Frammenti vocali in MO

Primi 4 casi nella Striscia di Gaza Gaza   Ieri sera l’Autorità che controlla la Striscia di Gaza ha comunicato la presenza dei primi 4 casi di Coronavirus Covid-19 all’interno della Striscia e decretato 48 ore di coprifuoco. Lo conferma il parroco latino della Striscia, padre Gabriel Romanelli, che, per questo motivo, ha chiuso “le scuole e ogni attività parrocchiale fino a quando le Autorità locali non daranno nuove e ulteriori indicazioni”. Questa mattina nella chiesa parrocchiale della Sacra Famiglia è stata celebrata una messa per pregare per tutti i malati e le vittime in tutti i Paesi del mondo colpiti dalla pandemia. Fino a ieri i casi di Covid-19 nella Striscia si riferivano solo a persone che rientravano dall’estero e che transitando dai valichi, soprattutto quello di Rafah, al confine con l’Egitto, venivano fermate e messe in quarantena in appositi “check point sanitari” e realizzati in loco. In questo modo le Autorità hanno evitato la diffusione nella Striscia. Ora con i qu

 Sintesi personale  Tag:  donne palestinesi e arabe Nonostante il fatto che il bodybuilding sia disapprovato nella società palestinese per le donne, alcune ragazze e donne della Striscia di Gaza hanno intrapreso questo sport di recente nel tentativo di mettersi in forma ,avere  spalle larghe e muscoli forti evidenziando loro personalità. Queste donne hanno attraversato tutti i tipi di limiti quando hanno scelto di praticare uno sport che la società considera uno sport esclusivamente maschile.Molte donne a Gaza,di tutte le età,stanno facendo tutto il possibile per essere belle ed eleganti, e questo sta diventando in alcuni casi un' ossessione.  . Shireene el-Aila, 33 anni, è stata la prima allenatrice di bodybuilding femminile nella Striscia di Gaza. Ha detto ad Al-Monitor che è "volitiva": "La mia scelta di praticare questo tipo di sport non è stata una decisione facile perché i palestinesi disapprovano le donne che praticano bodybuilding. Il mio primo obiettivo è

Sintesi personale La posizione del ministero dell'Interno, che sicuramente farà arrabbiare i sostenitori del pluralismo ebraico in tutto il mondo. Se il ministero degli Interni israeliano ha la sua strada, l e conversioni di gruppo effettuate nelle cosiddette comunità ebraiche "emergenti" non saranno più riconosciute dallo stato. e a questi ebrei   non sarà permesso di immigrare in Israele. Il  ministero ha finalmente chiarito la sua posizione su questa questione altamente controversa in una nota recentemente presentata alla Corte Suprema. Stava rispondendo a una causa intentata ,cinque anni fa ,da due convertite di una comunità ebraica emergente in Perù  ai quali  era stato ordinato di lasciare il paese dopo che le loro richieste di ottenere lo status di immigrato erano state negate. La Corte Suprema deve ancora emettere la sua sentenza definitiva sul caso, ma la posizione espressa dal ministero approfondirà la crescente spaccatura tra Israele e la Diaspora sul riconosc

Articolo qui    If Israel's Interior Ministry has its way, group conversions performed in so-called “emerging” Jewish communities will no longer be recognized by the state. Effectively, that means that Jews by choice who undergo conversions in these remote communities will not be allowed to immigrate to Israel. After years of dillydallying, the ministry finally clarified its position on this highly contentious issue in a brief recently submitted to the Supreme Court. It was responding to a suit filed five years ago by two converts from an emerging  Jewish community  in Peru who had been ordered to leave the country after their requests to obtain immigrant status were denied. The Supreme Court  has yet to issue its final ruling in the case, but the position put forth by the ministry is sure to deepen the growing rift between Israel and  the Diaspora  over the recognition of conversions performed by rabbis outside the auspices of the state-sanctioned Chief Rabbinate. The current Inte

  HAARETZ.COM The elephant at the Palestinian anti-annexation rally *** The excited, festive voice of the announcer on the Voice of Palestine created the impression that this was a very important event: the fourth national rally to confront the   annexation , being held in the village of Turmus’ayya northeast of Ramallah. A Hamas representative will also speak at the event, she promised, and his speech – like that of the other speakers – will be transmitted live. And all this on a radio station that doesn’t interview   Hamas   members or anyone else who disagrees with leader Mahmoud Abbas. When the  Palestinian people  are betrayed there has to be a public manifestation of national unity – that was the message of the rally that took place last Wednesday and focused on opposition to “normalization for free,” as the recent  agreement between the United Arab Emirates and Israel  is being dubbed. Fatah sent its officials to the gathering: Prime Minister Mohammad Shtayyeh spoke, and his col