Gershon Baskin Gerusalemme, città della pace

Gerusalemme è la capitale eterna del popolo ebraico e dello Stato di Israele. Il collegamento del popolo ebraico con la sua città santa è indiscutibile. Ovunque si scavi, si trovano radici ebraiche. Le nostre preghiere e le nostre scritture esprimono questo attaccamento a Gerusalemme, e rafforzano i nostri legami storici e religiosi con la città. Ci rivolgiamo a Gerusalemme in preghiera tre volte al giorno e la richiamiamo durante i nostri più importanti riti di passaggio.Israele, lo stato-nazione del popolo ebraico, non poteva avere altra capitale. Io, che sono emigrato in Israele più di tre decenni fa – un israeliano per scelta, come io stesso mi definisco – ho messo al mondo tre figli a Gerusalemme. Non sceglierei di vivere in nessun’altra città. Gerusalemme è la mia casa.Mi piace guidare attorno alla Città Vecchia. Mi piace vagare per i suoi vicoli e le sue viuzze, in quartieri che ci ricordano la centralità di questo luogo per le civiltà passate. Sappiamo che tre religioni monoteiste considerano Gerusalemme la loro città santa. Miliardi di persone in tutto il mondo hanno Gerusalemme nella loro coscienza, e molti portano i simboli fisici di questa consapevolezza nelle loro case, chiese, moschee e, naturalmente, sinagoghe.

Gerusalemme è anche il centro del conflitto israelo-palestinese. Entrambe le parti sostengono i propri diritti nazionali sulla città. Tra il 1948 e il 1967 la città fu divisa fisicamente da filo spinato e muri. L’annessione giordana di Gerusalemme Est era illegale secondo il diritto internazionale e non fu riconosciuta dalla comunità internazionale. Nel giugno del 1967 i confini fisici vennero rimossi, ma la città rimase profondamente divisa, così come lo è oggi. Israele ha annesso Gerusalemme Est e ha dichiarato la città sua capitale unificata ed eterna. L’annessione era illegale secondo il diritto internazionale e non venne riconosciuta dalla comunità internazionale. A dire il vero, non c’è nemmeno un paese che riconosca Gerusalemme Ovest come capitale. Non c’è paese che a Gerusalemme abbia la sua ambasciata.Dal 1948 al 1967, agli ebrei venne negato il diritto di accedere ai loro luoghi più santi della Città Vecchia. Dall’inizio del processo di Oslo nel 1993, ai palestinesi è stato negato il libero accesso ai loro luoghi santi a Gerusalemme, poiché la città venne separata dal resto della Cisgiordania.Dopo il 1967, Israele estese la superficie di Gerusalemme e iniziò una massiccia opera di costruzione di insediamenti, i quali circondano tutti i quartieri palestinesi della città estesa. Un anello di insediamenti ebraici da Ramot a nord fino a Gilo a sud circonda Gerusalemme Est. E’ stata costruita una rete stradale che collega i quartieri ebraici tra di loro e con Gerusalemme Ovest, rendendo i quartieri palestinesi isole disconnesse. La Gerusalemme israelo-ebraica ha conosciuto rapido sviluppo e modernizzazione, mentre la Gerusalemme palestinese è regredita in baraccopoli urbane sottosviluppate e degradate, intervallate da zone non pianificate di crescita autonoma nate da iniziative private. Dal 1967 non c’è stata alcuna pianificazione urbanistica né alcuna crescita orientata allo sviluppo dei palestinesi di Gerusalemme.

Quando un israeliano di Gerusalemme e un palestinese di Gerusalemme descrivono la loro città, è come se parlassero di due spazi urbani diversi. Entrambi condividiamo gli stessi simboli, come la Città Vecchia e il Monte del Tempio, ma diamo loro nomi diversi, e quei simboli sono caricati di connotazioni molto diverse. Gerusalemme è la città più segregata del mondo. Non ci sono luoghi comuni, ogni edificio è o israeliano o palestinese, ed israeliani e palestinesi non vivono nello stesso spazio.I palestinesi non hanno mai riconosciuto il diritto di Israele a Gerusalemme Est, non hanno mai partecipato al processo democratico che offre loro il sistema che tutti noi abbiamo ereditato dagli inglesi, che consente ai residenti non cittadini del comune di Gerusalemme di partecipare alle elezioni comunali e candidarsi alle elezioni. I palestinesi hanno boicottato queste elezioni per 43 anni.

