Amira hass: nei posti di blocco i palestinesi non possono portare cibo o bevande


Amira Hass racconta cosa succede al posto di blocco di Sha’ar Efraim, a sud di Tulkarem, gestito dalla compagnia di sicurezza privata israeliana Modi’in Ezrahi. A fare le spese dell’aumento dell’efficienza sono i lavoratori palestinesi ai quali, dopo ore di fila per entrare e uscire da Israele, vengono tolti i generi alimentari che portano con sé, a causa di non meglio precisati “rischi per la salute e la sicurezza”.“La compagnia impedisce ai lavoratori palestinesi di passare il posto di blocco con bottiglie d’acqua o altre bevande e con cibo preparato a casa”, scrive Amira Hass su Ha’aretz. “Anche la quantità di ogni singolo prodotto è strettamente controllata. Sono concessi solo due fette di formaggio, cinque pite (il pane arabo), una bottiglia o una lattina, un paio di cucchiai di zucchero e dieci olive”.“I palestinesi sono allora costretti a sopravvivere per tutta la giornata lavorativa, che può durare anche dodici ore, con i pochi alimenti concessi, oppure devono comprare i prodotti nei negozi israeliani, molto più costosi”.“E presto altri posti di blocco saranno gestiti da compagnie private”, conclude Amira Hass, “imponendo ulteriori limitazioni alla vita dei palestinesi”.Ecco cosa succede quando si privatizza la sicurezza

Ai Palestinesi che passano i checkpoint israeliani è vietato anche ...

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Checkpoint privati?

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