Post

Ilan Pappé NO, ISRAELE NON E’ UNA DEMOCRAZIA

Immagine
http://www.bocchescucite.org/no-israele-non-e-una-democraz…/ La storia, anche quella precedente al 1967, e la geografia, si guardi anche solo l’espansione coloniale che divora la terra intorno ai villaggi palestinesi, mostrano in modo evidente come la pretesa di definirsi uno (il solo) stato democratico circondato dai regimi arabi sia solo un mito israeliano nato per coprire una realtà distorta triste e sanguinosa. Quel mito, alimentato dalla tradizionale esemplare efficacia delle costruzioni mediatiche come delle operazioni militari, nonché dai molti e potenti amici di Israele nel mondo, resiste – fuori ma, soprattutto, dentro lo Stato di Israele – a ogni evidenza dei fatti: massacri, esecuzioni di civili (bambini compresi), torture, impunità, demolizioni, repressione del dissenso non solo dei Palestinesi che vivono a Gaza e in Cisgiordania ma anche dei cittadini israeliani di serie B. Eppure, ci sono Israeliani, come lo storico Ilan Pappé, che da decenni non hanno

Amira Hass : L’ingegno di Gaza

Immagine
 ... L'ingegno di Gaza I  maghi del computer di Hamas sono stati più furbi dell’esercito della nazione start-up (la definizione di Israele tanto cara al nostro ministro dell’istruzione). Sono riusciti ad adescare i soldati con finte applicazioni per incontri sentimentali o per gli aggiornamenti sui Mondiali, poi li hanno spiati attraverso un software impiantato nei loro smartphone. Questa notizia – con parole leggermente diverse – figurava sulla homepage di Haaretz il 3 luglio. Il Regno Unito aveva appena battuto la Colombia, il villaggio beduino di Khan al Ahmar aveva ricevuto la notifica di confisca dei terreni per scopi militari, in vista della demolizione finale che riguarderà anche la scuola di gomma costruita dall’ong Vento di terra e io mi ero appena accomiatata da un gruppo di persone originarie della Striscia di Gaza, arrivate a Dublino per partecipare a un matrimonio palestinese. Naturalmente non erano arrivate da Gaza, ma da diverse città europee i

Israele attacca l’esercito siriano nel sud-ovest, colpite ‘numerose postazioni’

In primo piano   Israele attacca l’esercito siriano nel sud-ovest, colpite ‘numerose postazioni’ | SIRIA - ISRAELE L’aviazione ha centrato stazioni militari di Damasco, causando danni ingenti. Una risposta all’infiltrazione di un drone siriano in territorio israeliano. Bloccata la navigazione sul lago Tiberiade. Nell’area è in corso una offensiva dei governativi contro una roccaforte dello Stato islamico.  Damasco (AsiaNews/Agenzie) - Israele ha lanciato una serie di missili che hanno colpito avamposti dell’esercito siriano nel sud-ovest del Paese, dove è in corso una offensiva di Damasco contro obiettivi dello Stato islamico (SI, ex Isis). Secondo quanto riferisce l’agenzia di Stato siriana Sana , l’attacco è avvenuto nel tardo pomeriggio di ieri ed è partito dalle Alture del Golan, occupate dall’esercito di Tel Aviv.  “L’aviazione del nemico israeliano - spiega la nota - ha lanciato dei missili su numerose postazioni

Walid Salem Il significato dell’evacuazione di Abu Nuwar alla luce dell’“Ultimo accordo

Il significato dell’evacuazione di Abu Nuwar alla luce dell’“Ultimo accordo” | Walid Salem Delle 46 Comunità Beduine che Israele programma di eliminare nell’area C della Cisgiordania, quella di Abu Nuwar ad Al Khan Al Ahmar è stata la prima ad essere evacuate ieri. Secondo il rapporto di B’tselem si sono evacuate 62 persone, compresi molti bambini, e nove abitazioni e tre edifici agricoli sono stati inoltre demoliti. La storia di Abu Nuwar iniziò nel 1950 quando lo stato d’Israele li evacuò dal Negev. Il governo giordano li collocò su terra demaniale in Cisgiordania. Dopo la guerra del 1967 le autorità israeliane misero le mani su tali terre, ed iniziarono così le sofferenze dei beduini di Abu Nuwar (che anzi continuarono considerando l’evacuazione del 1950) con due evacuaziioni da allora: una, quando le autorità israeliane decisero di costruire l’insediamento di Kfar Adumim sulla loro zona di residenza, e la seconda ieri nell0intento di espandere a spese del loro s

Akiva Eldar: L'amministrazione degli Stati Uniti tace sulla politica di occupazione israeliana

Immagine
Israel US administration silent on Israel's occupation policy      Sintesi personale   Per molti anni  i Presidenti degli Stati Uniti , sia del partito democratico che repubblicano, ripeterono  agli israeliani  che  non potevano mantenere milioni di persone sotto occupazione militare e mantenere la secolare relazione speciale con gli Stati Uniti. Gli israeliani erano convinti che il prezzo del sostegno americano consistesse in concessioni alla parte araba. Da quando il presidente Barack Obama si è rivelato un oratore sdentato   e ancor più da quando Donald Trump è entrato in carica, gli israeliani si stanno rendendo conto che   non è  nemmeno richiesto loro  di gettare le briciole agli arabi. Il timore  di  Jimmy Carter spinse il  Primo Ministro Menachem Begin a ritirarsi dalla penisola del Sinai come parte del trattato di pace israeliano del 1979 con l'Egitto. Il rifiuto del presidente George HW Bush di accettare l