Giorgio Gomel Dopo Gaza: Hamas, Israele, la trattativa



Dal ritiro da Gaza nel 2005, malgrado ripetute enunciazioni di buoni propositi, Israele non ha fatto alcun passo, paralizzata da un lato nel suo immobilismo diplomatico dai contrasti interni al paese, spinta dall’altro lato dalla forza di pressione dei coloni ad una dissennata espansione degli insediamenti in Cisgiordania. Nel solo 2008 – secondo l’ultimo rapporto di Shalom Achshav – vi è stato un aumento del 60 per cento di case e strutture costruite nelle colonie, di cui il 40 per cento ad est del muro di separazione. Israele inoltre non ha liberato prigionieri palestinesi, non ha alleviato le condizioni vessatorie e umilianti dell’occupazione, non ha accettato il piano di pace della Lega Araba del 2002 che costituiva una proposta radicalmente nuova per il mondo arabo. Ha fallito miseramente nel tentativo di isolare diplomaticamente ed economicamente, tramite la chiusura dei confini, il regime di Hamas. Urge oggi un negoziato con l’ANP sulle questioni dirimenti degli insediamenti, dei confini con uno scambio paritario di territori fra i due stati, dello status di Gerusalemme, capitale dei due stati. Gli eventuali accordi trarranno forza dal sostegno indiretto di Hamas – se sarà possibile – o da nuove elezioni e dall’impegno di sottoporli a referendum tra i palestinesi..continua qu


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