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Gideon Levy On Nakba Day, Gazans Faced a Choice: To Mourn Their Dead, or Go Out and Protest .

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On Nakba Day, Gazans faced a choice: To mourn their dead ... - Haaretz On Tuesday, the tires burned on both sides of the fence that imprisons the residents of the Gaza Strip. Thick black columns of smoke rose into the air a few hundred meters apart, dispersing with the shifting winds, blackening the skies of the Strip and of what’s called the Gaza “envelope” – the Israeli communities along the border – blotting out the landscape. Fires raged in the fields of Philistia, on both sides of the border fence. In both cases, it was Palestinians who lit them. On their side they burned tires, elevating their protest skyward in the form of dense smoke. Toward the Israeli side they sent their burning “fox tails,” the fire kites, no less primitive than the fire started by Samson in the Bible story (in Judges 15). One of the kites set a field ablaze and also ignited a few terrifyingly large truck tires which for some reason were stac

Ilan Pappe Israele e Palestina nel 2018: decolonizzazione, non pace

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A 70 anni dalla creazione dello stato di Israele, non possiamo più parlare di un conflitto israelo-palestinese  Al Jazeera, 14.05.2018 https://www.aljazeera.com/indepth/opinion/israel-palestine-2018-decolonisation-peace-180514073500781.html Traduzione da Internazionale n.1256 Nella foto, donne piangono la morte di Omar Abu el Fool nella casa di famiglia a Gaza, il 15 maggio 2018 I fondatori dello stato di Israele si stabilirono in Palestina all’inizio del novecento. Arrivavano per lo più dall’Europa orientale, ispirati da ideologie nazionali romantiche molto difuse nei paesi di provenienza, delusi dall’impossibilità di essere integrati in quei nuovi movimenti nazionalisti e incoraggiati dalle prospettive del colonialismo moderno. Alcuni erano veterani dei movimenti socialisti e speravano di fondere nelle nuove colonie nazionalismo romantico ed esperimenti socialisti. La Palestina non era sempre stata la loro unica opzione, ma diventò la scelta privilegiata quand

Daniele Rocchi : Striscia di Gaza: suor Tighe (Caritas Jerusalem), “una bomba pronta ad esplodere. Rimuovere il blocco”

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 Daniele Rocchi  : Striscia di Gaza: suor Tighe (Caritas Jerusalem), “una bomba pronta ad esplodere. Rimuovere il blocco” “Una bomba pronta ad esplodere”: è questa l’immagine che suor Bridget Tighe, da gennaio direttrice generale di Caritas Jerusalem, usa per descrivere al Sir la situazione a Gaza dopo le forti proteste delle settimane scorse, culminate nei violenti scontri del 14 maggio al confine con Israele, che hanno provocato decine di morti e migliaia di feriti. Nell'intervista al Sir la religiosa ribadisce anche la necessità di allentare il blocco israeliano per dare respiro alla popolazione che vive in condizioni drammatiche.Una bomba pronta ad esplodere”: Suor Bridget Tighe (foto Caritas Jerusalem) è questa l’immagine che suor Bridget Tighe , da gennaio direttrice generale di Caritas Jerusalem, usa per descrivere al Sir la situazione a Gaza dove ha vissuto e operato per ben cinque anni. Dopo le forti proteste delle settimane scorse, culmi

U. De Giovannangeli Il presidente malato avvicina un governo gialloverde anche in Palestina

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Il presidente malato avvicina un governo gialloverde anche in Palestina (di U. De Giovannangeli) Un governo gialloverde anche in Palestina. Per garantire che l'uscita di scena di un presidente malato porti all'implosione dell'Autorità nazionale palestinese e spiani la strada per la Muqata (il quartier generale dell'Anp a Ramallah) ad Hamas. Dietro il giallo sulle condizioni di salute di Abu Mazen c'è anzitutto questo: la consapevolezza, da parte della dirigenza dell'Anp e ancor più di quella di al-Fatah (il movimento nazionalista palestinese fondato da Yasser Arafat e di cui lo stesso Abu Mazen è il capo) che una uscita di scena non governata dell'ottuagenario presidente, significherebbe l'implosione di Fatah, spacca

Israele bombarda con i "super caccia" F-35: "Siamo stati i primi al mondo a farlo"

