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Amira Hass Under Israeli Occupation, Water Is a Luxury

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HAARETZ.COM Under Israeli occupation, water is a luxury | Opinion *** A violent gang of young settlers haunts a Palestinian village The Palestinian Authority is in meltdown – and Israel won't escape unscathed Sick Palestinian teen kept in detention because Israeli official failed to write report When I wrote my questions and asked the spokesperson’s office of the Coordinator of Government Activities in the Territories to explain the destruction of the water pipelines in the Palestinian villages southeast of Yatta, on February 13, my fingers started itching wanting to type the following question: “Tell me, aren’t you ashamed?” You may interpret it as a didactic urge, you can see it as a vestige of faith in the possibility of exerting an influence, or a crumb of hope that there’s somebody there who doesn’t automatically carry out orders and will feel a niggling doubt. But the itching in my fingers disappeared quickly. This is not the first

Daniele Conti I bambini rapiti da Israele, sessant’anni fa

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I bambini rapiti da Israele , sessant'anni fa Il  New York Times ha raccontato la storia di diversi bambini protagonisti di un fenomeno poco noto dei primi anni di storia dello stato di Israele, dalla fine degli anni Quaranta e per tutti gli anni Cinquanta. In quel periodo, centinaia di neonati e bambini furono sottratti alle loro famiglie, generalmente povere e a cui veniva detto che era morta, per essere poi dati in adozione a famiglie senza figli aschenazite, cioè a famiglie ebree di origini centro-europee, più ricche. È un caso su cui ci sono denunce e testimonianze da decenni, ma sul quale soltanto negli ultimi anni si è cominciato a fare chiarezza. Dopo la fondazione di Israele, moltissime famiglie ebree di ogni regione del mondo si trasferirono nei nuovi territori dello stato, e vennero alloggiate in campi di accoglienza provvisori. Erano delle tendopoli che lo stato allestiva per far fronte alla scarsità di case, e nelle quali le condizioni di vita erano

Venezuela il cambio di regime è una fake news – L’analisi di Alberto Negri

Perché in Venezuela il cambio di regime è una fake news – L’analisi di Alberto Negri di  Alberto Negri Speriamo che questa volta agli Stati Uniti e all’Europa vada meglio in Venezuela che in Medio Oriente. Ogni volta che a Washington progettano un cambio di regime accadono disastri. In Afghanistan, dopo l’11 settembre 2001, hanno abbattuto i talebani che ospitavano Osama bin Laden, e adesso dopo 18 anni di guerra, la più lunga mai combattuta dagli Usa, hanno aperto negoziati con gli stessi talebani, dipinti allora come il male assoluto. Nel 2003 hanno fatto fuori Saddam Hussein con la scusa della più colossale bufala della storia, che il regime possedesse armi di distruzione di massa, per altro mai trovate. L’Iraq non solo non è stato più governabile ma abbandonato al suo destino è diventato per anni il santuario del terrorismo di Al Qaida e poi dell’Isis. Caso Venezuela venga gestito con intelligenza Insieme a francesi e inglesi in Libia hanno buttato giù Gheddafi e

Sette ricercatori dell’ONU sollecitano Netanyahu a proteggere B’Tselem.

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 relatori hanno mandato il loro appello a Netanyahu nel mese di dicembre, ma l’ONU ne ha dato notizia solo questa settimana. di  Tovah Lazaroff The Jerusalem Post , 23 febbraio 2019 Hagai El-Ad, Direttore Esecutivo di B’Tselem, un’importante organizzazione israeliana per i diritti umani, nel suo ufficio di Gerusalemme, 16 dicembre 2015. (credit: AMMAR AWAD / REUTERS) Sette relatori dell’ONU hanno messo in guardia Israele affinché non sia presa di mira l’organizzazione di sinistra B’Tselem e lo hanno sollecitato a proteggere il personale di B’Tselem così come altri “difensori dei diritti umani.” I relatori hanno scritto al primo ministro Netanyahu una lettera su questo problema, a seguito di un esposto che avevano ricevuto riguardo alle molestie subite da due membri del personale di B’Tselem: il Direttore Esecutivo della ONG israeliana Hagai El-Ad, e la ricercatrice palestinese Manal Al-Ja’bri. I relatori hanno mandato il loro appello a Netanyahu nel mese di dicembre, ma

Anshel Pfeffer Opinion come Netanyahu ha fatto rivivere il suprematismo ebraico e ha aperto la strada al potere

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Sintesi personale La scorsa notte ho notato su Twitter che l'  unica ideologia politica trapiantata con successo dagli Stati Uniti a Israele è stato il suprematismo ebraico razzista del rabbino, nato a Brooklyn,  Meir Kahane   e ,che a parte lui, gli immigrati ebrei americani in Israele non hanno avuto molto impatto sulla politica israeliana contemporanea. Sono stato rapidamente attaccato dagli orgogliosi americani israeliani  per aver trascurato gli importanti contributi fatti dagli olim americani a una vasta gamma di cause liberali,come femminismo e diritti umani. Quindi userò questa colonna, una piattaforma molto più rispettabile di Twitter, per scusarmi e offrire un altro punto di vista    che spero sarà più gradita agli ebrei americani. Se Meir Kahane fosse rimasto negli Stati Uniti  e non  avesse fatto l'aliya nel 1971, la sua ideologia tossica, emersa prima nella American Jewish Defence League  e poi emigrata con lui nel partito israelian o Kach, sareb

Anshel Pfeffer Opinion How Netanyahu Revived Jewish Supremacism and Paved Its Way to Power

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Informazioni su questo sito web HAARETZ.COM How Netanyahu rehabilitated Jewish supremacism | Opinion *** Last night I noted on Twitter that the  only political ideology successfully transplanted from the United States to Israel was the racist Jewish supremacism of the Brooklyn-born Rabbi  Meir Kahane , and that apart from him, American Jewish immigrants to Israel failed to have much of an impact on contemporary Israeli politics. I was swiftly told off by proud Americans Israelis - for disregarding the important contributions made by American olim to a wide range of liberal causes, including feminism and human rights. So I’ll use this column, a much more respectable platform than Twitter, to apologize and offer another observation, which I hope will be more complimentary to American Jews. Had Meir Kahane remained in the U.S., and not made aliya himself in 1971, his toxic ideology, which emerged first in the American Jewish Defense League, and