Il governo di Gerusalemme sta dividendo il territorio dei profughi usando manodopera palestinese


Il muro di divisione ordinato dal governo israeliano per lottizzare la Cisgiordania fra occupanti palestinesi e nuovi insediati israeliani rischia di diventare l'opera urbana più politicamente dibattuta dai tempi del Muro di Berlino.Benjamin Netanyahu e i suoi ministri hanno deciso di non mollare la presa, ignorare le pressioni degli Stati Uniti e di tutto l'occidente e andare avanti per la strada del braccio di ferro con il governo dell'Anp. Il piano del governo di Gerusalemme prevede la costruzione di una barriera alta otto metri completa di torri di avvistamento, recinzioni elettrificate, fossati e telecamere per proteggere, dicono, i propri sudditi dagli attentatori suicidi. Il progetto, se verrà attuato, rischia di passare alla storia come l'ennesima tragedia del conflitto israeliano-palestinese. L'ironia, o forse sarebbe meglio parlare di amara riflessione, è che gli operai assunti per innalzare questa recinzione della discordia sono tutti palestinesi. Persone che vivono di stenti, che devono sfamare famiglie numerose e che, pertanto, sono costretti ad accettare un lavoro che essi stessi giudicano un tradimento per il proprio paese. E' il caso di Mustafa che con otto figli a carico ha detto: "Ho tradito il mio paese, la mia religione, le mie idee, la mia legge ma devo sfamare i miei figli e la mia famiglia". Mohammed ha deciso invece di sposare la causa opposta. Al reporter che gli domandava perchè ha preferito la disoccupazione ad uno stipendio basso ma sicuro, ha risposto: "Sono felice e amo la vita ma sono disposto a perderla e perdere la terra per i miei figli pur di restare fedele al mio paese".La bilancia di tutta l'operazione pende da parte degli israeliani che traggono profitti molto alti assumendo manodopera palestinese a basso costo. Per gli operai, invece, la costruzione del muro è una dilemma devastante fra il vivere e aiutare col proprio lavoro la causa israeliana.
- REPORTAGE, SULLE STRADE SEGRETE DEI DISPERATI DELLACISGIORDANIA

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