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Le ragazze si sentono autorizzate negli skate park a Gaza

Traduzione sintesi  donne palestinesi e arabe Vicino al porto di Gaza City, le ragazze praticano pattinaggio a rotelle e skateboard in uno skate park decorato con graffiti, nella speranza di un futuro promettente in questo sport e per sfidare la convinzione generale che questo sport sia solo per ragazzi. Rajab al-Rifi, l'allenatore di 25 anni della squadra di skate di Gaza, ha detto ad Al-Monitor che il pattinaggio non è molto conosciuto come uno sport nella Striscia di Gaza.  "Inizialmente era popolare solo tra i giovani più grandi, in quanto richiede concentrazione e molta pratica",  aggiungendo: "L'idea di creare una squadra di pattinatrici è nata nel 2019. La squadra è composta da 12 ragazze, di età compresa tra 3-12. [L'idea] è stata un salto di qualità che ha impedito a questo sport di essere limitato ai ragazzi di Gaza." Rifi ha sottolinearo che le pattinatrici vengono addestrate ogni venerdì per un'ora o due al mattino, quando ci sono poche p

Diritti umani e antisemitismo secondo la colona Fiamma Nirenstein

  Diritti umani e antisemitismo secondo la colona Fiamma Nirenstein Palestinesi: cultura-storia-.società civile-economia http://www.rifondazione.it/esteri/index.php/2021/11/13/quando-la-copertina-di-un-libro-trasforma-i-i-diritti-umani-in-un-ossimoro/ Fiamma Nirenstein, secondo editore Giuntini nel suo libro: Jewish Life Matters, “svela i meccanismi più subdoli che sorreggono molti ragionamenti di chi, mentre per le strade invoca pace e giustizia, accusa Israele - e più in generale gli ebrei - di colonialismo, di violenza gratuita, di apartheid, e difende un'organizzazione fondamentalista come Hamas” Lettera aperta a Nirenstein Gentile Signora Nirenstein, Questa lettera aperta le giunge da due donne che da anni osservano i suoi tentativi di impegno sulla scena nazionale, come aspirante figura politica e intellettuale, incluso su delicate questioni di politica estera. Ieri ci siamo imbattute nella presentazione del suo libro Jewish Life Matters (Giuntina, 2021) che, sul sito dell’ed

Fulvio Scaglione : Mosca crocevia della politica palestinese

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Stato Palestinese o realtà virtuale? Il sempre tormentato corso della politica palestinese in questi giorni ha trovato modo di passare per Mosca. Ai primi di novembre, infatti, il ministro degli Esteri russo Sergey Lavrov ha ricevuto Mohammed Dahlan, una delle figure più controverse di Fatah: negli anni Ottanta detenuto nelle carceri israeliane con l’accusa di terrorismo, nei Novanta capo dei servizi di sicurezza dell’Autorità palestinese, nei Duemila membro del comitato centrale di Fatah prima di essere espulso, nel 2011, con l’accusa di aver avvelenato Arafat. Pare che Dahlan sia arrivato in Russia con una richiesta al governo russo: mediare con il presidente Mahmoud Abbas e la dirigenza di Fatah perché gli sia permesso di rientrare nel partito. Un paio di settimane più tardi a Mosca è arrivato proprio Mahmoud Abbas (Abu Mazen), anche lui a invocare una mediazione del Cremlino, questa volta affinché la Russia – che con gli Usa, la Ue e l’Onu compone il Quartetto per il Medio Oriente

Per Natale 500 permessi d’uscita ai cristiani di Gaza di Christophe Lafontaine

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Dicembre 2019. Abitanti di Gaza raccolti accanto a un albero di Natale. (foto Hassan Jedi/Flash90) Gaza Israele concederà permessi a 500 membri della piccola comunità cristiana della Striscia di Gaza per entrare in Israele e in Cisgiordania nel periodo natalizio. Una buona notizia dopo la guerra del maggio scorso, ma... «È un segno di speranza!», gioisce il parroco cattolico di Gaza, padre Gabriel Romanelli. Il 24 novembre scorso il Coordinamento militare di Israele per i Territori palestinesi (Cogat) ha annunciato il rilascio di 500 permessi di uscita dalla Striscia di Gaza ad altrettanti cristiani che potranno visitare i congiunti e celebrare il Natale in Israele e in Cisgiordania. Vale a dire soprattutto a Betlemme, Nazaret e Gerusalemme. Anche se «i permessi bastano per meno della metà dei cristiani di Gaza» padre Gabriel Romanelli saluta con favore l’annuncio israeliano «poiché la pressione quotidiana è immensa» per gli abitanti di Gaza. Il responsabile della parrocchia latina del

Michele Giorgio :Una colonia in più, un sogno in meno: via l'aeroporto di Palestina | il manifesto

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  Michele Giorgio Palestinesi: cultura-storia-.società civile-economia Peter O’Toole è atterrato e decollato innumerevoli volte dall’ aeroporto di Qalandiya , alla periferia nord di Gerusalemme, durante le riprese di  Lawrence d’Arabia  nel deserto giordano. E papa Paolo VI voleva usarlo per la sua visita storica in Terra santa prima dell’occupazione israeliana nel 1967 di Gerusalemme Est e della Cisgiordania. Fu costretto a rinunciare al suo proposito: la pista era troppo corta per il suo Boeing. A Qalandiya, nato come aeroporto britannico durante il Mandato e  trasformato dalla Giordania nello scalo di Gerusalemme tra il 1948 e il 1967 , ha preso forma quella che è diventata la Royal Jordanian Airlines. Al suo apice negli anni ‘60 l’aeroporto ha avuto una media di 100.000 passeggeri all’anno diretti o provenienti da 15 capitali tra cui Roma, Baghdad, Beirut, Kuwait city e Il Cairo. Un traffico che riempiva di turisti gli hotel della città santa. Poi, dopo l’occupazione, è cominciata

Michele Giorgio : Accordo militare tra Israele e Marocco: intelligence, droni e armi

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Israele-piano saudita e mondo arabo   Sono traguardi intermedi ma non di poco conto per Israele, impegnato in un forcing diplomatico prima della ripresa, il 29 dicembre, delle trattative per il rilancio del Jcpoa, l’accordo sul programma nucleare iraniano. Gran Bretagna e Australia da qualche giorno definiscono come organizzazioni terroristiche il movimento islamico palestinese Hamas e l’Hezbollah libanese, entrambi alleati di Tehran. E ieri Israele, rappresentato dal ministro della difesa Gantz, ha firmato a Rabat un ampio accordo di cooperazione militare, il primo con un paese arabo. Tel Aviv ha già stretti legami di intelligence con Egitto e Giordania con cui però non ha mai siglato un memorandum d’intesa militare. L’intesa giunge a un anno dalla normalizzazione – gli Accordi di Abramo – dei rapporti tra Israele e Marocco. A giugno, comunque, un C-130 marocchino era atterrato a Tel Aviv per prendere parte a una esercitazione militare. E ad agosto il ministro degli esteri israeliano