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Petizione israeliana ai parlamentari europei: riconoscere la Palestina

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   Sintesi personale di Dahlia Scheindlin 15 novembre 2014 Circa 700 israeliani di spicco, tra cui ex ambasciatori, docenti universitari, ufficiali dell'esercito, drammaturghi e poeti, il vincitore del Premio Israele e premio Nobel Daniel Kahneman hanno firmato una lettera appello ai parlamenti di vari paesi europei per riconoscere la Palestina nelle prossime votazioni. "Noi sottoscritti cittadini di Israele che desideriamo  un paese sicuro e fiorente, siamo preoccupati dalla continua situazione di stallo politico e dalle attività di occupazione e di insediamenti che portano a ulteriori scontri con i palestinesi e silurano le possibilità di un compromesso. E 'chiaro che le prospettive per la sicurezza e l'esistenza di Israele dipendono dall'esistenza di un contiguo Stato palestinese a fianco di Israele. Israele dovrebbe riconoscere lo Stato di Palestina e la Palestina dovrebbe riconoscere lo Stato di Israele  sulla base dei confini del 4 giugno

Amira Hass: Dietro la reazione silenziosa delle strade palestinesi

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Articolo 22 novembre 2014 Nelle recenti settimane i funzionari governativi hanno richiesto di intensificare la punizione collettiva dei residenti palestinesi di Gerusalemme per scoraggiare   potenziali assalitori. Però queste pubbliche minacce ufficiali non sono servite a    scoraggiare Uday e Ghassan Abu Jamal. Hanno pianificato le loro azioni omicide sebbene sapessero che le loro famiglie avrebbero sofferto in un modo o nell’altro: assalti violenti alle loro case, arresti, umiliazioni, le loro case sigillate o distrutte. Sicuramente sapevano che se non li avessero uccisi, sarebbero stati arrestati, forse torturati durante l’interrogatorio e condannati all’ergastolo. Ma nulla di questo li ha dissuasi. E’ troppo facile e troppo presto etichettare l’assassinio di martedì nella sinagoga come un altro incidente in una guerra religiosa emergente. Hamas e altre organizzazioni che sfruttano la religione certamente preferirebbero rappresentarla in quel modo; rafforza la

B'Tselem : la demolizione delle case dei terroristi sono una punizione collettiva

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  The demolition of the homes of the families of Palestinians who carried out attacks against Israelis constitutes a moral and legal low point. It is an instance of collective punishment, a measure that contradicts the basic tenet whereby pun ishment must be meted out to the perpetrators of a crime, not their family or anyone else. In rendering women, children and the elderly homeless, home demolitions harm people who are not even suspected of any connection to the crime. Even if the Israeli security establishment chooses to disregard considerations of morality and legality, the military ought to heed its own committee. In 2005, an Israeli military headed by Major General Udi Shani found that home demolitions are of questionable effectiveness in deterring attacks against Israelis. Consequently, punitive home demolitions were virtually discontinued. Nonetheless, such demolitions were recently reinstated, a decision apparently made primarily to achieve media interest and p

Amira Hass : Behind the silent reaction of the Palestinian street

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      Behind the silent reaction of the Palestinian street haaretz.com In recent weeks, government officials have called for intensifying the collective punishment of Jerusalem’s Palestinian residents to deter potential attackers. But these official, public threats did nothing to deter Uday and Ghassan Abu Jamal . They planned their murderous operation despite knowing their families would suffer one way or another: violent raids on their houses, arrests, humiliation, having their houses sealed or destroyed. They surely knew that if they weren’t killed, they’d be arrested, perhaps tortured during interrogation and sentenced to life. But none of this deterred them. It’s too easy and early to label Tuesday's murder in a synagogue as another incident in an emerging religious war . Hamas and other organizations tha

Video : i soldati proteggono i settler mentre attaccano un villaggio della West bank

A seguito del terribile attacco terroristico a Gerusalemme, i soldati dell'IDF proteggono i coloni mascherati mentre bersagliano il villaggio di Urif con pietre.   Sintesi personale Un gruppo di circa 50 - per lo più mascherata - coloni di Yitzhar attaccato i palestinesi nel villaggio della West Bank Urif  sotto la protezione di  soldati israeliani. La denuncia è di  Yesh Din  Il fatto è avvenuto poche ore dopo il terribile attacco terroristico in una sinagoga di Gerusalemme   e mostra chiaramente che i  soldati dell'IDF non solo non fanno nulla per fermare l'assalto ai palestinesi, ma in realtà proteggono i coloni mentre  gettano pietre. Alcuni dei soldati sembrano utilizzare armi di dispersione contro i giovani palestinesi che si sono riuniti ai margini del villaggio.Un ragazzino di 13 anni, studente della scuola del villaggio, è stato leggermente ferito da un sasso lanciato in testa, secondo Yesh Din. Nel video qui sotto, al minuto 0:54, un colon

