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Il gher: lo straniero nella Torah

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Tre riflessioni per tre parashot “Non opprimerai lo straniero, poiché straniero tu fosti nel paese d’Egitto”. Questa famosa esortazione, con alcune variazioni, si ripete nella Torah per  36 volte : il doppio di 18, che è il numero che la  gematria  (il sistema di attribuzione di un valore numerico alle lettere) assegna alla parola Chai (חי ovvero “vivente”), uno dei simboli dell’ebraismo. Parole note, spesso anche ai non particolarmente esperti del testo biblico; usate, riproposte, riciclate in contesti tra loro così diversi da avvicinarsi pericolosamente al dirupo dell’inflazione. Come riprenderle e meditarle nel loro significato più profondo e attuale? Proviamo a farlo con una rassegna di tre articoli che riflettono su  tre diverse  parashot  (porzioni settimanali della Torah) contenenti appunto le norme di comportamento verso lo straniero. Mishpatim : la prima legge contro la xenofobia La prima riflessione arriva da  Rabbi Jonathan Sacks , Rabbino Capo della Gran Bretagna

Alberto Negri :Le chiacchiere di Biarritz e le bombe di Israele

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Gli ingredienti per la rappresentazione di Macron c’erano tutti: Biarritz ha fornito la scenografia vacanziera e il palco del napoleonico Hotel du Palais per la messa in scena dei Grandi della Terra. Soprattutto si doveva soddisfare il primo attore, Donald Trump, un «pericoloso e petulante narcisista» come lo definisce sul Financial Times il suo ex consigliere Anthony Scaramucci: una star bizzosa, da trattare con i guanti. In primo piano nel canovaccio francese il disastro mondiale dell’Amazzonia, le disuguaglianze economiche e sociali, l’Iran, la Cina, le guerre commerciali. Ma niente di questi temi così seri doveva prendere un tono drammatico, come era avvenuto al summit dell’anno scorso in Canada, ma virare verso la pochade ottocentesca, un intreccio caratterizzato da equivoci e doppi sensi da interpretare. E così è stato: il regista Macron ha puntualmente sorpreso il pubblico con i colpi di scena di al Sisi e Zarif senza mai scivolare in una tediosa, e pericolosa, serietà. Qu

Hagai El-Ad Il trasferimento di Palestinesi è sempre stato l’idea fissa degli Israeliani.

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ASSOPACEPALESTINA.ORG Il trasferimento di Palestinesi è sempre stato l’idea fissa degli Israeliani. | Assopace Palestina I media possono esprimere tutto lo shock che vogliono alla notizia che il governo ha discusso della possibilità che Israele finanzi il trasferimento di Palestinesi dalla Striscia, ma in realtà questo è sempre avvenuto, dalla creazione dello stato nel 1948, con il Primo Ministro Levi Eshkol, dopo ... I media possono esprimere tutto lo shock che vogliono alla notizia che il governo ha discusso della possibilità che Israele finanzi il trasferimento di Palestinesi dalla Striscia, ma in realtà questo è sempre avvenuto, dalla creazione dello stato nel 1948, con il Primo Ministro Levi Eshkol, dopo il 1967 con il ministro della Difesa Moshe Dayan e fino ad oggi con Netanyahu, Smotrich e Gantz. ybetnews , 27 luglio 2019. Qualche anno fa, quando fu rivelato il “Piano di sottomissione” del Vice-Presidente della Knesset Bezalel Smotrich,

L’Autorità Palestinese usa la nostra comunità LGBTQ+ come capro espiatorio, ma non può fermare i nostri progressi

L’Autorità Palestinese usa la nostra comunità LGBTQ+ come capro espiatorio, ma non può fermare i nostri progressi English version di  Falastine Saleh  – 22 agosto 2019 Pubblicato il  24/08/2019  da  Invicta Palestina Ancora una volta, l’Autorità Palestinese (AP) sta puntando a un semplice obiettivo per distrarre dal suo totale fallimento nel governare e nell’ottenere un qualsiasi risultato sul campo. Questa volta, sta attaccando la comunità LGBTQ+ palestinese e ci sta usando come pedina nella sua mal giocata partita di scacchi politica. Il 17 agosto, il portavoce della polizia dell’AP, Louai Izreqat, ha annunciato il divieto, nella Cisgiordania occupata,delle attività organizzate da al-Qaws, un’organizzazione locale che lavora per i diritti di genere e la diversità sessuale. La dichiarazione è stata rilasciata dopo che al-Qaws aveva pubblicizzato un dibattito che aveva tenuto nella città di Nablus il 4 agosto. È stata la prima volta che la polizia dell’AP ha riconosciuto p

Lettera da Gerusalemme di Angela Godfrey Goldstein a Jared Kushne

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English version Caro  Jared Kushner: Sono una dei tanti attivisti di pace israeliani che lei non hai mai incontrato. Ho il sospetto che lei non abbia cercato di mettersi in contatto con noi, proprio come non ha contattato i principali uomini d’affari palestinesi come Sam Bahour prima di lanciare il suo piano di “pace economica”, che a me fa venire in mente il vitello d’oro, non la risoluzione dei conflitti. E visto che gli Stati Uniti hanno chiuso il programma USAID in Palestina quest’anno, sono scettica riguardo al fatto che la consegna di miliardi dal Bahrain possa essere attuabile logisticamente senza un meccanismo di consegna o la necessaria memoria del pregresso da parte delle istituzioni che possa produrre efficienza anzichè corruzione. Avendo incontrato nei mesi precedenti alti funzionari sia all’ambasciata che al consolato ho notato che non erano nelle priorità americane né i diritti civili fondamentali dei palestinesi né il loro bisogno di una coesistenza libera e pac