleati di destra, abbiano legato le mani al nostro governo nel loro sforzo incessante di compiere la loro arrampicata politica distruggendo il presidente degli Stati Uniti. E’ rivoltante.
M. J. Rosenberg è senior fellow per la politica estera presso il Media Matters Action Network; in precedenza è stato direttore delle politiche dell’Israel Policy Forum
(Traduzione di Roberto Iannuzzi)

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