Piombo fuso : soldati svelano violenze e furore.



1 TEL AVIV - Fuoco a raffica nelle case, donne e bambini freddati da tiratori scelti per banali difetti di comunicazione fra reparti, disprezzo per i palestinesi in quanto tali, atti di vandalismo e scherno nelle loro abitazioni. C'é stato anche questo nei 22 giorni di guerra dell'operazione Piombo Fuso, condotta dalle forze armate israeliane (Tsahal) a gennaio per colpire i santuari degli integralisti di Hamas nella Striscia di Gaza, secondo testimonianze insospettabili raccolte dai media che gettano in queste ore nell'imbarazzo gli alti comandi inducendoli ad annunciare "verifiche" e "indagini" approfondite.A strappare il velo del silenzio sono stati i racconti di alcuni reduci rimbalzati oggi sulla stampa e denunciati con enfasi come altrettante macchie sull'onore delle divise di Tsahal. Racconti di episodi singoli, ma non isolati a sentire i protagonisti, che descrivono un contesto generale fatto di "regole d'ingaggio permissive" ed eccessi di furore.
Le testimonianze - svelate per primo dal giornale liberal Haaretz, che ne ha avviato oggi la pubblicazione integrale, e riprese poi da tutte le maggiori testate israeliane - sono frutto di trascrizioni di un dibattito tenuto nell'ambito dei corsi del collegio di preparazione militare intitolato alla memoria d'Yitzhak Rabin: l'eroe di guerra divenuto premier degli accordi di pace di Oslo.
Il capo di una piccola unità di commando narra ad esempio di aver assistito all'uccisione di una donna e due bambini da parte di un cecchino appostato su un tetto solo perché "ci si era dimenticati di avvertirlo" del loro rilascio. "Lui ha visto che a camminare erano una donna e due bimbi - sottolinea il graduato -,... ma alla fine li ha uccisi. E non credo che ci sia rimasto troppo male perché, dopo tutto, aveva agito secondo gli ordini". Ordini - deplora - improntati all'idea che la vita dei Palestinesi, civili inclusi, sia "qualcosa di molto, ma molto meno importante delle vite dei nostri".Un commilitone rivela di aver avuto un diverbio con un superiore dopo che questi aveva ordinato di far fuoco su una persona che - "a 100 metri" dal reparto - appariva chiaramente "una donna anziana". E aggiunge di aver dovuto poi subire le proteste dei suoi stessi compagni al grido di: "Dovremmo ucciderli tutti, qui sono tutti terroristi". Un atteggiamento ritrovato nei combattenti che afferma d'aver visto "scrivere morte agli Arabi sui muri delle case o prendere foto di famiglia e sputarci su. Solo perché potevano".Un altro graduato, citato stavolta da Yediot Ahronot, descrive il modus operandi della sua unità in questi termini: "Entrando in una casa, dovevamo sfondare la porta e sparare all'interno. E così avanti, una storia dopo l'altra". "Io - conclude - lo chiamerei omicidio".
Parole pesanti che hanno "sconvolto" Danny Zamir, direttore dei corsi del collegio Rabin, spingendolo a pubblicarle su una newsletter ancor prima dei giornali. E che spingono Amos Harel, analista militare di 'Haaretz', a commentarle quale segno del "continuo deterioramento" dei codici di condotta degli eredi della leggendaria Haganah sionista: "Dalla prima guerra del Libano, alla seconda, fino all'operazione Piombo Fuso" (chiusa con un bilancio di oltre 1400 morti, stando alle ultime stime di fonte palestinese).Per questo Harel chiede ai comandi di "prendere sul serio denunce che non possono essere tacciate di propaganda poiché non vengono più solo da testimoni palestinesi o dalla 'stampa ostile'". E non s'accontenta della promessa di "indagini accurate" fatta da un portavoce dello stato maggiore il quale, al contempo, nega l'esistenza di ogni "informazione preventiva" coperta su quanto esploso in pubblico oggi.

in inglese
Guerra di Gaza : testimonianze cristiane, laiche,palestinesi, ebraiche,israeliane

