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Paolo Branca:«La legge anti moschea è una mossa suicida»

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di Martino Pillitteri Il noto esperto di Islam spiega perchè la decisione presa al Pirellone danneggia anche gli altri culti e svela la complicità indiretta di chi predica bene solo sui comunicati stampa. «Una politica suicida. Quella del no, del no senza se e senza ma, istituita da una certa destra, senza valutare conseguenze né effetti collaterali». Paolo Branca, professore di Lingua e Letteratura araba all’Università Cattolica di Milano, esperto di Islam e responsabile della diocesi di Milano per il dialogo interreligioso, boccia impietosamente la legge anti moschea votata martedi 27 gennaio dalla regione Lombardia. «Siamo governati da una classe politica allergica al lavoro nei confronti dell’interesse collettivo. La legge anti moschea, danneggia tutti. Gli altri culti, che ora devono affrontare vincoli burocratici  e amministrativi che agiranno come deterrenti, e i musulmani stessi. Mi riferisco ai quei musulmani  che non appartengono a gruppi organi

Anshel Pfeffer Whose Holocaust is it, anyway?

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Whose Holocaust is it, anyway? Global Holocaust remembrance deters denial and ignorance, but may cost Jews control of their narrative. ebx.sh Covering the events commemorating the 70th anniversary of the liberation of the Auschwitz-Birkenau death camp was in many ways a frustrating assignment. Nearly all the 800 journalists gathered from around the world were secluded from the actual ceremony for seven hours, stuck in a press center outside the camp, cut off from contact with the survivors and dignitaries within the main tent that had been built over the camp’s iconic gate house. Interviews with the survivors had been conducted in advance, in many cases weeks before in their home countries, and since the live stream of the events within was available online, with the exception of television broadcasters who had to be seen reporting with the snow-covered barracks in the background, the rest of us could have reported on the event much more eff

Israele : 430 case per i coloni

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   articolo della redazione Gerusalemme, 30 gennaio 2015, Nena News – I politici israeliani vivono in una costante campagna elettorale, ma a un mese e mezzo dalle elezioni si intensificano gli sforzi per accaparrarsi i voti dell’elettorato. Se per ora il conflitto con Hezbollah resta in sospeso, il governo Netanyahu punta sulle colonie: questa mattina l’esecutivo ha pubblicato un nuovo piano di appalti per la costruzione di 430 unità abitative per coloni in Cisgiordania. A renderlo noto è l’ong israeliana che monitora le attività di espansione coloniale, Terrestrial Jerusalem: da ottobre è il primo piano pubblicato, fa sapere il direttore, Daniel Seidemann, e probabilmente non sarà l’ultimo prima del 17 marzo, data delle elezioni. Il Likud preme sull’acceleratore per recuperare lo svantaggio: gli ultimi sondaggi attribuiscono con 25 seggi la maggioranza alla coalizione Campo Sionista, formata dal partito laburista e dalla compagine dell’ex ministro della Giustizia

Richard Silvestein : Israele: la nuova apartheid politica

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Sintesi personale La parola "A" è un anatema nei circoli pro-Israele, come la N per Nakba . Il termine apartheid  un  decennio fa era   applicato all'  Occupazione,in quanto  c'erano separazioni chiare tra ebrei israeliani e palestinesi,ma più di recente il termine è stato applicato a Israele stesso e alle sue relazioni con le minoranze considerate  di seconda o terza classe E'  necessario andare oltre  alla situazione del Negev beduini . Questi israeliani indigeni sono ammassati in città arretrate come Rahat, con  servizi  e abitazioni  scadenti , rimossi dalle loro terre e tradizioni ancestrali . Ogni beduino che resiste è trattato come quelle di Al Araqib che sono probabilmente al loro 100 ° giro di espulsone da parte  dei funzionari israeliani e del Fondo Nazionale Ebraico. Quasi nessuno indica la natura dell' apartheid politico in Israele   Uno dei motivi principali dell' impotenza palestinese non è tanto che non votano in numero pr

Egitto : Il califfato attacca nella notte: 32 morti

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‪#‎ EGITTO‬ . Salito a 32 bilancio attacchi ‪#‎ Isis‬ nel ‪#‎ Sinai‬ http://t.co/PDB53bGF77 EGITTO. Il califfato attacca nella notte: 32 morti AGGIORNAMENTO ore 12.45 – Sale a 32 il bilancio delle vittime degli attacchi islamisti della notte scorsa, fanno sapere le autorità egiziane. ——————————————————————————————————————– della redazione Roma, 30 gennaio 2015, Nena News – L’Isis colpisce l’Egitto: ieri notte una serie di attacchi hanno avuto come target i simboli dell’autorità statale, uccidendo almeno 27 membri della sicurezza. A rivendicare l’azione, su Twitter, è stato il gruppo islamista Ansar Beit al Maqdis, lo stesso che nei mesi precedenti aveva giurato fedeltà al califfato di al-Baghdadi. Le esplosioni avvenute a distanza di un’ora l’una dall’altra, una delle azioni più sanguinose nella Penisola del Sinai, hanno colpito prima base militari e un hotel nella città di El-Arish, uccidendo 25 persone e ferendone almeno 58 . Il quot

Zeev Sternhell Perché le elezioni in Israele non cambieranno nulla.

Sintesi  personale Anche se i risultati delle prossime elezioni lasciano il primo ministro Benjamin Netanyahu indebolito, una rivoluzione nella distribuzione globale delle forze  probabilmente non avrà luogo. Subito il giorno dopo le elezioni  si dirà  che Moshe Kahlon non è altro che una struttura Likudnik: già ora promette di mantenere  "unificata" Gerusalemme,  una parola in codice noto per denotare la prosecuzione dell' 'occupazione. Inoltre  le sue idee economiche non sono diverse da Netanyahu . L'altra persona che indossa una maschera, Yair Lapid , è un esecutore di prim'ordine, ma come politico è dotato di demagogia  esagerata, privo di ogni ideologia, un candidato naturale per qualsiasi accordo. Dopo due anni al potere tutti dovrebbero avere già capito ciò . Può  certamente stare a fianco al leader del partito laburista Isaac Herzog o continuare con Netanyahu o con loro due insieme. Opinioni politiche di Herzog sono abbastanza vaghe per cui può a

Zeev Sternhell Why the election in Israel will change nothingcentrist government. |

Why the election in Israel will change nothing - Opinion There is only one thing that will galvanize Israel to end the occupation and it's not a new more centrist government. haaretz.com Even if the results of the upcoming election leave Prime Minister Benjamin Netanyahu weakened, a revolution in the overall distribution of forces will most likely not take place. Immediately on the day after the election it will be revealed that Moshe Kahlon is nothing but a completely regular Likudnik: Already now he is promising to preserve a “unified” Jerusalem, a term that is a well-known code word for denoting the continuation of the occupation. In addition, as can be remembered from his days in the government, his economic ideas are no different than Netanyahu’s. The other person wearing a mask, Yair Lapid, is a first-rate performer, but as a politician he is an overblown demagogue, lacking any ideology, a natural candidate for any dea