Gerusalemme : video del funerale delle vittime israeliane

http://www.ynetnews.com/articles/0,7340,L-4593478,00.html

L’appello contro il raduno nazista “Hammerfest” a Milano

appello contro il raduno nazista “Hammerfest” promosso da Libertà e Giustizia .  A questo collegamento si può sottoscrive l’appello.  Impediamo il raduno nazista! È previsto e annunciato per il prossimo 29 novembre il raduno a Milano di Hammerfest 2014, una oscena parata di bande musicali neonaziste europee, all’insegna di svastiche, slogan inaccettabili, inni ai più crudeli torturatori della storia razzista. L’Italia e l’Europa già solcate da pericolosissime tentazioni di una destra estrema non hanno bisogno che Milano, città medaglia d’oro della Resistenza contro il fascismo, accolga raduni apertamente sollecitatori di odio contro ebrei, neri, omosessuali. Libertà e Giustizia si rivolge alle istituzioni milanesi, prefetto e sindaco, nonché al ministro Alfano e al governo tutto affinché blocchino l’occupazione della città impedendo l’arrivo delle folle naziste e vietino qualunque forma di manifestazione organizzata, di esposizione di simboli fascisti vietati dalla no

Richard Silvestein : terrore a Gerusalemme

  Sintesi personale Terror Rules Jerusalem Tutti i   media nazionali negli Stati Uniti parlano   dell'  atroce attacco terroristico palestinese nel quartiere di Gerusalemme Ovest di Har Nof (in gran parte popolato da ebrei haredi). L'assalto ha provocato cinque morti israeliani , i due aggressori palestinesi sono stati uccisi .Tre delle vittime hanno cittadinanza americana . Ironia della sorte, Har Nof significa approssimativamente ("bella vista"), ed è il nome ebraicizzato del villaggio di Deir Yassin , dove l'Irgun uccise 100 palestinesi  In seguito Deir Yassin divenne sede di un manicomio : il Kfar Shaul Mental Health Center . E 'orribile pensare che questo singolo posto possa essere il sito di due simili tragedie. Jerry Haber ha offerto questa prospettiva eloquente su Har Nof:   In Piombo Fus ho detto alla gente di smettere di inoltrarmi  immagini di bambini palestinesi fatti a pezzi  allo scopo  d

Filippo Landi :GERUSALEMME/ Il fallimento della Destra e quel documento che "accusa" l'Italia

GERUSALEMME/ Il fallimento della Destra e quel documento che 'accusa' l'Italia Nella tragedia che colpisce la gente di Gerusalemme, sentire attribuire le violenze di oggi al leader di Fatah in carcere dal 2002, Marwan Bargouthi, appare ridicolo. Un leader ancor oggi popolare, ma  nessun appello alla resistenza contro gli israeliani, nessun appello ad una terza Intifada, potrebbe smuovere qualcosa che non sia già precario. Dieci anni fa si impediva, il venerdì, agli uomini musulmani con meno di 35 anni di salire alla Spianata delle Moschee. In questi ultimi due anni il limite è divenuto di 50 anni ed ha riguardato, nelle ultime settimane, anche le donne. La polizia israeliana ripete che è una misura preventiva per allontanare dalla Spianata delle Moschee e dal sottostante Muro del Pianto persone potenzialmente, per l'età, più disponibili a scontrarsi con la polizia. Un'affermazione che dimostra, drammaticamente, il fallim

Peter Beinart : Who incites more Palestinian hatred: Abbas or Netanyahu?