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            Israele bombarda con i "super caccia" F-35: "Siamo stati i primi al mondo a farlo" Lo rivela il comandante dell'aviazione Norkin sui raid in Siria huffingtonpost.it "Abbiamo compiuto due attacchi con aerei F35. Siamo stati i primi al mondo a farlo": lo ha rivelato oggi il comandante dell'aviazione israeliana gen. Amiram Norkin. In un incontro con comandanti delle forze di aviazione giunti a Herzlya (Tel Aviv) da 20 Paesi, Norkin ha anche precisato che nel recente attacco israeliano contro obiettivi militari iraniani in Siria 100 missili sono stati lanciati contro i jet israeliani, i quali sono però tornati indenni alle basi. Il gen. Norkin ha anche rivelato che nell'attacco del 10 maggio le forze iraniane dislocate in Siria hanno sparato verso le alture

Haifa, centinaia di ebrei e arabi ‘si rifiutano di essere nemici’

          Haifa, centinaia di ebrei e arabi ‘si rifiutano di essere nemici’ Tre giorni di manifestazioni. Alla prima del 18 maggio sono stati arrestati 21 arabi israeliani. L’accusa alla polizia di essere intervenuta con eccessivo uso di forza. Gaza: sale il numero delle vittime della protesta del 14 maggio. Un ragazzo di 20 anni si dà fuoco. Onu: “Intrappolati in una baraccopoli tossica dalla vita fino alla morte” Gerusalemme (AsiaNews/Agenzie) – “Ebrei e arabi si rifiutano di essere nemici”. È uno degli slogan che centinaia di manifestanti ebrei e arabi hanno ripetuto ad Haifa, nel nord di Israele, durante lo scorso weekend. Ieri, i partecipanti manifestavano solidarietà con la popolazione della Striscia e protestavano per l’arresto di 21 arabi israeliani dello scorso 18 maggio. Gruppi di giovani attivisti si sono riversati nella strada con le bandiere palestinesi. La manifestazione è stata soppressa secondo alcuni testimoni con

Quando scrivo della perdita della mia scuola, del mio quartiere, del mio tinello, racconto cosa vuol dire Nakba per ognuno di noi…

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    Quando scrivo della perdita della mia scuola, del mio quartiere, del mio tinello, racconto cosa vuol dire Nakba per ognuno di noi… palestinaculturaliberta.wordpress.com     Pubblicato su 19 maggio 2018 da CulturaèLibertà Lascia un commento Una bella intervista a Suad Amiry* di Chiara Cruciati – da Nena-News Roma, 17 maggio 2018, Nena News –  «Se domani Milano, Roma, Napoli venissero messe sotto assedio, come reagireste?». Così Suad Amiry risponde a chi in questi giorni (governi e stampa occidentale) pare incapace di descrivere per quel che è la Grande Marcia del Ritorno di Gaza. Architetto, tra le più note scrittrici palestinesi, era ieri a Firenze per un incontro organizzato dall’Associazione di Amicizia Italo-Palestinese. Oggi i palestinesi, nella diaspora e nella Palestina storica, commemorano la Nakba mentre a Gaza è in corso una strage. La Nakba continua, ma continua anche la lotta palestinese per il ritorno. Israe

Alberto Negri Polveriera Medio Oriente, Trump, il gendarme Netanyahu e l'Europa che non c'è.

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Polveriera Medio Oriente, Trump, il gendarme Netanyahu e l'Europa che non c'è. Intervista ad Alberto Negri - Arabpress arabpress.eu Intervista di Katia Cerratti L’uscita di Trump dallo storico accordo sul nucleare stipulato nel 2015 con Iran, UE, Russia e Cina, lo spostamento dell’ambasciata Usa da Tel Aviv a Gerusalemme e la mattanza messa in atto da Israele nella striscia di Gaza nei confronti dei palestinesi che partecipavano alla ‘marcia del ritorno’ verso i territori occupati, nei giorni scorsi hanno scosso e rimesso in discussione la geopolitica mediorientale, sempre più simile a una polveriera pronta ad esplodere e caratterizzata da un groviglio di arroganza e pericolose provocazioni da parte di Trump, deboli prese di posizione da parte dell’Europa e della Russia, irritazione dell’Iran che ricorda come gli Usa non abbiano mai rispettato l’accordo, e dal gigante Israele a cui Trump regala sempre più potere. L’inviato di guerra Alberto Neg