Dopo la prima intifada e con l’inizio del processo di Oslo, i palestinesi hanno assistito allo sviluppo delle loro istituzioni nazionali a Gerusalemme, di cui l’Orient House è l’esempio più significativo. Con il processo di Oslo, tuttavia, Gerusalemme è stata isolata dai palestinesi come centro economico e politico attraverso la Legge per l’Attuazione del Trattato di Oslo. Poiché Gerusalemme veniva definita una questione da risolversi allo stadio finale dei negoziati, i palestinesi, fiduciosi, convennero che la loro Autorità Palestinese non avrebbe potuto operare a Gerusalemme Est.La legge approvata per consentire al governo di mettere in atto i vari aspetti degli accordi di Oslo è stata utilizzata cinicamente per chiudere le istituzioni palestinesi a Gerusalemme, nonostante le promesse di Shimon Peres e nonostante l’obbligo imposto a Israele dalla Road Map di riaprire le istituzioni palestinesi a Gerusalemme Est.La legge dalle conseguenze non intenzionali ha avuto un significativo duplice impatto su Gerusalemme, che si è rivelato negativo per Israele stessa. La rimozione dell’influenza diretta dell’ANP ha creato un vuoto di potere. Le istituzioni governative, municipali e nazionali, tra cui la polizia, non operano sufficientemente nella Gerusalemme palestinese.

Come risultato, altri hanno riempito il vuoto. I più importanti tra questi sono Hamas e Hizb al-Tahrir – il partito della liberazione, un gruppo radicale islamico. Mentre l’ANP in questi ultimi due anni ha lavorato duramente per contrastare l’influenza dei gruppi politici islamici in Cisgiordania, sotto il (non) controllo e la (non) autorità di Israele questi gruppi stanno prosperando a Gerusalemme Est.

Inoltre, con la costruzione del muro di separazione a Gerusalemme, che divide soprattutto palestinesi da palestinesi, più di 30.000 abitanti palestinesi di Gerusalemme che avevano lasciato la città a causa della carenza di alloggi hanno fatto ritorno per timore che potessero perdere i loro diritti civili insiti nello status di residente.Oggi, Gerusalemme è una capitale poco importante, sottosviluppata e con poco rilievo a livello internazionale. E ‘ una città che riflette troppo poco il suo incredibile potenziale. Per molti aspetti non sembra di certo la capitale di un paese importante. A volte sembra la periferia di una città che non esiste nemmeno.Eppure, il potenziale di Gerusalemme è sconcertante. Gerusalemme potrebbe essere il luogo più importante del mondo, dimostrando che l’umanità può realmente celebrare la diversità delle tre fedi che vi si trovano fianco a fianco e custodirle. Il mondo musulmano avrà la custodia del Haram al-Sharif (Monte del Tempio), mentre gli ebrei avranno la custodia del Muro del Pianto. Nel rispetto della sacralità di tutto il complesso, noi tutti ci impegneremo a non scavare, a non costruire tunnel o altro, e a non danneggiare ciò che si trova al di sopra o al di sotto di esso.

Immaginate che la zona E-1 – il controverso piano per sviluppare un “ponte” terrestre di case ebraiche tra Gerusalemme e Ma’aleh Adumim, tagliando la Cisgiordania a metà – diventi il quartiere diplomatico di Gerusalemme, con ambasciate e quartieri residenziali per diplomatici. Gerusalemme potrebbe essere una città in cui circa 200 nazioni hanno ambasciate che servono due paesi. Immaginate le decine di migliaia di operatori internazionali che di Gerusalemme farebbero la loro casa. Si immagini il potenziale che Gerusalemme potrebbe avere di diventare una vera e propria città della pace, con decine di milioni di turisti, e dove pellegrini ebrei, musulmani e cristiani vengono a celebrare la loro fede. Immaginate Gerusalemme come capitale riconosciuta dello Stato di Israele.Tutto questo è possibile. Gerusalemme diverrà la città della pace e la capitale dello Stato di Israele, ma solo dopo che sarà stata anche riconosciuta come la capitale della Palestina. La vera unità di Gerusalemme avverrà solamente nella sua divisione politica. Gerusalemme, con due stati sovrani, sarà una città aperta, simbolo della propensione umana alla creatività, all’ingegno e allo spirito di comprensione, alla compassione e alla vera santità.

Gerusalemme, città della pace

Gershon Baskin è co-direttore dell’Israel/Palestine Center for Research and Information (www.ipcri.org), ed è membro eletto del direttivo del Movimento Verde, un partito politico israeliano

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