2  editoriale di Haaretz: i soldati rivelano uccisioni di civili e deliberate distruzioni a Gaza     le dichiarazioni dei militari partecipanti al corso preparatorio di Yitzhak Rabin contrastano con le versioni fornite alla pubblica opinione dai comandanti e dai i media Ne risulta un quadro deprimente e inquietanteL'IDF farà a tutti,un grande favore se considererà seriamente le accuse e aprirà un'indagine: fino a quando le denunce provenivano dai palestinesi o dalla stampa "ostile " è stato possibile negare la propria responsabilità,accusando ogni testimone di propaganda antiisraeliana Sei comandanti dell' l'IDF davvero non hanno mai sentito parlare di questi incidenti, la ragionevole ipotesi è che non vogliono sapere. Sembra che ad eccezione di episodi isolati, la regola sia "non chiedere, non dire". Chi ha esaminato la trascrizione che verrà pubblicata integralmente da Haaretz ha detto: "questa non è l'Idf che conoscevamo"

Aviad Kleinberg : menzione d'onore ad alcuni militari per non aver sparato su civili  Sintesi personale  Abbiamo recentemente appreso che un ufficiale e tre combattenti appartenenti alla Duvdevan hanno meritato una citazione per aver evitato di mettere in pericolo palestinesi innocenti in Cisgiordania.Nel primo caso a Nablus' i soldati hanno ferito il sospettato, ma non la moglie, Nel secondo caso, il team ha fatto irruzione in un appartamento dove la moglie e i figli piccoli di un sospetto erano presenti. Sebbene un fucile M-16 sia stato trovato , i militari non hanno sparato risparmiando così la vita di innocenti .In sintesi merita un encomio il non aver ucciso civili senza colpa Implicitamente potremmo credere che un soldato dell'IDF avrebbe normalmente aperto il fuoco contro donne e bambini , ma nei casi citati i soldati sono riusciti a superare questo istinto e,pertanto, hanno ottenuto un riconoscimento .Lo stupore delle gerarchie militari per questo comportamento ci racconta di una realtà che va oltre le tante smentite del procuratore militare e della commissione di inchiesta dove si esalta la moralità e la purezza del nostro esercito Inoltre, l'unità Duvdevan risulta l' unica squadra e che in due distinti e ben documentati casi non ha ferito innocenti. Sì, difficile da credere. Una volta non sparare sugli innocenti era la norma e chi tragrediva veniva punito 

4  Amos Harel : i soldati dell'IDF o sono bugiardi o sono puri come la neve   Sintesi personale: solo elementi essenzialiSarebbe difficile non  esprimere stupore per la velocità e l'efficienza dimostrata dalla Polizia Militare e dal generale di brigata nell'indagare sulla testimonianza dei militari che hanno combattuto a Gaza: 11 giorni .L'IDF ne esce pura come la neve, eppure c'è qualcosa di sconcertante : i soldati appartenenti a una delle più prestigiose  unità dell'IDF hanno  dimostrato di essere  bugiardi e  fantasiosi  narratori L'avvocato militare  non solo presenta versioni alternative ai fatti gravissimi accaduti, ma  sorvola sugli altri abusi denunciati. sputi sulle foto di famiglie palestinesi, sdradicamento  di frutteti con fosforo bianco.ecc. Apparentemente i soldati avvisarono  gli investigatori sul caso di civili uccisi per errore, Mendelbilt  conferma  imbarazzo retroattivo per l'incidente Non vi è alcun motivo per dubitare del rigore e della sincerità degli investigatori tuttavia non è chiaro come possano essere così certi  che le testimonianze siano  frutto di voci , testimonianze che  risultavano  veritiere durante  le  indagini svolte dalla polizia e dal comandante della brigata Givati  L'impressione è che i soldati abbiano scelto una strategia di uscita ragionevole  per superare   divergenze con i loro comandanti. Pura congiuntura, visto che non possono essere intervistati  dai giornalisti. In alcune unità i comandanti hanno avvertito  i militari di non parlare con esterni all'IDF di   quanto successo a Gaza C'è un altro aspetto da considerare: l'inchiesta analizza solo la versione israeliana: Un reporter dell'  Associated Press, che è stato a Gaza la settimana scorsa  e ha intervistato  i palestinesi  conferma che i loro ricordi  non sono dissimili da quanto denunciato  inizialmente dai soldatiGaza probe / Either troops are liars, or the IDF is pure as snow  

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