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    Who incites more Palestinian hatred: Abbas or Netanyahu? - Opinion www.haaretz.com Benjamin Netanyahu recently denounced “incitement” to hatred as one of the key obstacles to Israeli-Palestinian peace. “It all starts with education,” added Defense Minister Moshe Ya'alon . They were talking about Palestinian incitement, of course. But it got me thinking. In 2012, former Shin Bet head Yuval Diskin warned that, “Over the past 10-15 years Israel has become more and more racist. All of the studies point to this .” Sadly, he’s correct. Last year, according to the respected Israeli Democracy Institute, 48 percent of Israeli Jews said living next to an Arab family would bother them. In addition, 43 percent want

Barak Ravid: Dopo l'attacco a Gerusalemme, Netanyahu spera con il 'PR di vincere il supporto all'estero

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Sintesi personale Poco prima delle 06:00 di Martedì i media israeliani hanno ricevuto messaggi di posta elettronica contenenti sei immagini sul  massacro nella sinagoga di Gerusalemme . Quattro delle foto rappresentano  scialli e libri  di preghiera insanguinati , ma due erano particolarmente raccapricciantein quanto mostravano i corpi di due delle vittime. Le fotografie provengono dalla fonte più ufficiale possibile:  l'Ufficio stampa del governo, il cui fotografo, Kobi Gideon,ha avuto accesso  al sito delle uccisioni. La decisione di distribuire le immagini da incubo è stata fatta dal quartier generale di comunicazione nazionale presso l'Ufficio del Primo Ministro. "Questo è stato un evento eccezionale e così i mezzi sono anche eccezionali", il personale della sede ha ammesso . Essi hanno rilevato che durante l'ondata di attacchi suicidi più di un decennio fa, il governo ha distribuito le foto dei corp

Barak Ravid :After Jerusalem attack, Netanyahu hopes 'PR porn' will win support abroad

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After Jerusalem attack, Netanyahu hopes 'PR porn' will win support abroad - Diplomacy and Defense Shortly before 6 P.M. on Tuesday, Israeli media outlets received emails containing six pictures from the scene of the massacre in the Jerusalem synagogue . Four of the photos contained difficult images of bloodied prayer shawls and prayer books, but two were particularly gruesome, showing the bodies of two of victims. The photographs came from the most official source possible – the Government Press Office, whose photographer, Kobi Gideon, was sent to the scene, where he was given first and practically exclusive access to the site of the killings. The decision to distribute the nightmarish photos was made by the national communications headquarters in the Prime Minister’s Office. “This was an exceptional event and so the means are also exceptional,” the headquarters staff admitted on Tuesday. They noted that d

Israele :Non è giusto che.....

Da un commento proveniente da Israele su FB ( non ho chiesto l'autorizzazione, quindi sono scorretta e mi scuso ) ,ma quanto scritto qui per me richiede coraggio e rivela una profonda passione per l'ebraismo e per Israel.Non potevo lasciarlo morire Non dare mai torto a Netanyahu non e' giusto i. Mettere in evidenza i crimini dei terroristi palestinesi e passare sotto silenzio o minimizzare quelli commessi da terroristi ebrei non e' giusto. Passare al vaglio e pubblicare solo le notizie che fanno c omodo e cestinare le altre non e' giusto. Identificare la politica di Netanyahu come l'unica e legittima espressione di Israele non e' giusto. Squalificare in toto i partiti d'opposizione, dai Laburisti a Meretz, stilare liste di oppositori definendoli traditori e odiatori di se stessi non e' giusto . Scomodare a ogni pie' sospinto la Shoah, le persecuzioni del passato e l'antisemitismo per mettere a tacere ogni critica non e&#

Palestina : raccontare la resistenza popolare

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Sei mesi, 26 interviste ufficiali, momenti informali di incontro e dialogo: è il lavoro di Un ponte per... che ha portato all’elaborazione di una preziosa ricerca sulla resistenza popolare nonviolenta palestinese.   “ Emerging Nonviolent Civil Society Actors in the Euro-Mediterrenan Region ” è una ricerca di Chiara Moroni, volontaria di Un ponte per… , realizzata nell’ambito di un progetto di cooperazione dell’International Institute for Nonviolent Action (NOVACT), con il sostegno dell’Unione Europea e grazie al lavoro congiunto con il Palestinian Popular Struggle Coordination Committee ( PPSC ). Un lavoro importante, utile a comprendere quello che è accaduto nell’ultimo decennio nei Territori palestinesi occupati. Nei suoi villaggi, i tanti che a partire dal 2004 hanno intrapreso la strada della resistenza popolare nonviolenta all’occupazione militare israeliana, all’esproprio delle terre per la costruzione del muro dell’Apartheid, alla militarizzazione del terr

Attentato alla Sinagoga di Gerusalemme: 4 morti : Video

Graphic images: Scene from inside Jerusalem synagogue hit by terror attac Video released from scene of gruesome terror attack in capital.