Il gher: lo straniero nella Torah
Tre riflessioni per tre parashot “Non opprimerai lo straniero, poiché straniero tu fosti nel paese d’Egitto”. Questa famosa esortazione, con alcune variazioni, si ripete nella Torah per 36 volte : il doppio di 18, che è il numero che la gematria (il sistema di attribuzione di un valore numerico alle lettere) assegna alla parola Chai (חי ovvero “vivente”), uno dei simboli dell’ebraismo. Parole note, spesso anche ai non particolarmente esperti del testo biblico; usate, riproposte, riciclate in contesti tra loro così diversi da avvicinarsi pericolosamente al dirupo dell’inflazione. Come riprenderle e meditarle nel loro significato più profondo e attuale? Proviamo a farlo con una rassegna di tre articoli che riflettono su tre diverse parashot (porzioni settimanali della Torah) contenenti appunto le norme di comportamento verso lo straniero. Mishpatim : la prima legge contro la xenofobia La prima riflessione arriva da Rabbi Jonathan Sacks , Rabbino Capo della Gran Bretagna