Misna: tre le scuole bombardate



[Sono state in realtà tre - e non solo quella del massacro di Jabaliya - le scuole dell'Unrwa coinvolte ieri in operazioni di guerra israelianie, con un bilancio complessivo di 47 vittime tutte civili, per lo più bambini, adolescenti e donne; lo ha scritto, da Gaza, Safwat al-Kahlout, corrispondente dell'Ansa, in questo articolo che la MISNA riproduce stamattina integralmente]"Per sfuggire alle bombe israeliane Abed Sultan, 19 anni, è scappato dalla propria abitazione e ha marciato verso Gaza City per 12 chilometri. Sperava di trovare un riparo relativamente sicuro nella scuola dell'Unrwa (l'agenzia dell'Onu per i profughi palestinesi) nel campo profughi di Shati. Oggi, poco dopo l'arrivo nel rifugio di fortuna, è stato raggiunto da un razzo israeliano mentre si trovava nei bagni della scuola. Con lui sono rimasti uccisi altri due compagni di età compresa fra i 19 e i 25 anni. Da lunedì, con l'intensificarsi delle operazioni militari israeliane e dei bombardamenti, almeno 15.000 palestinesi hanno lasciato a precipizio le loro abitazioni per rifugiarsi nelle istituzioni dell'Unrwa, oltre 20 in tutta la Striscia, ritenendole al riparo del fuoco dell'esercito. Ma ormai a Gaza non ci sono posti sicuri per nessuno.
In mattinata un'altra scuola dell'Unrwa, a Khan Yunes, è stata colpita dal fuoco israeliano e due sfollati sono stati colpiti a morte. Nel pomeriggio, in un ulteriore attacco israeliano, una terza scuola dell'Unrwa è stata teatro a Jabalya di un massacro. I morti, al suo interno e nelle sue immediate vicinanze, sarebbero una quarantina. L'Unrwa ha elevato una protesta formale. L'esatta posizione dei suoi edifici, ha ribadito, è ben nota da tempo all' esercito israeliano. Ora l'agenzia insiste per un'inchiesta approfondita. All'ingresso della scuola elementare di Shati (Gaza) la madre di Abed è sconvolta, in lacrime. Il suo povero figlio, lamenta, non potrà nemmeno avere funerali, nè la tradizionale tenda di lutto. Il mondo, aggiunge, le è crollato addosso. Abed Sultan veniva dall'estremo nord della striscia, dalla zona compresa fra Beit Lahya e al-Atatra. Assieme con lui, ieri, sono scappati in 5000, cinquecento dei quali sono arrivati a Shati. Altri avevano puntato verso Jabalya. «Non abbiamo portato niente con noi» ci dicono Muhammad e Zarifa Sultan, una coppia di sfollati. «Ci siamo lasciati dietro tutto: i soldi, i gioielli, i documenti, le foto ricordo... Quando abbiamo visto i soldati puntarci le armi contro, il cervello ha smesso di funzionare e sono partite le gambe».

L'ultima immagine che hanno visto del loro paese è quella di cadaveri abbandonati per strada, in attesa di essere sepolti. La marcia di questa comunità - uomini, donne, anziani, bambini - è stata lunga e dura. Sono arrivati alla scuola dell'Unrwa esausti. Per molte ore non è stato possibile distribuire loro nemmeno acqua: una prima autobotte ha fatto la sua comparsa solo nel pomeriggio. Nel resto della giornata si attendono anche viveri. «La situazione dell'Unrwa era molto grave anche prima» fa notare all'Ansa il portavoce Adnan Abu Hasna. «L'inaspettato arrivo di migliaia di sfollati è molto gravoso. Non sappiamo quanto tempo ancora potremo resistere». La mattinata degli sfollati è trascorsa riposando nelle classi ed ascoltando aggiornamenti nelle radio a transistor. Qualcuno ha colto l'occasione della giornata serena per riscaldarsi al sole. Dal campo profughi vicino - dove in tempi normali abita Ismail Haniyeh, il leader di Hamas - sono giunti alcuni aiuti materiali. Da principio si è trattato di iniziative private. In seguito dai minareti della moschea sono stati lanciati appelli alla popolazione affinchè assistesse gli sfollati. Nel giro di minuti le porte delle case si sono aperte e molte persone si sono recate alla scuola con coperte, materassi, cuscini e quanto altro potesse giungere di conforto immediato. In lontananza, in mare, sono visibili le motovedette della marina israeliana. Ogni tanto un F-16 sorvola la zona, a bassa quota e tutti corrono a cercare rifugio temendo un nuovo attacco. Le 500 persone scappate con lui da Beit Lahya, dice Muhammed Sultan, «non hanno mai lanciato razzi, sono pescatori ed agricoltori. Vogliamo solo tornare alle nostre case. Il mondo - esclama - deve fermare questi massacri, immediatamente».


2 IDF bombardamento scuole a Gaza è stato un errore

GAZA – L’ufficio per il coordinamento degli affari umanitari dell’Onu (Ocha) nei Territori palestinesi ha diffuso oggi un rapporto in cui si precisa tra l’altro che, in riferimento al bombardamento della scuola dell’Urnwa a Jabalya, lo scorso 4 gennaio, “il bombardamento e tutte le vittime sono avvenute fuori piuttosto che dentro la scuola”; si conferma che le vittime palestinesi sono state “oltre 40, molte delle quali tra le 1368 persone che avevano cercato rifugio nella scuola”. [FB] da Misna
UN backtracks on claim that deadly IDF strike hit Gaza school 

2 Colpita Una Scuola Gestita Dall'onu Sei Morti, Anche Una Madre E Suo Figlio Israele Potrebbe...Gaza, 17 gennaio 2009 -L’attacco di un carro armato isareliano ha fatto almeno sei morti in una scuola gestita dall’Onu nel nord della Striscia di Gaza. Lo hanno riferito medici palestinesi. Tra le vittime ci sono una donna e un bambino.È la quarta volta che il fuoco israeliano colpisce una scuola gestita dall’Unrwa3 Fonte militare israeliana.UN ERRORE IL BOMBARDAMENTO DELLA SCUOLA ONUUN: IDF officers admit Gaza school shelling was by mistakeNuovi raid su Gaza: oltre 1100 morti

allegati Onu Accusa Israele, Civili Sterminati in una Casa
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