Giorgio Gomel :Israele - I motivi di Jcall


Ragione, ragionevolezza. Amos Oz, nelle sue Lezioni all’Università di Tubinga contro il fanatismo di qualche anno fa, elogiava il compromesso e la moderazione, come antidoti contro il fanatismo che è all’opposto unilaterale, estremo, negatore delle opinioni dell’altro.Questo è il motivo ispiratore di un appello – detto JCALL - , fratello di Jstreet, un importante movimento d’opinione e di pressione animato da ebrei americani in sostegno di una soluzione di pace fra Israele e i palestinesi.L’appello, è stato redatto da diversi gruppi ebraici europei, in sintonia con i movimenti che in Israele sostengono l’esigenza di un negoziato con i palestinesi in vista di una soluzione basata sul principio di “due stati per due popoli.” In Italia se ne è fatto promotore il Gruppo Martin Buber-Ebrei per la Pace (www.martinbubergroup.org), che da anni propugna queste idee. L’appello, presentato il 3 maggio scorso al Parlamento europeo, è stato sottoscritto ad oggi da oltre 6000 ebrei in Francia, Belgio, Svizzera, Italia, Olanda, Svezia, Gran Bretagna, Germania, ecc.
Quali i contenuti e i propositi di JCALL? Perché chiedo, a nome dei promotori, agli ebrei italiani di aderirvi e di appoggiare le iniziative concrete che stiamo organizzando?ntanto non è una petizione come tante altre rivolta a raccogliere banalmente adesioni, rincorrendo firme, illustri o meno, come altri sguaiatamente tendono a fare. Vuole essere, invece, un momento di aggregazione intorno ad alcuni principi fondamentali sulla base dei quali dare corpo a un movimento ebraico europeo che faccia da contrappeso alle istituzioni e organizzazioni ebraiche che appoggiano acriticamente il governo di Israele e che possa così interagire in Europa con gruppi e movimenti che in Israele e negli Stati Uniti operano con gli stessi intenti.Questo aspetto è stato colto con chiarezza dalla stampa in Israele, come in diversi paesi europei. E’ un qualcosa di nuovo, dal punto di vista organizzativo : per le particolarità dell’Europa, le diversità nazionali, la frammentazione dell’ebraismo europeo, la sua stessa debolezza, non vi era nulla simile prima della fondazione di JCALL, anche se le idee ispiratrici, cioè il sostegno al dialogo di pace fra israeliani e palestinesi al fine di giungere ad un accordo basato sulla formula di “due stati per due popoli”, con confini riconosciuti, Gerusalemme capitale dei due stati, e Israele e Palestina in rapporti di buon vicinato in un Medio Oriente pacificato, risalgono a battaglie condotte da molti anni.
Nella posizione di JCALL è molto esplicito ed importante – io ritengo, dal punto di vista etico-politico – il rivendicare con forza il diritto/dovere di ebrei della Diaspora di criticare i governi di Israele per la dissennata espansione degli insediamenti ebraici e la mancanza di una strategia coerente volta a porre fine

all’occupazione e a giungere ad una soluzione negoziata di pace, che spartisca quella terra – Eretz Israel o Palestina - contesa fra due popoli con pari diritti nazionali e consenta a Israele di sopravvivere in futuro come stato democratico degli ebrei.

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Israele e gli ebrei in Italia: un rapporto complesso

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